Pubblicato il 26 luglio 2011
Seduta n. 587
BERSELLI - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
nella notte tra 30 giugno ed il 1° luglio 2011, nella piazza Spallanzani di Scandiano (Reggio Emilia), il cittadino marocchino Zoahir Kenaan ha picchiato la moglie Eleonora Nicolaci con furia cieca colpendola con calci in faccia fino a renderla irriconoscibile;
dopo due giorni di custodia cautelare in carcere e due settimane di arresti domiciliari scontati presso la casa del fratello, all'udienza del 18 luglio il Tribunale penale di Reggio Emilia in composizione monocratica nella persona del giudice dottoressa Antonella Pini Bentivoglio, ha accolto la pena concordata dalla difesa dell'imputato e dal pubblico ministero dottor Luciano Padula, condannando l'imputato per i reati di lesioni aggravate, di minacce aggravate e di violenza privata in danno della propria moglie alla pena, a giudizio dell'interrogante davvero ridicola, della reclusione di cinque mesi da scontarsi, addirittura, agli arresti domiciliari;
tale pronuncia ha destato grande sconcerto presso la comunità di Scandiano, trattandosi di condanna manifestamente inadeguata in rapporto alla gravità dei fatti. La donna, sfigurata dal marito, non ha subito conseguenze mortali solo grazie all'intervento di un cittadino, che si trovava lì casualmente, e delle Forze dell'ordine;
non si comprende come il pubblico ministero abbia potuto prestare il proprio consenso ad una pena assolutamente irrisoria, tenuto conto di un episodio di inaudita violenza;
non si comprende, altresì, come il giudice abbia potuto ritenere "congrua la pena indicata" dalle parti, in evidente contrasto con l'art. 444, comma 2, del codice di procedura penale,
si chiede di sapere:
quali iniziative il Ministro in indirizzo intenda promuovere al fine di verificare l'eventuale sussistenza degli estremi per l'attivazione dell'azione disciplinare con riferimento alla vicenda esposta;
quali ulteriori iniziative urgenti di competenza intenda adottare al riguardo, atteso che a giudizio dell'interrogante una siffatta pronuncia potrebbe costituire un pericoloso precedente per episodi analoghi.