Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-02316
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Atto n. 3-02316 (con carattere d'urgenza)
Pubblicato il 14 luglio 2011, nella seduta n. 581
BUGNANO , BELISARIO , DE TONI - Ai Ministri dello sviluppo economico, dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
secondo quanto riportato nell'Annuario dei dati ambientali dell'Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), in Italia nel 2007 erano stati censiti oltre ventisettemila metri cubi di rifiuti radioattivi, di cui quasi ottomila nel Lazio e oltre quattromila in Piemonte ed Emilia-Romagna. Considerando invece la radioattività, in Italia al 2007 erano presenti oltre 5,5 milioni di GBq (Giga Becquerel), di cui 4,6 solo in Piemonte;
l'accordo italo-francese, siglato nel 2006 ed entrato in vigore nel gennaio 2007, prevede che avvenga in Francia il trattamento di 235 tonnellate di combustibile nucleare italiano. Si tratta delle scorie accumulate in Italia durante la stagione del nucleare terminata nel 1987 a seguito dell'esito del referendum popolare;
nell'ambito di tale accordo, il combustibile contenuto nelle piscine di stoccaggio del deposito Avogadro di Saluggia (VC) e della centrale nucleare di Trino (VC) viene inviato all'impianto di La Hague della società Areva per il riprocessamento;
il trasporto avviene su strada dal deposito Avogadro e dalla centrale di Trino al nodo di scambio intermodale presso l'area dedicata all'interno della ditta Sifte Berti di Vercelli, e su ferrovia dalla stazione ferroviaria di Vercelli sino al confine con la Francia;
nella piscina del deposito Avogadro sono attualmente alloggiati 164 elementi di combustibile nucleare irraggiato, di cui 101 di tipo PWR, proveniente dalla centrale di Trino, e 63, di tipo BWR, provenienti dalla centrale nucleare del Garigliano. Nella piscina della centrale di Trino sono presenti 47 elementi di tipo PWR;
del viaggio delle scorie la popolazione locale non è informata, sebbene il pericolo esista. La dimostrazione è data dal piano di emergenza stilato dalla Prefettura di Torino a dicembre 2010, un piano che prevede fino a tre livelli di rischio. Il piano della Prefettura riferisce che sono state programmate dieci operazioni di trasporto, di cui otto dal deposito Avogadro di Saluggia e due dalla centrale nucleare di Trino. Tali viaggi suscitano da tempo le proteste degli ambientalisti, della popolazione e dei ferrovieri francesi che ritengono questi viaggi molto pericolosi;
la notte fra il 9 e 10 maggio 2011 un convoglio che trasportava scorie nucleari verso il sito di Le Hague è stato fermato da un gruppo di manifestanti ambientalisti e di manifestanti "No Tav" alla stazione di Avigliana (TO). I manifestanti sono stati in breve dispersi ed il treno ha ripreso il cammino. Un secondo viaggio era previsto per domenica 10 luglio 2011, ma la situazione creatasi in Val di Susa, per le proteste contro il cantiere TAV, ha convinto a rimandare attorno alla metà di agosto. Era stata avanzata l'ipotesi di un percorso alternativo attraverso la Svizzera, ma sembra che gli Elvetici si siano opposti;
il problema principale è che i convogli carichi di materiale altamente radioattivo non presentano specifici accorgimenti di sicurezza. Gli scarsissimi accorgimenti adottati in termini di sicurezza che caratterizzano tali trasporti sono stati denunciati anche in Francia. Dominique Malvaud, rappresentante del sindacato dei ferrovieri Sud-Reil, ha spiegato che tali treni possono sopportare un urto nei limiti dei 50 chilometri orari e una caduta di nove metri, mentre nei tratti in cui passano questi treni si rischiano cadute fino a 20 metri a velocità maggiori. Malvaud ha segnalato, inoltre, come ai ferrovieri francesi non vengano dati in dotazione nemmeno una tuta protettiva o un paio di guanti;
il citato piano d'emergenze prefettizio sancisce che la popolazione venga messa al corrente solo in caso di incidente. Una corretta informazione sugli eventuali rischi non è stata neppure prevista per i responsabili degli enti locali interessati;
ai sensi dell'articolo 130 del decreto legislativo 17 marzo 1995, n. 230, recante "Attuazione delle direttive 89/618/Euratom, 90/641/Euratom, 96/29/Euratom e 2006/117/Euratom in materia di radiazioni ionizzanti", la popolazione che rischia di essere interessata dall'emergenza radiologica viene informata e regolarmente aggiornata sulle misure di protezione sanitaria ad essa applicabili nei vari casi di emergenza prevedibili, nonché sul comportamento da adottare in caso di emergenza radiologica. Ai sensi del comma 3 del medesimo articolo, si prevede che informazioni dettagliate siano rivolte a particolari gruppi di popolazione in relazione alla loro attività, funzione e responsabilità nei riguardi della collettività nonché al ruolo che eventualmente debbano assumere in caso di emergenza;
sulla base di quanto precedentemente riportato, è evidente che le norme sopra citate non siano state assolutamente rispettate nel contesto della pianificazione dei trasferimenti di scorie oltre confine sinora effettuati;
considerato che:
la questione riferita in premessa riporta all'attenzione l'annoso problema italiano dello smantellamento delle centrali e dello smaltimento dei prodotti o rifiuti radioattivi. L'Italia deve infatti affrontare il problema del deposito nazionale, in quanto deve provvedere al confinamento dei rifiuti radioattivi depositati provvisoriamente presso i rispettivi luoghi di origine, dei rifiuti derivanti dal decommissioning delle centrali dismesse (ancora in corso), e del combustibile esausto che rientrerà nel Paese entro il 2025;
in risposta ad un articolo de "Il Fatto quotidiano" del 9 giugno 2011, la Sogin ha precisato che il 20 aprile 2011 è stato sottoscritto il contratto di appalto per la realizzazione del deposito denominato D2 presso l'impianto Eurex di Saluggia, che dovrà accogliere esclusivamente i rifiuti solidi a media e bassa attività prodotti dal solo sito Eurex di Saluggia in attesa di essere trasferiti al futuro deposito nazionale;
la realizzazione del deposito D2 si rende necessaria sia allo scopo di poter disporre dei necessari volumi per i rifiuti generati dallo smantellamento dell'impianto Eurex sia per accogliere in un'infrastruttura adeguata, che consenta lo stoccaggio secondo gli standard di sicurezza previsti, i rifiuti attualmente stoccati e quelli provenienti dallo smantellamento del sito, in attesa del trasferimento definitivo al deposito nazionale,
si chiede di sapere:
quali iniziative urgenti il Governo intenda assumere riguardo ai fatti di cui in premessa, alla luce dell'allarme che si sta diffondendo presso la popolazione piemontese a causa della mancanza di informazione sulle operazioni di trasferimento del materiale radioattivo;
se non si intenda garantire il rispetto delle norme di cui al capo X, sezione seconda, del decreto legislativo n. 230 del 1995 in materia di informazione preventiva alla popolazione;
se si intenda chiarire che la realizzazione del deposito D2 presso l'impianto Eurex di Saluggia è volta esclusivamente ad ospitare i rifiuti attualmente già stoccati e quelli provenienti dallo smantellamento del sito di Trino.