Atto n. 4-06644

Pubblicato il 19 gennaio 2012
Seduta n. 661

PEDICA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

in data 2 gennaio 2012 il sito web di "giornalettismo.com" pubblicava un articolo intitolato «La Bosch paga. Ma il fisco ne voleva 1400. Sembra una maximulta, ma in realtà è più un maxisconto. La Bosch tira fuori trecento milioni di euro per smettere di litigare con il fisco italiano. Ma il contenzioso con l'Agenzia delle entrate era molto più grave di quello che alla fine è stato pattuito», relativo alla somma pagata dalla Bosch all'Italia a seguito del mancato pagamento di «una quantità di tasse che, sommate a sanzioni e interessi, avrebbe totalizzato appunto 1 miliardo e mezzo di euro»;

300 milioni di euro, come si legge nell'articolo citato, «sono in assoluto una montagna di soldi», ma possono però essere considerati «relativamente pochi» «sin quasi al limite della "svendita" di fine stagione o del "saldo" natalizio, per chi come l'Agenzia delle entrate all'inizio aveva presentato un ben più "salato" conto di 1 miliardo e 400 milioni di euro alla maggior produttrice mondiale di componenti per autovetture ed elettrodomestici»;

infatti è emerso che l'Agenzia delle entrate aveva iniziato un corposo controllo sulla Bosch partendo da un ufficio torinese della società, adibito a testare i prototipi dei prodotti poi commercializzati in tutto il mondo, e che «Agenzia delle entrate, Bosch e Procura di Milano erano da molti mesi i vertici di un triangolo che, fra il tributario e il penale, via via assumeva dimensioni economiche degne di un robusto segmento di "manovra" finanziaria»;

considerato che:

a seguito della contestazione della lettura dell'Agenzia delle entrate da parte della Bosch, che, ex adverso, inquadrava l'ufficio di Torino come una società di consulenza e quindi riteneva che non si trattasse di frode fiscale, la vicenda si è conclusa con il pagamento da parte del colosso dell'irrisoria somma di 300 milioni di euro a fronte dei 1.400 milioni di euro richiesti originariamente dall'Agenzia delle entrate;

in questo momento di gravissima crisi economica e soprattutto alla luce dei recenti e pesanti sacrifici richiesti ai cittadini italiani, fatti come questi suscitano disappunto nella collettività, come è emerso anche dalle dichiarazioni del presidente della Federcontribuenti che, oltre ad aver richiesto un'ulteriore verifica da parte degli organi inquirenti, ha dichiarato che le condizioni per uno "sconto" tanto grande per la multinazionale tedesca sono inesistenti, del tutto inventate. Mentre le multinazionali ottengono grandi sconti, gli italiani subiscono verifiche fiscali e condanne tributarie indegne,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza dei fatti esposti e se gli stessi corrispondano al vero;

se e quali misure, nell'ambito delle proprie competenze, intenda adottare al fine di verificare la regolarità dell'intera vicenda, soprattutto tenendo conto del grave danno derivato all'erario italiano;

se e quali provvedimenti si intendano adottare, anche attraverso eventuali modifiche normative della materia, al fine di evitare che fatti come quelli esposti in premessa possano ripetersi.