Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02035

Atto n. 4-02035

Pubblicato il 7 maggio 2002
Seduta n. 165

DONATI, RIPAMONTI, CORTIANA. - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e per le politiche comunitarie. -

Premesso che:

            nel 1939 lo Stato identificava l’Alta Brianza, comprendente anche il lago di Alserio, come area ambientale da tutelare (legge n. 1497 del 26 febbraio 1939);

            nel 1977 la regione Lombardia istituiva la riserva naturale «Riva orientale del lago di Alserio» (legge regionale n. 33 del 1977);

            nel 1983 la regione Lombardia istituiva, su delega dello Stato, il Parco naturale Valle del Lambro (legge regionale n. 82 del 1983) affidandone la gestione e le funzioni di tutela dell’integrità ecologica ad un consorzio di comuni e province con sede a Triuggio (Milano);

            nel 1987 il piano regolatore generale del comune di Erba, tuttora vigente e di cui è parte integrante il Piano agricolo dello stesso comune, ha riconosciuto l’unicità dell’habitat naturale del lago di Alserio fra gli altri laghi alto-lombardi, area di sosta e nidificazione per oltre cinquanta specie migratorie, tutelandone la ricca vegetazione perilacustre e la presenza di specie diverse e rare di flora e di fauna;

            nel 1996 il Presidente del consorzio Parco Valle Lambro induceva l’Assemblea ad approvare, con delibera n. 45 del 22 novembre 1996, un’acquisizione comprendente il rudere ribattezzato Castel del Lago, base di costruzione di un nuovo edificio incombente sulla Riserva Naturale;

            nel 1997, con delibera del 3 gennaio 1997, l’Assemblea del consorzio Parco Valle del Lambro approvava il Piano territoriale di Coordinamento che comprende la riperimetrazione dei confini e la nuova denominazione di Parco regionale, con vincoli modificati, ma con norme tecniche attuative che non consentono alcun intervento di costruzione stradale né di modifica delle esistenti, come auspicato dal Presidente del Consorzio:

            sminuendo nell’area detta «Piano d’Erba o delle Eupili» i vincoli di tutela ambientale, e rimuovendoli nella fascia di Parco regionale, quasi a predisporre insediamenti anche letali per l’unità organica dell’ecosistema lacustre del lago di Alserio, e destinando all’urbanizzazione aree con la presenza di acque sorgive tra cui quella con la sorgente più importante del bacino, la Ghiringhella;

            sostituendo le aree vitali vicine al bacino, sottratte al Parco naturale, con un’area industriale lontana dal bacino e incompatibile, aggiunta come fosse Parco naturale;

            aggiungendo come nuovo Parco regionale aree già fortemente antropizzate e l’area industriale comprendente la Cementeria di Merone, multinazionale svizzera proiettata a diventare un grande polo di incenerimento rifiuti;

            approvando, in violazione delle norme di salvaguardia, la costruzione di un maneggio di oltre duemila metri quadrati, una strada con ponte in cemento armato, una piattaforma in cemento armato per un impianto di trattamento dei rifiuti, un edificio pomposamente ribattezzato Castel del Lago sorto su un pre-esistente ricovero di barche;

            la Commissione Europea ha incluso il lago di Alserio fra i Siti di Interesse Comunitario – IT 2020005 – ed il Consorzio del Parco Valle del Lambro ha ottenuto nel 1999 un finanziamento dall’Unione europea per il progetto «Interventi di conservazione integrata e risanamento ambientale del lago d’Alserio», finanziati attraverso il programma LIFE-Natura 1999-7, presentando una cartografia non corrispondente alla realtà territoriale ed ambientale,

        si chiede di sapere se i Ministri in indirizzo non ritengano di intervenire:

            per verificare la compatibilità della documentazione presentata dal Consiglio Direttivo del Parco Valle del Lambro alla Commissione Europea con il finanziamento LIFE-Natura sopra citato;

            per verificare il rispetto da parte del Consiglio Direttivo del Parco della Valle del Lambro delle norme a cui sono sottoposti i siti di interesse comunitario, in particolare, ai sensi della direttiva comunitaria n. 11/1997, la valutazione di impatto ambientale preventiva sugli interventi approvati;

            per segnalare alla Magistratura le violazioni eventualmente riscontrate, non solo nella salvaguardia, della normativa nazionale e comunitaria.