Pubblicato il 23 giugno 2011, nella seduta n. 573
MAZZUCONI , STRADIOTTO , MAGISTRELLI , MARINO Mauro Maria , DELLA SETA , FERRANTE , VIMERCATI , DI GIOVAN PAOLO , FONTANA , ADAMO , MONACO - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
Montichiari è una cittadina di circa 23.000 abitanti, ha un'estensione piuttosto ampia (circa 81 chilometri quadrati) e si trova ad una ventina di chilometri da Brescia. Fino a venti, trenta anni fa era un paese tendenzialmente agricolo, tant'è che si parlava della brughiera di Montichiari - Castenedolo;
il materiale del sottosuolo ha alimentato una fiorente attività imprenditoriale: l'escavazione della ghiaia è diventata un'importante fonte di reddito e il materiale estratto ha raggiunto quantità più che notevoli;
le cave che ne sono derivate, in molti casi, sono diventate discariche più o meno abusive. La prima (fine anni '80) è stata la "Pulimetal" di circa 1.800.000 metri cubi di rifiuti pericolosi e via via ne sono state aperte altre;
in particolare alla fine degli anni '80, e prevalentemente dagli anni '90 in poi, sono state autorizzate le seguenti attività estrattive: Vezzola SpA, Inertis Srl, Senini snc, Senini SpA, Senini Srl, Senini Srl Casa Lunga, Bernardelli, Unicave SpA, Calcestruzzi 1, Calcestruzzi 2, GA.BE.CA SpA, Lombarda Cave, Inerti Belvedere, Sole Immomec SpA, La Beton Scavi, Vezzola e De Munari, Vezzola - De Munari (San Bernardino), Tortelli Luigi, Cava Verde, Five Srl, Bandera, Cava del Maglio, Sincav Srl. Molti dei precedenti soggetti tra l'altro sono titolari di un vario numero di autorizzazioni per attività estrattiva;
risultano discariche oggi cessate: Pulimetal, Montichiariambiente 1 e 2 (queste prime per rifiuti pericolosi), Seac 1 e 2 (per inerti e amianto);
risultano discariche ancora attive: Systema Ambiente (rifiuti speciali pericolosi, non pericolosi e tossici e nocivi), Aprica (rifiuti solidi urbani - RSU e assimilati);
sono state autorizzate a seguito di nuove richieste: Gedit (rifiuti speciali non pericolosi per 944.000 metri cubi), Systema Ambiente (rifiuti speciali pericolosi, non pericolosi e tossici nocivi per 1.069.460 metri cubi, mentre le precedenti autorizzazioni già avevano consentito un totale di 1.805.910 metri cubi);
sono in corso di autorizzazione e hanno ottenuto valutazione di impatto ambientale (VIA) favorevole: Ecoeternit (rifiuti pericolosi contenenti amianto per 960.000 metri cubi), Bernardelli (rifiuti inerti per 870.000 metri cubi);
è in corso la procedura per Aspireco (impianto per inertizzazione dell'amianto);
il Comune di Montichiari ha espresso parere negativo alla VIA sulla nuova autorizzazione di Gedit e su quelle di Ecoeternit e di Bernardelli, su tutte queste ha presentato ricorso straordinario al Capo dello Stato. Il Comune ha altresì avviato sulle tre discariche altre procedure oppositive e infine ha preliminarmente anticipato parere negativo su Aspireco;
a suo tempo la Val.seco Srl (ora Systema Ambiente) si era impegnata con l'Amministrazione comunale a bonificare quattro siti inquinati: Cava Bicelli (Sole Immomec), Cava Bonomi (Pulinox), Cava Accini (Gandini), Cava Baratti (Moreni);
anche la municipalizzata di Brescia (al tempo ASM), avendo necessità di smaltire rifiuti, era interessata allo sfruttamento, come discariche, delle cave dismesse. Sorge, così, alla fine degli anni '90, la discarica dell'Aprica di RSU e assimilabili, con una capienza di 13.530.000 metri cubi, oggi in via di esaurimento;
nel 2004 si costituisce una società, Montichiariambiente SpA, in cui il Comune di Montichiari, tramite una sua partecipata, Montichiari Multiservizi, è socio con il 20 per cento delle azioni mentre l'80 per cento delle azioni è detenuto dall'Aprica SpA; lo scopo della società è quello di costruire una nuova discarica di RSU e assimilati di 1.990.000 metri cubi (per ora il procedimento di approvazione è sospeso);
i monteclarensi e gli abitanti dei paesi vicini sono perfettamente consapevoli che i rifiuti vanno limitati e smaltiti, ma restano molti punti oscuri: le quantità smaltite superano di gran lunga le necessità della zona e comunque del bacino di riferimento; secondo studi effettuati dall'Azienda sanitaria locale (ASL) della provincia confinante (Mantova) il territorio mantovano è sempre più inquinato mano a mano che ci si avvicina alla provincia di Brescia;
sembrerebbe esserci discordanza tra le posizioni assunte dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (ARPA) della provincia di Mantova e le dichiarazioni dei responsabili dell'ASL di Brescia, che, secondo gli abitanti della zona di Montichiari, tendono a minimizzare i problemi ambientali dell'intero territorio e non forniscono dati recenti sulla morbilità e sulla mortalità relative all'area;
non sono state effettuate bonifiche significative delle discariche utilizzate ed esaurite;
gli enti pubblici, nel momento in cui sono tenuti ad esprimere valutazioni ambientali prima di emettere autorizzazioni a nuovi impianti, considerano esclusivamente i dati forniti dai richiedenti;
il sistema complessivo peraltro è tale per cui spesso la realizzazione di nuove discariche è condotta così da mantenere vivo l'allarme presso i cittadini, mentre, nel contempo, non procede la bonifica delle cave utilizzate in precedenza ormai sature di rifiuti,
si chiede di sapere:
quali siano, a quanto risulta al Governo, le percentuali di morbilità e mortalità dell'intera zona, comprendendovi, oltre il territorio del Comune di Montichiari, quelli di Castenedolo, Ghedi, Calcinato, Carpenedolo, Lonato e più in generale i territori circostanti;
quali siano i dati comparativi dell'Organizzazione mondiale della sanità (OMS) per situazioni analoghe rispetto agli standard necessari per la salute pubblica;
a che punto sia la procedura e cosa il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, intenda fare per la bonifica delle discariche non più attive;
a che punto sia in particolare la bonifica di Cava Bicelli, Cava Bonomi, Cava Accini, Cava Baratti;
se si intenda procedere con le bonifiche o con semplici messe in sicurezza;
cosa si intenda fare per limitare l'apertura di nuove discariche e/o di nuovi impianti per il trattamento dei rifiuti pericolosi e non;
cosa si intenda fare perché l'attività di cava non abbia sempre e solo come esito finale il riempimento con rifiuti di vario genere;
se il Ministro in indirizzo, per quanto di propria competenza, non ritenga opportuno che gli enti coinvolti, in particolare Comuni, Provincia, Regione, mettano a disposizione dei cittadini tutte le informazioni necessarie per una conoscenza dell'intero fenomeno e che tali informazioni siano chiare e inequivoche, al fine di fugare il più possibile le legittime paure a riguardo della vivibilità e della salubrità dei territori interessati.