Atto n. 3-01312 (con carattere d'urgenza)

Pubblicato il 6 maggio 2010, nella seduta n. 375

D'UBALDO , BAIO , BARBOLINI , LANNUTTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri. -

Premesso che:

dalla pubblicazione dei dati relativi ai redditi per l'anno 2008 dei parlamentari italiani, si apprende che il professor Giulio Tremonti, Ministro dell'economia e delle finanze, avrebbe dichiarato un reddito di 39.672 euro;

per l'anno 2007, lo stesso Ministro avrebbe dichiarato un reddito di 4,5 milioni di euro in ragione della sua partecipazione, per una quota pari ad oltre il 30 per cento, del noto studio milanese Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati;

secondo quanto dichiarato dallo stesso Tremonti, nel maggio 2008, a seguito della sua nomina a Ministro, lo stesso avrebbe lasciato ogni ruolo nel suddetto studio, analogamente a quanto già fatto in passato in occasioni di precedenti incarichi governativi;

successivamente all'espletamento di detti incarichi il professor Giulio Tremonti ha sempre riacquisito la sua partecipazione e il suo ruolo nello studio Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati;

considerato che:

come risulta da pubblicazioni specializzate del settore di cui gli interroganti sono a conoscenza, nel 2008 lo studio citato ha conseguito compensi per circa 20 milioni di euro, rientrando tra i primi 25 studi legali italiani per fatturato;

lo stesso studio ha svolto e svolge consulenze anche per importanti società tra cui ENI, Sparkle, Telecom, Wind, Fastweb, Monte dei Paschi, Erg, Merrll Lynch, molte delle quali a partecipazione pubblica detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze di cui è titolare il professor Giulio Tremonti,

si chiede di sapere:

se il Presidente del Consiglio dei ministri, al fine di salvaguardare l'immagine ed il prestigio del Ministro dell'economia e della finanze, intenda verificare l'effettiva natura dei rapporti che dal 1994 ad oggi hanno consentito più volte l'uscita e il successivo rientro del professor Giulio Tremonti nella compagine associativa dello studio Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati;

se ritenga che tale situazione sia compatibile con l'incarico istituzionale ricoperto;

se non vada fugato il dubbio che le aziende citate in premessa si avvalgano dei servizi dello studio legale e tributario Vitali, Romagnoli, Piccardi e Associati, anche in ragione dei rapporti intercorsi e che potrebbero nuovamente intercorrere tra detto studio ed il ministro Tremonti.