Pubblicato il 27 maggio 2010
Seduta n. 389
PEDICA , BELISARIO - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
secondo quanto riportato da numerosi quotidiani nazionali e locali in data 24 maggio 2010, la Corte dei conti ha disposto il sequestro conservativo delle sei cliniche romane della San Raffaele SpA, del gruppo Tosinvest Sanità, riconducibile alla famiglia Angelucci;
fra le strutture private al centro dell'indagine dei magistrati contabili ci sono quelle di Velletri (dove sarebbe stato redatto il maggior numero di false fatture e dove sarebbero state riscontrate le irregolarità più gravi), Cassino, Pisana, Portuense (tutte nel Lazio) e Sulmona (in Abruzzo);
da quanto si apprende dai mezzi di informazione il presidente della Corte dei conti De Musso ha accolto l'istanza presentata dal vice procuratore generale Massimiliano Minerva, disponendo il sequestro cautelare prima della comparizione delle parti davanti a un giudice perché, si legge negli atti, "ha ritenuto fondato il timore di vedere altrimenti vanificate le pretese risarcitorie della Asl Rm-h";
il vice procuratore generale Minerva ha sostenuto che nelle strutture si eseguivano prestazioni irregolari o inesistenti in regime di convenzione con la Asl e che il danno riconducibile a tali operazioni per la Regione Lazio è stimato in 134 milioni di euro;
secondo quanto riportato dal quotidiano "il Messaggero" del 25 maggio 2010, il presidente della San Raffaele SpA, Carlo Trivelli, avrebbe chiarito che "il sequestro conservativo ante causam è stato disposto su alcuni beni immobili, sui quali la società mantiene comunque la titolarità, e non riguarda le attività sanitarie, che mantengono la loro operatività assistenziale"; lo stesso ha sostenuto che "Il sequestro è una mera garanzia sull'eventuale danno erariale che dovesse essere accertato rispetto alla contestata irregolarità di alcune prestazioni effettuate nel solo San Raffaele di Velletri. Il sequestro, infatti, si riferisce all'inchiesta, ancora aperta, della Procura di Velletri del febbraio 2009";
considerato che:
il gruppo Angelucci è una delle maggiori realtà imprenditoriali a livello nazionale nel settore della riabilitazione, attivo principalmente nel Lazio con 13 strutture;
su presunte irregolarità a vario titolo che si sarebbero verificate nelle strutture sanitarie del gruppo Angelucci, fra cui alcune oggetto del citato sequestro, sono stati presentati diversi atti di sindacato ispettivo, tuttora inevasi da parte del Ministro in indirizzo: nello specifico, l'interrogazione 4-02699 presentata il 16 febbraio 2010 e le interrogazioni 4-02624 e 4-02625 presentate entrambe il 28 gennaio 2010;
rilevato infine che:
il sistema sanitario regionale del Lazio versa da anni in una grave situazione finanziaria;
in data 4 luglio 2008 il Consiglio dei ministri ne ha disposto il commissariamento per la realizzazione degli obiettivi di risanamento finanziario previsti nel piano di rientro dai disavanzi nel settore sanitario;
le operazioni di rientro finanziario hanno determinato pesanti tagli in termini di prestazioni sanitarie offerte, e la conseguente chiusura di numerosi presidi sanitari periferici, la riduzione del numero di posti letto disponibili, costringendo l'amministrazione regionale ad un innalzamento delle tariffe;
in data 23 aprile 2010, il neo presidente della Regione Lazio, Renata Polverini, è stata nominata dal Consiglio dei ministri commissario straordinario alla sanità del Lazio, per l'attuazione dei piani di rientro del disavanzo sanitario;
il piano di rientro del deficit sanitario, che dovrebbe essere presentato dal presidente della Regione al Consiglio dei Ministri nei prossimi giorni, prevedrebbe, anche alla luce degli annunciati tagli ai trasferimenti statali, ulteriori misure di ristrutturazione della rete ospedaliera per evitare di dover ritoccare le aliquote regionali di Irpef e Irap già ai massimi livelli;
si annunciano, quindi, nuove chiusure di strutture sanitarie ospedaliere e paraospedaliere e una conseguente ulteriore diminuzione dei posti letto per gli utenti del servizio sanitario del Lazio,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga che debba essere immediatamente verificato se corrisponda al vero l'affermazione del presidente di San Raffaele SpA, Carlo Trivelli, circa il mantenimento dell'operatività assistenziale delle cliniche della famiglia Angelucci, e quali misure intenda attuare se, in relazione all'attività investigativa e al provvedimento di sequestro cautelativo, tali strutture dovessero interrompere l'erogazione del servizio sanitario, in quanto la limitazione di posti letto e di prestazioni offerte che ne deriverebbe e che si andrebbe a sommare ai tagli effettuati al sistema pubblico negli anni e annunciati ulteriormente nel piano di rientro del presidente Polverini, rischierebbe di provocare un black out totale del sistema sanitario della Regione Lazio, inficiando il diritto alla salute costituzionalmente garantito ai cittadini;
quali misure il Ministro in indirizzo intenda intraprendere, anche di concerto con il presidente della Regione Lazio, al fine garantire maggior controllo e trasparenza alle prestazioni offerte al sistema sanitario regionale dalle cliniche private, in particolare da quelle della famiglia Angelucci che rappresentano la vasta maggioranza nel sistema sanitario privato della regione, con lo scopo di ristabilire i principi di sana e corretta amministrazione nel sistema sanitario regionale nonché il livello di eccellenza delle strutture sanitarie del Lazio.