Pubblicato il 15 settembre 2010
Seduta n. 421
GASPARRI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della giustizia e dell'interno. -
Premesso che:
il Partito democratico - secondo quanto riportato dal "Corriere della Sera" del 10 settembre 2010 - avrebbe intenzione di presentare nelle sue liste, in vista delle prossime elezioni politiche, un gruppo di esponenti appartenenti a vari partiti di sinistra;
un patto in questo senso sarebbe stato già siglato dal Segretario del Partito democratico con l'attuale segretario del Partito dei Comunisti italiani, Oliviero Diliberto, e con l'attuale segretario di Rifondazione comunista e leader della Federazione della sinistra, Paolo Ferrero;
considerato che il segretario di Rifondazione comunista, Paolo Ferrero, secondo il quotidiano di via Solferino, "avrebbe deciso di prendere a lavorare con sé l'ex brigatista non pentito né dissociato Francesco Piccioni" nel ruolo di portavoce;
preso atto che:
Francesco Piccioni, nome di battaglia "Michele" ed esponente di spicco della sinistra extraparlamentare romana, ha militato nelle Brigate rosse dal 1976 e ha partecipato, tra l'altro, all'assalto del 1979 alla sede del comitato regionale della Democrazia cristiana in piazza Nicosia a Roma che si concluse con l'uccisione di due uomini delle Forze dell'ordine;
la militanza del predetto Piccioni nel partito armato non è cessata neanche con il carcere dal quale ha rivendicato la paternità, in quanto appartenente alle Br-Pcc, degli attentati a Gino Giugni e a Ezio Tarantelli;
"il Giornale" del 4 novembre 2006, avvalendosi dei dati del centro studi "G. Federici" riportava che Francesco Piccioni, in semilibertà dal 1999, "lavora al quotidiano Il Manifesto";
preso atto, inoltre, che:
in una successiva intervista, rilasciata l'11 settembre 2010 al "Corriere della Sera", il leader della Federazione della sinistra ha affermato che "Piccioni è un amico, l'ho conosciuto dopo che è uscito di galera quando già faceva il giornalista a "il Manifesto". È uno che ha sbagliato";
i giornali, inclusi quelli editi da cooperative di giornalisti come "il manifesto", sono destinatari di congrui finanziamenti statali;
anche i partiti usufruiscono di pubblici finanziamenti attraverso il meccanismo dei rimborsi elettorali,
l'interrogante chiede al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri in indirizzo, ciascuno di competenza, di sapere:
in quanti e quali processi e per quali e quanti reati risulti essere stato imputato e/o condannato l'ex brigatista Francesco Piccioni;
quale sia il regime cui è sottoposto attualmente il predetto ex brigatista;
se risulti che attualmente il citato Piccioni sia implicato in alcuna indagine in corso per terrorismo o altro reato;
se risulti che attualmente lo stesso lavori al quotidiano "il manifesto", con quali mansioni e con quale retribuzione;
se risulti che attualmente il citato Piccioni abbia alcun incarico nel partito di Rifondazione comunista e con quali eventuali compensi;
infine, se e in quali modi intendano intervenire al fine di promuovere ogni iniziativa utile per far sì che i soldi degli onesti contribuenti e dei familiari delle vittime del terrorismo non siano utilizzati a beneficio di coloro i quali si sono resi volontariamente protagonisti, mai pentiti, di una stagione di sangue senza eguali nella storia del nostro Paese.