Atto n. 1-00126

Pubblicato il 4 marzo 2003
Seduta n. 346

MARTONE, RIPAMONTI, BOCO, DE ZULUETA, BONFIETTI, DE PETRIS, CORTIANA, TURRONI, OCCHETTO, RIGONI, DANIELI FRANCO, MARINO, IOVENE, SALVI.

Il Senato,

considerato che:

con il disegno di legge n. 1171, “Concessione di prestiti garantiti dallo Stato a favore della Poverty Reduction and Growth Facility (PRGF) del Fondo Monetario Internazionale", il Senato viene chiamato ad approvare il finanziamento della Poverty Reduction and Growth Facility del Fondo Monetario Internazionale con una erogazione di complessivi 800 milioni di diritti speciali di prelievo (SDR) in due tranche per un ammontare totale di ben 1.121 milioni di euro;

la PRGF è stata istituita nel 1999 e sostituisce la Enhanced Structural Adjustment Facility (ESAF), sportello del Fondo Monetario Internazionale dedicato al finanziamento dei piani di aggiustamento strutturale, in linea con le decisioni prese da Fondo e Banca Mondiale per meglio coordinare le loro attività nel settore della lotta alla povertà, nell’ambito delle nuove Poverty Reduction Strategies (PRS). A tal fine è stato definito anche lo strumento dei Poverty Reduction Strategy Paper (PRSP) che il Governo deve redigere coinvolgendo la società civile locale ed indicando gli obiettivi di politica economica e sociale che il PRGF dovrebbe sostenere finanziariamente;

dal 1980 il Fondo Monetario Internazionale aveva esteso il suo mandato nel settore dello sviluppo, creando l'ESAF e la SAF (Structural Adjustment Facility), attraverso il quale il Fondo forniva prestiti a medio termine e fissava le condizioni economiche per ampi settori dell'economia dei paesi destinatari, tra cui incentivi per gli investimenti nei settori delle risorse naturali per le esportazioni, la revisione delle leggi del mercato del lavoro e dei beni di prima necessità, programmi di privatizzazione e liberalizzazione che secondo molti esperti ed osservatori andrebbero ben oltre gli scopi fissati originariamente per il Fondo;

secondo quanto affermato dal Fondo, i programmi PRGF sono strutturati al fine di integrare gli obiettivi della riduzione della povertà e della crescita , obiettivi questi di gran rilevanza come anche ribadito dalla Conferenza di Monterrey su Finanza per lo Sviluppo del marzo 2002;

prendendo atto delle preoccupazioni espresse da molte organizzazioni non governative e delle Nazioni Unite sul fatto che le PRS non sarebbero state caratterizzate, come invece annunciato dal Fondo Monetario, da una inversione di tendenza nell’approccio macroeconomico che aveva permeato i piani di aggiustamento strutturale, che grave danno avevano arrecato agli sforzi compiuti dai paesi impoveriti per lo sviluppo sociale ed economico, attraverso l'imposizione di pesanti politiche fiscali, il controllo delle spese pubbliche e l'aumento dei costi diretti nell'erogazione dei servizi;

richiamando l'attenzione sui risultati di una ricerca svolta per conto dell'Alto Commissariato delle Nazioni Unite sui Diritti Umani, "Human Rights and Poverty Reduction Strategies" del 28 febbraio 2002, secondo la quale sarebbe necessario affrontare i PRSP e dunque utilizzare gli strumenti PRSP e PRGF secondo un approccio che metta al centro i diritti umani fondamentali, al fine di renderli più adatte a contribuire al miglioramento delle condizioni di vita delle popolazioni destinatarie;

sottolineando l'urgenza di garantire che nell'elaborazione ed attuazione delle PRS venga assicurata la massima partecipazione dei governi e della società civile e che il Fondo monetario commissioni alla Banca mondiale o ad altra istituzione competente del sistema delle Nazioni Unite una serie di valutazioni sociali ed ambientali dei programmi del PRGF "ex ante" ovvero prima che vengano approvati dal Consiglio di amministrazione, valutazioni che siano compiute in maniera aperta e partecipativa, che presentino una serie di ipotesi alternative e siano svolte tenendo in considerazione anche i risultati "ex post" dei precedenti programmi;

richiamando la necessità di garantire la piena partecipazione nelle procedure di consultazione relative ai prestiti del PRGF, attraverso la diffusione pubblica dei documenti relativi a tali prestiti prima della decisione da parte del Consiglio di Amministrazione del Fondo per assicurare la massima efficacia delle procedure di consultazione con la società civile, i governi, il settore privato e le parti sociali, nonché con gli altri enti donatori ed istituzioni finanziarie coinvolte;

