Pubblicato il 4 agosto 2010
Seduta n. 419
RUSCONI - Al Ministro delle infrastrutture e dei trasporti. -
Premesso che:
alcune misure contenute nel decreto-legge n. 78 del 2010, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122, comporteranno la riduzione dei corrispettivi per la fornitura dei servizi di trasporto pubblico locale (TPL), ferroviario, filoferrotranviario e su gomma, derivanti dall'ex Fondo nazionale trasporti e da successive rivalutazioni e integrazioni, trasferiti alle Regioni, per un ammontare variabile tra il 30 ed il 50 per cento;
i predetti contributi coprono circa i 2/3 dei costi per la fornitura dei servizi di TPL e, per mantenere invariati gli attuali livelli di servizio, le tariffe dovrebbero subire incrementi dal 60 al 100 per cento;
la riduzione dei servizi di trasporto pubblico o l'aumento delle tariffe comporteranno un consistente aumento del traffico privato nei centri urbani e il peggioramento dei livelli di inquinamento ambientale, con conseguenti maggiori costi sanitari, ambientali e per la realizzazione di opere stradali;
a fronte del consistente incremento delle tariffe per l'utilizzo dei trasporti pubblici, il medesimo decreto-legge n. 78 del 2010 prevede per gli utilizzatori del mezzo privato un aumento delle tariffe autostradali in misura limitata di due millesimi a chilometro;
il combinato disposto delle predette misure ha un effetto devastante nel già precario equilibrio tra utilizzo del mezzo privato e l'utilizzo, certamente più virtuoso e meno inquinante, del mezzo pubblico;
le conseguenze in termini di costi sociali, derivanti dal grave disequilibrio economico in cui cadrebbero le società di gestione dei servizi di trasporto pubblico, in gran parte private, incluse le Ferrovie dello Stato, di cui il Ministero è azionista, sono gravi;
considerato che:
il decreto-legge 29 novembre 2008, n. 185, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 2 del 2009, per assicurare i necessari servizi di trasporto pubblico al fine della stipula dei nuovi contratti di servizio con Trenitalia SpA, ha autorizzato una spesa di 480 milioni di euro per gli anni 2009, 2010 e 2011, adeguando, dopo molti anni, l'ammontare degli stanziamenti pubblici ex Fondo nazionale trasporti;
il decreto-legge n. 5 del 2009, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 33 del 2009, ha imposto alle Regioni di affidare i contratti di servizio per il trasporto ferroviario locale alla società Trenitalia SpA, quando detti contratti di servizio si sarebbero potuti affidare mediante gare ad evidenza pubblica europea, con ciò impedendo il conseguimento di consistenti risparmi di spesa ed il miglioramento della qualità dei servizi;
stante la durata minima dei contratti di 6 anni imposta dal citato decreto-legge n. 5 del 2009, diventa difficile la prosecuzione di detti contratti per i tre anni successivi al 2011, vista la diminuzione dei trasferimenti statali alle Regioni per il trasporto locale;
i costi di esercizio del trasporto pubblico, ed in particolare di quello ferroviario, potrebbero essere notevolmente inferiori semplicemente mediante la revisione delle norme che ne regolano l'esercizio, con benefici sulla velocità commerciale e quindi maggiore soddisfazione da parte dell'utenza;
a giudizio dell'interrogante, l'elenco delle opere infrastrutturali «essenziali, necessarie e connesse» legate all'EXPO 2015 è pari a 25 miliardi di euro, con un costo medio di 1.200 euro a visitatore, di cui 2/3 comunque italiani, e che tra queste opere ve ne sono molte di dubbia utilità, quali non meglio precisate «vie d'acqua e vie di terra», nonché altre che, benché siano da realizzarsi con finanziamenti pubblici, tecnicamente non potranno essere completate per il 2015 a causa dei tempi tecnici di realizzazione,
si chiede di sapere:
se siano state valutate dal Ministro in indirizzo le conseguenze che potranno derivare, a seguito della citata iniziativa normativa sul lato delle tariffe dei servizi di TPL, sulla mobilità di quanti usufruiscono dei trasporti pubblici, ed in particolare sui pendolari e le loro famiglie;
se siano state valutate le conseguenze che si potranno avere sul traffico dei centri urbani e sull'inquinamento ambientale derivanti dal maggiore ricorso al mezzo privato a causa della riduzione dei servizi di trasporto pubblico o dall'aumento delle tariffe, nonché le conseguenti ricadute in termini di maggiori costi sanitari, ambientali e di realizzazione di opere stradali;
se siano state valutate le conseguenze in termini di costi sociali, derivanti dal grave disequilibrio economico in cui cadrebbero le società di gestione dei servizi di trasporto pubblico, in gran parte private, incluse le Ferrovie dello Stato;
come sarà possibile, stante la durata minima dei contratti di 6 anni imposta dal decreto-legge n. 5 del 2009, la prosecuzione di detti contratti per i tre anni successivi al 2011, vista la diminuzione dei trasferimenti statali alle Regioni per il trasporto locale;
se il Ministro sia a conoscenza del fatto che i costi di esercizio del trasporto pubblico, ed in particolare di quello ferroviario, potrebbero essere notevolmente inferiori semplicemente mediante la revisione delle norme che ne regolano l'esercizio, con benefici sulla velocità commerciale e quindi maggiore soddisfazione da parte dell'utenza;
se sia a conoscenza del fatto che l'elenco delle opere infrastrutturali «essenziali, necessarie e connesse» legate all'EXPO 2015 sia pari a 25 miliardi di euro, e che tra queste opere ve ne siano molte di dubbia utilità, nonché altre che, benché siano da realizzarsi con finanziamenti pubblici, tecnicamente non potranno essere completate per il 2015 a causa dei tempi tecnici di realizzazione, e se non ritenga opportuno effettuare una verifica della effettiva utilità di tali opere, selezionando solamente quelle strettamente necessarie e inserite in un apposito piano regionale della mobilità.