Pubblicato il 31 gennaio 2012
Seduta n. 666
PERDUCA , PORETTI - Al Ministro degli affari esteri. -
Considerato che:
in più occasioni le maggiori organizzazioni non-governative come Amnesty International, Human Rights Watch e Medici Senza Frontiere hanno manifestato le loro preoccupazioni relativamente alle condizioni con cui il Comitato Nazionale di Transizione (CNT) libico aveva organizzato le proprie Forze di polizia nonché il sistema carcerario:
il 25 di gennaio 2012 l'Alto Commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite, Navi Pillay, di fronte al Consiglio di Sicurezza parlava di milizie armate e fuori controllo, istituzioni fragili che faticano a riportare la legalità e, soprattutto, migliaia di gheddafiani detenuti in prigioni segrete dove si praticano torture;
negli stessi giorni anche Medici Senza Frontiere rendeva noto di aver sospeso le sue attività nei centri di detenzione di Misurata perché ai detenuti venivano inflitte torture e negato l'accesso a cure mediche di urgenza, contando almeno 115 persone con ferite da tortura, denunciando che da gennaio 2012 molti dei pazienti riportati nei centri per gli interrogatori sono stati nuovamente torturati. L'organizzazione affermava che il suo compito era quello di fornire cure mediche per feriti in guerra e detenuti malati, non di curare ripetutamente gli stessi pazienti perché potessero essere nuovamente torturati;
l'Alto Commissario Pillay ha condiviso tali denunce affermando a latere della sua audizione al Palazzo di Vetro del 25 gennaio 2012 che il suo staff aveva ricevuto rapporti allarmanti su quanto succede nei centri di detenzione visitati. La mancanza di supervisione da parte delle autorità centrali libiche crea un ambiente favorevole a torture e maltrattamenti e, secondo l'ufficio dell'Alto Commissario, in Libia vi sarebbero almeno 8.500 prigionieri, detenuti in 60 centri accusati di essere lealisti di Gheddafi e tra di loro sarebbero molti africani sub-sahariani, sottolineando l'urgente necessità che tutti i centri di detenzione siano riportati sotto l'autorità del Ministero della giustizia e che i detenuti vengano sottoposti ad un regolare processo;
considerato che il 21 gennaio il Governo italiano ha firmato col CNT la cosiddetta Tripoli Declaration,
si chiede di sapere:
quali siano le informazioni e valutazioni del Governo circa le condizioni delle strutture detentive libiche;
se il Ministro in indirizzo abbia avuto modo di conoscere i rapporti di Amnesty International, Human Rights Watch e Medici Senza Frontiere relativi alle gravi violazioni dei diritti umani in Libia e se tali rapporti siano stati condivisi con le autorità' libiche per chiedere chiarimenti;
quali iniziative intenda assumere bilateralmente e multilateralmente perché tali comportamenti possano cessare;
se non si ritenga opportuno avviare una serie di iniziative ad hoc con gli altri partner occidentali della Libia affinché il CNT includa nella propria agenda di riforme la sottoscrizione e ratifica di tutti i maggiori strumenti internazionali dei diritti umani.