Atto n. 3-01163 (in Commissione)

Pubblicato il 11 febbraio 2010
Seduta n. 334

VIMERCATI , ROILO - Al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

il gruppo Italtel SpA, uno dei maggiori player italiani nel settore delle telecomunicazioni, sebbene presenti un fatturato in costante crescita, deve far fronte ad un debito pari a circa 235 milioni di euro, situazione aggravata dalla diminuzione delle commesse da parte di Telecom Italia, i cui ordini sono scesi dai 245 milioni per il 2008 a 200 milioni per il 2009;

il piano industriale, stilato dall'amministratore delegato di Italtel Umberto De Julio e presentato al Vice Ministro dello sviluppo economico Romani e alle unioni sindacali Italtel in data venerdì 5 febbraio 2010 prevede il taglio di ulteriori 400 posti di lavoro, che si aggiungono ai 450 esuberi dichiarati a giugno 2009;

dagli organi di stampa, in particolare dall'articolo edito sull'inserto "CorrierEconomia" del "Corriere della Sera" di lunedì 8 febbraio 2010 a firma di Edoardo Segantini, si apprende che il vice ministro Romani intenderebbe creare un polo impiantistico e manifatturiero delle telecomunicazioni in cui far confluire le imprese Italtel, Sirti, Sielte e Dial-Face, la cui gestione verrebbe affidata a Stefano Pileri, ex responsabile della rete di Telecom Italia e attuale presidente di Confindustria Servizi innovativi e tecnologici;

il piano prevedrebbe un aumento di capitale da parte dei maggiori azionisti Telecom e Cisco System, entrambi detentori di una quota pari a circa il 20 per cento del capitale, e un rinnovo del credito concesso a Italtel da parte della banche Unicredit, banca Popolare di Milano e Interbanca tramite la conversione del debito in equity o in altre forme di credito finanziario;

alcune delle imprese interessate non sembrerebbero concordi all'ingresso del nascente polo industriale;

a giudizio degli interroganti, il caso della fusione Alcatel-Lucent, che ha portato in circa tre anni al taglio di 17.500 posti di lavoro, indica che la creazione di un polo unitario in grado di generare sinergie tra i suoi componenti rischia di ridurre sensibilmente il livello occupazionale delle imprese coinvolte,

si chiede di sapere:

se le informazioni riportate corrispondano al vero;

quali siano i dettagli del piano di creazione del polo industriale (con particolare riferimento al management, all'azionariato, ai contenuti del piano industriale);

che cosa intenda fare il Governo per tutelare i livelli occupazionali del personale delle aziende coinvolte nella fusione;

quale sarebbe il ruolo di Telecom Italia nella creazione del polo industriale.