Pubblicato il 7 marzo 2012, nella seduta n. 686
PARAVIA - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
il 25 febbraio 2012 gli agenti del Corpo forestale del comando di Foce Sele (Salerno), su disposizione della magistratura inquirente, hanno apposto i sigilli alla struttura denominata Casina Rossa, ubicata nei pressi della pineta di Campolongo di Eboli (Salerno) e sede del settore ittico-venatorio della polizia provinciale di Salerno;
in particolare, come si apprende da organi di stampa, le ipotesi di reato contestate andrebbero dal mancato collaudo della struttura, alla costruzione abusiva di una condotta d'acqua, sino all'ipotesi accusatoria di furto d'acqua;
il sequestro di tale importante struttura - presidio contro la prostituzione, la delinquenza e lo spaccio - è stato eseguito dal Corpo forestale dello Stato, in maniera del tutto inusuale e superficiale, senza neppure aver prima chiesto ai competenti Uffici provinciali delucidazioni sulle presunte irregolarità;
l'infondatezza dei rilievi, nonché la superficialità delle verifiche effettuate dalla guardia forestale sono state avvalorate, infatti, dalla revoca immediata del sequestro, decisa dalla Procura, a distanza di soli tre giorni dal blitz che aveva portato all'apposizione dei sigilli;
sulla base della documentazione fornita dalla Provincia di Salerno, infatti, è stato riconosciuto che l'immobile è munito di regolare certificato di collaudo, rilasciato dai funzionari dell'Ente e peraltro datato 5 agosto 2009; così come destituita di ogni fondamento è risultata l'accusa di furto dell'acqua pubblica;
è di tutta evidenza, quindi, che, se si fosse proceduto ad una verifica più puntuale, la Provincia avrebbe potuto dimostrare sin da subito l'infondatezza delle ipotesi accusatorie, evitando così di arrivare al sequestro dell'importante presidio lungo la litoranea e di causare un evidente danno di immagine alla polizia provinciale, che rappresenta un costante ed efficace presidio di legalità, da sempre a tutela dei cittadini;
i fatti hanno così dimostrato che un maggiore dialogo tra pubbliche amministrazioni ed una sinergia tra l'operato del Corpo forestale dello Stato e quello della Polizia provinciale avrebbero potuto evitare quanto accaduto,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti in premessa e quali utili iniziative ritenga opportuno adottare per evitare il ripetersi di tali episodi.