Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03921

Atto n. 4-03921

Pubblicato il 20 febbraio 2003
Seduta n. 338

D'AMBROSIO. - Al Ministro delle attività produttive. -

Premesso che:

il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica iniziato con il decreto Bersani ha condotto fino ad oggi alla richiesta di approvazione di 83 centrali elettriche, di cui 16 già approvate dal Ministero delle attività produttive, senza contare le decine di progetti presentati e non ancora in istruttoria o operanti con la normativa precedente;

il Ministero delle attività produttive, al 20 dicembre 2002, ha rilasciato autorizzazioni per un totale di 8205 MWE, oltre ad altri 38525 MWE, che sono in fase di autorizzazione, per un totale di 46730 MWE, a fronte dei 3000 MWE previsti dalla delibera CIPE del 3.12.97 (in questo computo non sono conteggiate le centrali che hanno avuto l'autorizzazione nel 2000 e 2001, nonché quelle rimesse in funzione o ripotenziate);

circa il 37% degli impianti già installati è indisponibile o non funziona a pieno regime, come si evince dal testo "Dati statistici sugli impianti e la produzione di energia elettrica in Italia – 2001", Sesta conferenza statistica, edito dal GRTN;

il moltiplicarsi di insediamenti di centrali va nella direzione dell'aumento di immissione in atmosfera di gas serra e non della loro riduzione, come richiesto dal protocollo di Kyoto e dalla recente conferenza sull'ambiente di Johannesburg;

la direttiva impressa al processo di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica dalla legge 55/02 – semplificazione del procedimento tramite l'avocazione delle decisioni al Ministero – risulta in stridente contrasto con i principi più elementari del federalismo, così come riconosciuto nella seduta del 5 settembre 2002 della Conferenza Stato-Regioni, e comunque il trasferimento delle competenze legislative in materia energetica alle Regioni deve essere realizzato sempre all'interno di un Piano energetico nazionale e condizionato alla consultazione dei cittadini sull'utilizzo delle fonti energetiche;

l'accelerazione dei tempi di approvazione dei progetti di costruzione delle centrali – prevista dalla legge n. 55/2002 –, la compressione delle procedure della Valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), lo scarso rilievo assegnato all'esame da parte degli Enti locali non favoriscono una Valutazione ambientale strategica necessaria, stante la presentazione di numerosi progetti, che vanno a cadere in territori già penalizzati dal punto di vista ambientale;

il processo di liberalizzazione del mercato dell'energia elettrica, così come va affermandosi nel nostro Paese, con la mancata informazione tempestiva e consultazione preventiva dei cittadini come previsto dalla norme (legge 241/90 e dal decreto legislativo n. 334/1999, obblighi previsti per quegli Enti che aderiscono ad Agenda 21, (appiattimento delle posizioni delle Amministrazioni su quelle delle aziende proponenti, negligenze ed omissioni nell'operato delle Amministrazioni) pone evidenti esigenze di rafforzamento del sistema di garanzie, dal punto di vista dei cittadini in particolare, riguardo alla salute e all'ambiente,

si chiede di sapere:

se la funzione della legge n. 55/2002 (cosidetta legge sbloccacentrali) sia da considerarsi esaurita avendo abbondantemente assicurato con i MWE approvati il fabbisogno nazionale;

se possa anticiparsi ad oggi il termine previsto nell'art. 1 della suddetta legge (31 dicembre 2003) e che quindi la costruzione e l'esercizio degli impianti di energia elettrica non sia più sottoposto alla disciplina prevista dalla legge 55/02;

se non sia il caso di bloccare e sospendere tutti i procedimenti autorizzatori di nuove centrali in corso e riconsiderare le autorizzazioni concesse i cui MWE autorizzati superino il limite del fabbisogno nazionale.