Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06933
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Atto n. 4-06933
Pubblicato il 23 febbraio 2012
Seduta n. 679
FLERES - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
migliaia di aziende e lavoratori autonomi, liberi professionisti, possessori di personal computer, tablet, smartphone e computer collegati in Rete si sono visti recapitare in questi giorni una lettera dalla Rai di Torino contenente la richiesta del pagamento di un "canone speciale", perché possessori di apparecchi atti alla ricezione delle radiotv al di fuori dell'ambito familiare;
la richiesta del pagamento del tributo è giustificata dalla stessa Rai con l'applicazione di quanto disposto dal regio decreto n. 246 del 1938, dalla legge n. 488 del 1999 (legge finanziaria per il 2000) e dall'art. 17 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, cosiddetto Salva Italia, che recita: "Le imprese e le società, ai sensi di quanto previsto dal decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917, nella relativa dichiarazione dei redditi, devono indicare il numero di abbonamento speciale alla radio o alla televisione la categoria di appartenenza ai fini dell'applicazione della tariffa di abbonamento radiotelevisivo speciale, nonché gli altri elementi che saranno eventualmente indicati nel provvedimento di approvazione del modello per la dichiarazione dei redditi, ai fini della verifica del pagamento del canone di abbonamento radiotelevisivo speciale";
le lettere inviate contengono il bollettino per effettuare tale pagamento che non è di 112 euro come normalmente si paga annualmente, ma essendo "canone speciale" è molto più caro, va dai 200,91 (per studi professionali) ai 6.696 euro (per alberghi a 5 stelle con più di 100 camere);
una azienda che già paga circa 300 euro l'anno per l'Internet veloce ora se ne vede richiedere altre 401 per il "canone speciale";
la richiesta del tributo è prevista anche per i personal computer, tablet e similari anche se non utilizzati per ricevere la programmazione Rai;
le aziende non hanno preso bene questa ingiunzione di pagamento e molte di esse minacciano di tagliare l'abbonamento ad Internet. In una intervista un dirigente di un operatore telefonico di punta dichiara: "I nostri call center ricevono decine, centinaia di chiamate di imprenditori a caccia di chiarimenti. E stiamo incassando già le prime disdette degli abbonamenti ADSL" (si veda l'articolo pubblicato su "La Repubblica" il 21 febbraio 2012);
in questi mesi si parla molto spesso di banda larga, di agenda digitale, ma probabilmente qualcuno ha sottovalutato gli effetti sullo sviluppo della Rete di questo corto circuito del canone tv;
per le associazioni dei consumatori, Federconsumatori e Adusbef, molto presto lo stesso trattamento potrebbe essere riservato ai singoli cittadini ed esse denunciano che la Rai ha sfornato l'ennesimo balzello a carico di imprese, studi professionali e uffici, per imporre un pesante tributo sul possesso non solo degli apparecchi TV, ma anche per personal computer, videofonini, videoregistratori, Ipad, addirittura sistemi di videosorveglianza e telefonini che si collegano ad Internet;
un'altra associazione dei consumatori, la Adoc, denuncia che un centinaio di privati hanno ricevuto richieste di pagamento da parte della Rai per il solo fatto di avere un computer e che si sono visti arrivare a casa addirittura ispettori per il controllo del possesso di personal computer collegati a rete o assimilati,
l'interrogante chiede di conoscere se a quanto risulta al Ministro in indirizzo corrisponda al vero che, dopo le proteste degli utenti e delle associazioni dei consumatori, il 22 febbraio 2012 la Rai avrebbe precisato, in un confronto con il Ministro dello sviluppo economico, che non chiederà il pagamento del "canone speciale" ai possessori di un tablet o di uno smartphone collegato al web, ma che verrà richiesto a tutte quelle imprese, società ed enti che usino il computer come televisione (digital signage) e che non abbiano già provveduto al pagamento per il possesso di uno o più televisioni.