Pubblicato il 4 agosto 2010
Seduta n. 419
ANTEZZA , PIGNEDOLI , ANDRIA , BERTUZZI , DI GIOVAN PAOLO , MONGIELLO - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
i seguenti fattori ed elementi di crisi del settore agroalimentare già evidenziati nell'interrogazione 3-01098 presentata nel dicembre 2009 non si sono attenuati nel corso del 2010, ma anzi si sono aggravati: il calo dei prezzi all'origine di molti prodotti agroalimentari connesso con un'assai meno marcata diminuzione dei costi di produzione; la brusca riduzione del reddito reale per lavoratore agricolo; la forte contrazione della produzione; i riflessi negativi che questi elementi determinano sui livelli occupazionali del settore;
la congiuntura economica e la volatilità dei prezzi hanno determinato il rischio reale e concreto di chiusura per il 50 per cento delle aziende operanti nell'ambito del comparto; le imprese agricole del meridione d'Italia, in particolare, non riescono più a realizzare reddito dalla propria attività, e non riescono ad accedere al credito;
anche in sede di Conferenza Stato-Regioni sono state evidenziate - e manifestate al Governo attraverso una nota della Commissione Politiche agricole della stessa Conferenza datata 8 ottobre 2009 - le preoccupazioni che derivano dalle "proporzioni drammatiche" della crisi dell'agricoltura italiana, che alimentano "le già gravi difficoltà strutturali in cui versa il settore delle produzioni agricole" e aggravano gli effetti della crisi sulla tenuta sociale, "col rischio che venga compromesso in modo irreversibile il lavoro e gli investimenti" di agricoltori e famiglie del mondo contadino;
la manovra economica correttiva presentata dall'Esecutivo ed approvata nei giorni scorsi, così come già avvenuto per la legge finanziaria per il 2010, non prevede alcuna misura a sostegno del comparto agroalimentare. Una mancanza di interventi che rende sempre più evidente, ad opinione degli interroganti, lo scarso interesse che il Governo manifesta nei confronti di un settore che riveste invece una valenza strategica, configurandosi come il motore trainante dell'economia, rispetto al quale occorrerebbe l'elaborazione di un congruo piano di rilancio, atto a fronteggiare la congiuntura economica negativa;
considerato che:
il Ministro in indirizzo, in data 28 luglio 2010, nella risposta all'interrogazione citata, nella 9ª Commissione permanente (Agricoltura e produzione agroalimentare) del Senato, ha affermato che le richieste di riconoscimento dello stato di crisi avanzate in Basilicata, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Sardegna, ai sensi dell'articolo 1-bis della legge n. 71 del 2005 non possono essere accolte in quanto in contrasto con il quadro normativo europeo in materia di aiuti di Stato;
nella stessa seduta, il Ministro non ha prospettato soluzioni concrete e rispondenti alle problematiche della crisi del settore agricolo, se non una dichiarazione d'intenti;
rilevato che:
le organizzazioni professionali, le istituzioni e il mondo agricolo stanno manifestando, attraverso ripetute azioni di protesta diffuse su tutto il territorio nazionale, il loro disappunto verso quella che si configura come una grave inadempienza del Governo per gli impegni prima assunti e poi rinnegati;
di fronte a tale situazione, rimangono immutate le richieste di risposte, in termini di risorse finanziarie e interventi, avanzate già da molti mesi dagli agricoltori italiani, e in particolare da quelli del Mezzogiorno,
si chiede di sapere:
quali urgenti misure il Governo intenda attivare per far fronte alla perdurante e profonda crisi del settore agroalimentare in Basilicata, Puglia, Sicilia, Abruzzo e Sardegna, che non ha conosciuto alcuna attenuazione in questi mesi e che anzi si è ulteriormente aggravata, anche in considerazione del fatto che, a differenza dell'Italia, i principali Stati membri dell'Unione, più attenti agli effetti della crisi economica e finanziaria sui sistemi agricoli nazionali, hanno da tempo provveduto allo stanziamento delle risorse finanziarie necessarie alla definizione e attuazione di interventi strutturali;
quali misure intenda adottare per permettere la continuità operativa delle imprese agricole in crisi economica e finanziaria e a rischio di definitiva chiusura, nonché per la salvaguardia degli attuali livelli occupazionali;
se intenda adottare misure atte a ridurre il cuneo fiscale e contributivo che grava sulle imprese agricole italiane in misura superiore rispetto alle corrispondenti imprese agricole del resto dell'Unione europea;
se intenda garantire per l'anno in corso e per quelli successivi la stabilizzazione delle agevolazioni in favore delle imprese agricole dislocate nelle aree svantaggiate e per le zone di montagna.