notando come le attività della PRGF riguardino direttamente anche gli impegni presi dal nostro paese nella lotta alla povertà e nella cancellazione del debito estero, poiché la redazione e presentazione dei PRSP da parte dei paesi è considerata come condizione primaria per l’accesso ai programmi di riduzione del debito per i paesi HIPC e che tale condizionalità ha spesso causato un rallentamento delle procedure di rinegoziazione del debito, poiché la redazione e approvazione dei PRSP si è rivelata complessa e di difficile attuazione per i governi dei paesi destinatari, oppure una scarsa qualità delle PRS, poiché i governi pur di poter accedere rapidamente ai fondi previsti ed ai programmi HIPC hanno redatto è PRSP tralasciando di svolgere una consultazione adeguata con i Parlamenti e la società civile, oppure omettendo di inserire pienamente nei PRSP parametri di sviluppo sociale;

prendendo atto che i programmi HIPC per la riduzione o cancellazione del debito estero dei paesi maggiormente indebitati hanno mostrato, per stessa ammissione della Banca mondiale, tutti i loro limiti e la loro inefficacia. Secondo la Banca mondiale (2002), 31 dei 42 paesi dell'iniziativa HIPC non riescono ad ottenere i risultati sperati in termini di riduzione o cancellazione del debito, anzi, alcuni paesi come l'Uganda hanno chiesto finanziamenti superiori a quanto previsto. Inoltre, 9 paesi su 20 hanno subito una sospensione dei finanziamenti dell'FMI poiché non sono in grado di ottemperare del tutto alle condizioni poste dal Fondo per l'accesso ai meccanismi di riduzione del debito, ovvero l’attuazione di programmi di liberalizzazione e privatizzazione delle loro economie;

notando, inoltre, che in paesi a medio reddito come Argentina o Ecuador, il "debt for export ratio" o il "debt for income ratio", cioè il rapporto tra debito e reddito usato per determinare l'eleggibilità dei paesi ad accedere ai negoziati di riduzione del debito, non permette di apprezzare il livello di diffusa povertà che lacera quei popoli. Pertanto, pur essendo paesi sull'orlo della bancarotta sociale ed economica, con elevati livelli di indebitamento, essi non rientrano nella categoria di paesi poveri maggiormente indebitati;

Ricordando la proposta fatta al riguardo dal numero due dell’FMI Ann Krueger, di un processo nuovo per la ristrutturazione del debito estero sovrano (il cosiddetto SDRM) nel suo documento "A New Approach to Sovereign Debt restructuring" del marzo 2002, nella quale l’FMI manterrebbe una posizione privilegiata e verrebbero esclusi i debiti contratti in seguito a prestiti delle istituzioni finanziarie internazionali, e che l’SDRM sarà al centro delle discussioni nel prossimo incontro di primavera di FMI e Banca Mondiale che il prossimo aprile;

notando come la proposta di meccanismi di arbitrato internazionale sul debito era stata già avanzata ripetutamente dalle Nazioni Unite in particolare dell‘UNCTAD, e dal Segretario generale Kofi Annan che nel suo rapporto all'Assemblea Generale del settembre 2000 "chiede una valutazione oggettiva e globale da parte di un gruppo di esperti indipendente e non influenzato indebitamente dagli interessi dei creditori mentre i processi sono in corso...I creditori dovrebbero anche impegnarsi ad attuare pienamente e rapidamente ogni raccomandazione di questo gruppo di esperti in materia di cancellazione del debito insolvibile";

richiamando la necessità che tali proposte di arbitrato debbano garantire l’indipendenza, la trasparenza, la partecipazione pubblica e la centralità delle priorità di sviluppo umano, piuttosto che macroeconomiche;

ricordando che il 15 marzo del 2002 il Bundestag tedesco aveva approvato una risoluzione sulla Conferenza di Monterrey, nella quale si impegnava il Governo a sostenere l'ipotesi di un processo arbitrale giusto e trasparente sul debito,

impegna il Governo:

a sostenere in ambito FMI e G8 le raccomandazioni e le indicazioni di cui sopra relative alla valutazione dell'impatto socio-ambientale delle PRS e dei programmi PRGF, alla partecipazione pubblica ed alla trasparenza delle attività connesse alla preparazione, discussione ed attuazione dei programmi finanziati dal PRGF, all’elaborazione di una procedura di arbitrato trasparente ed indipendente sul debito estero;

a riferire in Parlamento sui risultati degli incontri di primavera della Banca mondiale e del Fondo Monetario Internazionale e sulle iniziative da esso intraprese per dar seguito alle raccomandazioni di cui sopra.