Legislatura 16 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-03095
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Atto n. 4-03095
Pubblicato il 29 aprile 2010
Seduta n. 370
BELISARIO , GIAMBRONE , DE TONI , DI NARDO - Ai Ministri della salute e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che:
l'Associazione italiana medici per l'ambiente - Isde (International society of doctors for the environment - Italia) di Viterbo ha richiesto ai Ministri in indirizzo un intervento urgente per risolvere le problematiche derivanti dal degrado e dall'inquinamento dell'ecosistema del lago di Vico, in provincia di Viterbo, segnalando in un esposto datato 30 marzo 2010 che da alcuni anni l'ecosistema locale presenta criticità ben documentate ed attualmente in fase di rapido peggioramento;
l'esposto in questione presenta un quadro dettagliato e circostanziato delle problematiche ambientali e dei timori per il possibile rischio sanitario determinato dal rapido deterioramento dell'ecosistema. In particolare, lo stato del processo di eutrofizzazione e la marcata riduzione dell'ossigeno disciolto rappresenterebbero una potenziale minaccia per la vita delle specie vegetali e per la fauna lacustre, oltre che un rischio per la salute delle persone;
le acque del lago, di origine vulcanica, sono infatti ricche di arsenico, un elemento classificato come cancerogeno dalla Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro (IARC) e presentano, sin dal 2007, periodiche e consistenti fioriture dell'alga Planktothrix rubescens, appartenente al phylum dei Cianobatteri, denominata comunemente "alga rossa". Questa alga produce una microcistina dannosa per la salute umana, per la flora e la fauna ittica lacustre ed è classificata dall'IARC come elemento cancerogeno di classe 2b;
oltre alla presenza di periodiche fioriture di alga rossa e alla riduzione del quantitativo di ossigeno, suscitano preoccupazione la riduzione della trasparenza delle acque del lago e la presenza nei sedimenti di metalli pesanti, fitofarmaci e concimi chimici. Nell'esposto in questione sono altresì riportate diverse proposte, più volte formulate dell'Isde di Viterbo nel corso del tempo, per l'avvio di una rapida ed efficace bonifica dell'intero ecosistema lacustre e per garantire acque salubri e potabili alla popolazione residente nei comuni di Caprarola e Ronciglione, così da ridurre ogni timore per un potenziale rischio per la salute delle persone;
due anni fa, su proposta del dipartimento di prevenzione - Servizio igiene e sanità pubblica della azienda sanitaria locale di Viterbo, ed a seguito della comunicazione dei risultati di appositi esami effettuati dall'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente (Arpa) Lazio di Viterbo, era stata adottata un'ordinanza del sindaco di Ronciglione che vietava la potabilità dell'acqua;
i problemi derivanti dai livelli di contaminazione possono essere registrati non solo con riguardo al consumo dell'acqua potabile, ma anche da quella per uso domestico immessa nella catena alimentare, in considerazione del fatto che le sostanze in questione resistono alle temperature di cottura;
la complessità del problema deriva comunque dal fatto che nelle acque del lago sarebbero presenti sostanze che agiscono anche come interferenti endocrini, le quali richiederebbero un'azione di monitoraggio a lungo termine. Il 10 maggio 2010 è programmata una riunione presso la Regione Lazio nella quale dovrebbero essere valutati interventi per l'agricoltura, per il controllo degli scarichi fognari e per la qualità dell'acqua, nonché una riflessione per un approvvigionamento idrico alternativo;
l'Isde, nell'esposto del 30 marzo 2010, cita inoltre i risultati di analisi recentemente effettuate dalla sezione di Viterbo dell'Arpa Lazio, relative ad un campione di acqua prelevato presso il serbatoio dell'acquedotto del Comune di Caprarola e a due campioni di acqua prelevati dalle stazioni di potabilizzazione dell'acquedotto di Ronciglione;
tali esami evidenzierebbero la persistente mancanza di una adeguata filtrazione nel processo di potabilizzazione dell'acqua proveniente dal lago. Dati recenti, presentati nel corso di una riunione presso la Provincia di Viterbo del tavolo tecnico istituito ad hoc, hanno confermato la presenza nelle acque del lago di valori elevati di Arsenico nonché di altre sostanze tossiche di norma estranee alle acque del lago e delle quali sarebbe necessario individuare urgentemente la provenienza (mercurio, idrocarburi policiclici aromatici - IPA, cadmio e nichel) in considerazione del fatto che gli elementi tossici presenti nei sedimenti del lago potrebbero venire captati dalle prese degli acquedotti e così essere immessi nella rete idrica di distribuzione;
questi dati, insieme alle analisi effettuate dall'Arpa Lazio - sezione di Viterbo che continuano a mostrare, nelle acque destinate a consumo umano, una presenza ed un quantitativo rilevante di alghe e in particolare di alghe cianoficee, delle quali si è registrata una nuova intensa fioritura superficiale nella giornata del 24 marzo scorso, dimostrano come la mancanza di adeguate indagini generi una forte incertezza per un possibile rischio sanitario,
si chiede di sapere:
se la situazione di cui in premessa sia a conoscenza dei Ministri in indirizzo e come essi intendano conseguentemente provvedere;
quali iniziative si intenda assumere ai fini della tutela e della bonifica di tutta l'area circostante il lago di Vico in applicazione di quanto previsto dal decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152, con riferimento alla disciplina delle aree di salvaguardia delle acque superficiali e sotterranee destinate al consumo umano;
se non si ritenga di dover avviare un più adeguato e costante sistema di monitoraggio delle sostanze tossiche presenti nelle acque destinate a consumo umano, con particolare riferimento all'arsenico, nonché interventi di sorveglianza di lungo periodo dello stato di salute della popolazione esposta ai possibili inquinanti di cui in premessa;
quali opere di risanamento dell'ecosistema siano state adottate o si intenda adottare al fine di garantire acqua potabile e sicura alle comunità di Caprarola e Ronciglione e quali siano le valutazioni circa fonti alternative di approvvigionamento idrico, nel rispetto del principio di precauzione;
quali iniziative di informazione pubblica per un corretto utilizzo dell'acqua siano state assunte o si intenda assumere in conformità a quanto previsto dal decreto legislativo del 2 febbraio 2001 n. 31 in attuazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità delle acque destinate al consumo umano;
quali misure si intenda adottare al fine di rilevare il livello di radioattività delle acque del lago, come previsto dalla raccomandazione della Commissione europea del 20 dicembre 2001 sulla tutela della popolazione contro l'esposizione al radon nell'acqua potabile, anche in considerazione delle peculiari caratteristiche del territorio viterbese il cui sottosuolo è ricco del gas radioattivo radon;
se si intendano rendere disponibili alla consultazione le analisi sinora eseguite per rilevare la presenza e la concentrazione della microcistina prodotta dall'alga rossa se vi siano gli estremi per procedere ad una rivalutazione della classificazione delle acque del lago di Vico;
se non si intenda promuovere lo studio di sistemi di purificazione del lago e di altre modalità di potabilizzazione e manutenzione degli impianti idrici, alla luce del fatto che il lago di Vico è un sistema idrico aperto e quindi vulnerabile rispetto a molteplici fattori d'inquinamento, sia esogeni che endogeni.