Atto n. 4-06381

Pubblicato il 6 dicembre 2011
Seduta n. 642

PETERLINI - Al Ministro del lavoro e delle politiche sociali. -

Premesso che:

la riforma della previdenza complementare, attuata tramite il decreto legislativo n. 252 del 2005, prevede un trattamento diverso per i lavoratori che aderiscono ai fondi pensione contrattuali, a seconda che siano dipendenti pubblici o dipendenti privati;

è ormai necessario che il "doppio binario" ancora vigente tra settore privato e settore pubblico nella previdenza complementare, che vede irragionevolmente penalizzati i dipendenti pubblici, trovi un punto di convergenza, essendo trascorsi più di 10 anni dalla previsione normativa dei fondi pensione anche per i dipendenti pubblici, ma anche, e più in generale, considerata l'equiparazione nell'applicazione della disciplina privatistica per i dipendenti pubblici e privati;

in particolare, i dipendenti privati hanno la possibilità di dedurre dal reddito complessivo la contribuzione versata alle forme di previdenza complementare fino all'importo di 5.164,57 euro annui, con un regime di tassazione delle prestazioni del 9-15 per cento o del 23 per cento a seconda della prestazione;

lo stesso trattamento vale per gli aderenti ai fondi pensione aperti e ai piani individuali previdenziali (cosiddetto PIP);

per i dipendenti pubblici, invece, ai limiti per la deduzione contributiva, si aggiunge il limite del doppio del trattamento di fine rapporto e, quanto alle prestazioni, la più aggravante tassazione separata,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo non ritenga illegittimo e discriminatorio il diverso trattamento riservato ai dipendenti pubblici e privati in materia di previdenza complementare;

in caso affermativo, se sia intenzionato a porre in essere un'iniziativa legislativa urgente per eliminare l'ingiustificato "doppio binario" ancora vigente nella previdenza complementare, fonte di discriminazione tra dipendenti.