Atto n. 3-01625

Pubblicato il 6 ottobre 2010, nella seduta n. 433
Svolto nella seduta n. 532 dell'Assemblea (31/03/2011)

PEDICA , BELISARIO , GIAMBRONE , LANNUTTI - Ai Ministri per i beni e le attività culturali e dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

il polo cinematografico denominato Cinecittà costituisce, per Roma e per l'Italia, motivo di vanto a livello internazionale, data la rilevanza delle produzioni artistiche realizzate nell'area tramite le infrastrutture, nonché le risorse umane, che il polo mette a disposizione;

la struttura è stata avviata alla privatizzazione nel 1997, con la costituzione di Cinecittà Servizi, a capitale privato, che gestisce l'attività dei teatri e degli stabilimenti; l'anno successivo seguiva la creazione di Cinecittà Studios, all'inizio interamente partecipata dal Ministero per i beni e le attività culturali, quindi passata nelle mani dell'Italian Entertainment Group per l'80 per cento delle azioni societarie, guidato, fra gli altri, da Luigi Abete, Presidente del Consiglio di amministrazione, Diego Della Valle, titolare del 33 per cento del capitale sociale, e Aurelio De Laurentiis;

si è assistito nei recenti anni ad un lento declino della struttura: come denuncia il quotidiano "La Repubblica" in un articolo del 5 ottobre 2010 dal titolo "Cinecittà diventa privata ma il cinema non abita più là", "Italian Entertainment Group, che controlla Cinecittà attraverso partecipazioni azionarie pari a 40 milioni di euro, ha smesso di investire nel cinema, indirizzando i suoi interessi altrove e soprattutto sul parco a tema "Cinecittà World" che sta realizzando a Castel Romano", per cui al momento Cinecittà, sempre secondo il citato articolo, "con 20 teatri di posa, decine di edifici, 80mila metri quadri di superficie, ha smesso di fare film: il grosso della produzione è realizzato all'estero, negli studios in Tunisia e Marocco, mentre l'impalcatura romana si regge su qualche trasmissione televisiva come il Grande Fratello e Ciao Darwin. I dipendenti sono poco più di 150, rispetto agli 8mila degli anni d'oro del cinema italiano, e la maggior parte dei lavori viene data in appalto esterno";

il graduale indebolimento di Cinecittà, con il decremento, quantitativo e qualitativo, delle produzioni cinematografiche realizzate all'interno, sembra pertanto imputabile sia a una mancata valorizzazione delle risorse interne da parte della società che controlla la struttura sia agli scarsi incentivi nazionali, fiscali e normativi, che avrebbero dovuto attrarre la produzione in Italia;

l'articolo citato riporta come, in seguito alle mancanze di cui sopra, "Cinecittà Studios spa ha chiuso il 2009 con una perdita di 1 milione di euro e debiti pregressi pari a 28 milioni. Quello che più colpisce è il valore della produzione passato dai 40 milioni del 2008 ai 24 dell'anno successivo, il 40% in meno";

considerato che:

rimangono invece di capitale pubblico Cinecittà Holding e Istituto Luce: a fronte delle summenzionate difficoltà, il Ministro per i beni e le attività culturali ha inteso sollecitare, nell'aprile 2009, l'amministratore unico di Cinecittà Holding, Gaetano Blandini, il presidente, Roberto Cicutto, e l'amministratore delegato, Luciano Sovena, a programmare e realizzare un progetto di rilancio del comparto cinematografico, al fine di promuovere la massima diffusione del cinema italiano;

a fronte di tale volontà di rilancio dell'area di Cinecittà, si è registrata tuttavia una restrizione delle risorse finanziarie che il Ministero annualmente accorda ai progetti coordinati da Cinecittà Holding SpA e Istituto Luce: il finanziamento pubblico per Cinecittà Luce per il 2010 è stato decurtato di un milione di euro;

considerato inoltre che:

a due mesi dalla fine dell'anno di competenza il Ministero dell'economia e delle finanze non avrebbe provveduto a rifinanziare le provvigioni fiscali di durata triennale, tax credit e tax shelter, che scadono il prossimo 31 dicembre, in quanto nella finanziaria presentata a luglio scorso non sarebbero stati previsti fondi appositi in tal senso;

anche se indirettamente, influisce sulla penuria di risorse anche il recente taglio apportato al fondo unico per lo Spettacolo, nonché gli ultimi provvedimenti restrittivi relativi alle fondazioni lirico- sinfoniche;

il risultato di tale penuria di investimenti nel comparto cinematografico e dello spettacolo ha prodotto come conseguenza che l'attività operativa di Cinecittà è ferma da oltre un anno, e che, anche nella fase di distribuzione si assiste ad un livello di sotto-operatività rispetto alle potenzialità, dato che il capitale a disposizione viene quasi interamente impiegato per coprire le spese fisse di manutenzione e personale;

