Atto n. 4-04905

Pubblicato il 31 marzo 2011
Seduta n. 531

TOMASELLI - Al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

da mesi si susseguono articoli di stampa sui principali quotidiani nazionali in cui si sostiene che la Sogin avrebbe predisposto e trasmesso al Governo un elenco di 52 aree con caratteristiche adeguate per ospitare i siti per le scorie radioattive;

ogni area in questione dovrebbe avere la dimensione di circa 300 ettari, per essere in grado di accogliere, oltre ai depositi per le scorie di varia gradazione, anche il parco tecnologico previsto dalla normativa che il Governo ha definito in materia di ritorno al nucleare;

Sogin, società controllata dal Ministero dell'economia e delle finanze, è stata costituita nel 1999 e ha come missione lo smantellamento (decommissioning) degli impianti nucleari e la gestione dei rifiuti radioattivi;

sempre secondo i citati articoli, il Governo avrebbe deciso nei mesi scorsi di mantenere riservato l'elenco consegnato da Sogin, in attesa della nascita dell'Agenzia per la sicurezza del nucleare, la cui istituzione è stata finalmente definita nelle scorse settimane;

la decisione di tenere segreto l'elenco dei siti appare gravissima e del tutto inaccettabile: contraddice, infatti, l'esigenza di procedere nella massima trasparenza e nel coinvolgimento di tutti gli interessi coinvolti alla scelta dei siti nazionali, a cominciare dalle comunità locali, ed è la conferma che il Governo e la sua maggioranza immaginano di imporre il ritorno all'energia atomica, consegnando ai cittadini scelte decise senza alcun controllo democratico;

le aree individuate riguarderebbero, tra le altre, alcuni territori della Puglia;

in particolare, alcuni organi di stampa hanno riportato proprio nei giorni scorsi la possibile individuazione, unitamente ad altri centri pugliesi, del territorio del comune di Mesagne (Brindisi) tra i siti che sarebbero stati scelti quale sede per ospitare le scorie rivenienti da impianti nucleari,

considerato che:

a giudizio dell'interrogante, tale territorio appare oltremodo inopportuno ed indisponibile stante la vivace vocazione agroindustriale, manifatturiera e turistica che verrebbe con tutta evidenza stravolta nelle sue attuali configurazioni socio-economiche, ove tale indiscrezione fosse confermata;

si tratta, altresì, di un territorio e di un'intera provincia, quella di Brindisi, che da anni sono sede del più grande polo energetico del Paese e dell'intera Europa, ospitando ben tre centrali elettriche (Enel ed Edipower a carbone, Enipower a ciclo combinato) per un totale di circa 4.000 megawatt prodotti, un contributo unico, per impatto socio-ambientale, al fabbisogno energetico nazionale,

ricordato che:

nel frattempo, i tempi per l'eventuale ritorno dell'Italia al nucleare si allungano, anche per le crescenti preoccupazioni in tutto il mondo occidentale a seguito del recente incidente alla centrale di Fukushima in Giappone, che ha imposto la rivisitazione di molti programmi nucleari ed il blocco totale in diversi Paesi, nonché la revisione dei requisiti tecnici che sovraintendono agli impianti stessi e alla gestione delle scorie, anche attraverso una serie di stress test avviati nel parco centrali nucleari operativo in Europa;

la recente scelta del Governo di procedere alla moratoria di un anno nelle procedure di avvio del ritorno al nucleare sembra, come annunciato, escludere la parte di procedure che riguarda proprio l'individuazione dei siti che dovrebbero ospitare le scorie,

si chiede di sapere:

se il Governo intenda, urgentemente, riferire al Parlamento sui criteri e i contenuti dell'elenco dei siti per i depositi nucleari predisposto da Sogin;

se tra i siti individuati vi sia il territorio della città di Mesagne o, altrimenti, se ne possa formalmente escludere la presenza.