Atto n. 1-00459

Pubblicato il 1 agosto 2011
Seduta n. 593

DI GIOVAN PAOLO , PIGNEDOLI , BERTUZZI , AMATI , ANTEZZA , BASTICO , CARLONI , CECCANTI , FERRANTE , GARAVAGLIA Mariapia , MARINI , MARITATI , MAZZUCONI , PERTOLDI , STRADIOTTO

Il Senato,

premesso che:

tramite un'iniziativa congiunta tra Actionaid, Fairtrade e Valore Sociale è stata denunciata la necessità di promuovere a livello nazionale una maggiore trasparenza, tracciabilità ed eticità nelle filiere agricole e agro-industriali;

le politiche attuate dalle aziende italiane sono ancora troppo lesive del progresso alimentare nei Paesi dove la fame è tra le principali cause di mortalità, e le politiche a cui si fa riferimento sono quelle che creano l'atroce paradosso per cui i più affamati e i più poveri spesso sono proprio gli agricoltori e i contadini;

molti Paesi europei hanno già previsto nei loro ordinamenti l'obbligatorietà dei bilanci di sostenibilità per le imprese e se ne riportano alcuni esempi: a) la Francia ha previsto l'obbligo per tutte le aziende quotate in borsa ed altre aziende con bilanci e numero di dipendenti definiti dal Consiglio di Stato Francese di pubblicare un bilancio sociale ed ambientale; inoltre vengono dettate le informazioni su come le imprese devono tener conto delle conseguenze sociali ed ambientali delle proprie attività, e devono impegnarsi a promuovere uno sviluppo sostenibile (articolo L 225.102-1 del codice del commercio); b) la Spagna con la legge del 15 febbraio 2011 -legge sull'economia sostenibile- ha stabilito che le aziende sostenute dal Governo e quelle possedute direttamente dal Governo centrale dovranno pubblicare rapporti annuali sulla governance di sostenibilità in conformità con gli standard generalmente accettati, con un focus specifico sulle questioni di uguaglianza di genere e la piena integrazione delle persone affette da disabilità; le società possono pubblicare le policies e i risultati su temi di responsabilità sociale, purché le informazioni siano state verificate da soggetti terzi indipendenti; la stessa legge delega il Governo all'adozione di alcuni indicatori per l'autovalutazione della responsabilità sociale in conformità con gli standard internazionali; c) il Regno Unito - tramite l'adozione del Company Act 2006 - ha introdotto l'obbligo delle imprese di svolgere l'analisi delle attività e fornire pubblicazioni su questioni ambientali e sociali al fine di garantire la comprensione delle attività da parte degli stakeholders; il Governo britannico ha infine elaborato delle linee guida per aiutare le imprese a rendicontare sugli effetti ambientali delle proprie attività;

considerato inoltre che:

la responsabilità sociale delle aziende è uno degli strumenti essenziali per la garanzia di un effettivo diritto al cibo;

è evidente l'importanza di tutelare e promuovere il diritto di ogni essere umano a una adeguata alimentazione, favorendo l'accesso alle risorse naturali da parte dei poveri e degli emarginati;

ai sensi dell'art. 41 della Costituzione "l'iniziativa economica privata (...) non può svolgersi in contrasto con l'utilità sociale o in modo da recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana"; e è rimandato alla legge - sempre ex art. 41 della Costituzione - il compito di determinare "i programmi e i controlli opportuni perché l'attività economica pubblica e privata possa essere indirizzata e coordinata a fini sociali";

è necessario contribuire a garantire ai piccoli produttori condizioni di vita e di lavoro adeguate,

impegna il Governo:

a costituire un tavolo di lavoro consultivo e partecipato avente come attori le aziende importatrici, produttrici e distributrici della grande distribuzione organizzata, le organizzazioni sindacali, le associazioni di difesa consumatori e le ONG (organizzazioni non governative), al fine di stabilire nuove regole di settore che garantiscano un comportamento socialmente responsabile da parte delle imprese e che assicurino all'acquirente la possibilità di scelta del prodotto più equo e sostenibile;

ad introdurre norme: a) per assicurare che le imprese multinazionali operanti in Italia producano, su base regolare, rapporti di sostenibilità al fine di informare in maniera corretta e trasparente il pubblico sull'impatto socio-ambientale delle loro attività; b) per garantire un maggiore e più equo accesso dei piccoli produttori al mercato compreso quello della grande distribuzione;

a promuovere programmi di cooperazione e solidarietà internazionale, volti a rafforzare le capacità dei piccoli produttori del Sud del mondo incoraggiando la formazione di consorzi e cooperative di agricoltori e a tal fine riformando la legge n. 49 del 1987 sulla cooperazione e introducendo delle norme sul commercio equo e solidale;

a sostenere l'introduzione di standard giuridici internazionali che assicurino la protezione dei diritti umani delle comunità locali;

a promuovere con maggiore impegno l'adozione da parte dei Governi di un sistema normativo multilaterale che assicuri che le imprese transnazionali rendano conto di eventuali abusi sulle comunità locali e sull'ambiente;

ad attuare nel minor tempo possibile le conclusioni della pregressa mozione 1-00417 approvata dal Senato il 22 giugno 2011.