rilevato infine che:

il Consiglio di amministrazione di Italian Entertainment Group (IEG), riunitosi in data 4 ottobre 2010, sotto la presidenza di Luigi Abete, ha approvato il piano di sviluppo di Cinecittà Studios, oggetto di un accordo di sviluppo e di valorizzazione degli studi cinematografici romani firmato con Cinecittà Luce, proprietaria del sito ed azionista della società medesima al 20 per cento;

tale piano, annunciato in conferenza stampa dalla IEG, senza tuttavia essere stato comunicato ai sindacati e agli addetti ai lavori, prevede, oltre alla realizzazione di un teatro di posa, anche la costruzione, nello stesso complesso immobiliare, di alcuni servizi di ristorazione, sia un albergo, con annessa area benessere-fitness e, secondo quanto anticipato dagli organi di stampa (articolo de "L'Unità" del 5 ottobre 2010, dal titolo "Cinecittà di cemento: via il cinema arrivano i costruttori") anche di un parcheggio sotterraneo a due piani;

secondo il suddetto articolo sarebbero già stati fatti "degli sfratti per liberare l'area edificabile. A De Angelis che da cinquant'anni costruisce sculture per i teatri di posa, non è stato rinnovato il contratto. Avrà almeno 30mila statue che non saprà dove mettere. E così sono stati chiusi una falegnameria e pure altre officine";

appare pertanto chiaro che il piano di rilancio delle risorse culturali, storiche e fortemente imprenditoriali, visto che l'area coinvolge circa 100.000 persone, contando i dipendenti diretti di Cinecittà Studios, Cinecittà Luce e Cinecittà Digital, nonché migliaia fra registi, attori e maestranze specializzate, e 10.000 piccole e medie imprese connesse alla filiera produttiva, ideato dalla dirigenza di Cinecittà, risulta essere un piano più immobiliare che industriale;

la riduzione di Cinecittà ad un mero polo immobiliare appare agli interroganti come la fine della vocazione culturale dell'area nonché la perdita, per i lavoratori e le lavoratrici di Cinecittà e dell'indotto, di un futuro occupazionale nel settore e di professionalità insostituibili;

non si comprende in ogni caso come il summenzionato piano possa risolvere la crisi delle produzioni di Cinecittà, che necessiterebbe di un intervento assai più ampio né, ancor di più, del settore cinematografico italiano, il quale senza incentivi fiscali e riqualificazione delle produzioni non potrà avere un futuro di sviluppo;

considerato, infine, che:

le principali sigle sindacali e gli addetti ai lavori del comparto cine-televisivo hanno indetto una vertenza sul proposto piano di Italian Entertainment Group, chiedendo che le istituzioni locali ed il Ministero competenti convochino un tavolo interistituzionale che affronti in modo organico i problemi di Cinecittà per la difesa del sito produttivo, lanciando una mobilitazione per i giorni 7 e 8 ottobre 2010;

nella 7ª Commissione permanente (Istruzione pubblica, beni culturali, ricerca scientifica, spettacolo e sport) del Senato sono in discussione tre disegni di legge in materia di cinema e audiovisivo (Atti Senato n. 87, 1422, 1429 e 1553), dai quali potrebbe scaturire una reale proposta di rilancio del settore in oggetto,

si chiede di sapere:

se il Ministro per i beni e le attività culturali sia a conoscenza del piano di rilancio presentato da Italian Entertainment Group, comunicato alla stampa in data 4 ottobre 2010, che verte principalmente sull'alienazione del patrimonio immobiliare, e se ne approvi finalità e modalità di realizzazione da parte di Cinecittà Studios;

quali iniziative intenda assumere per favorire realmente il rilancio della attività di Cinecittà Holding e Istituto Luce, con particolare riferimento al programma e alle risorse finanziarie da destinare all'uopo;

se i Ministri in indirizzo intendano accogliere la richiesta di convocazione del tavolo interistituzionale di cui in premessa e con quali obiettivi;

quali siano gli orientamenti del Ministro per i beni e le attività culturali in materia di supporto alla produzione di cinema e audiovisivo;

se il Ministro dell'economia e delle finanze intenda rifinanziare le provvigioni fiscali citate in premessa in favore della produzione cinematografica di durata triennale, che scadono il prossimo 31 dicembre, ed in che tempi, dato che il mancato rifinanziamento sta arrecando già gravi danni alla produzione, la cui programmaticità è a medio e lungo termine e necessita di certezze in materia fiscale ed economica.