Pubblicato il 21 gennaio 2010
Seduta n. 319
PISANU , SANCIU , MASSIDDA - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
dopo la crisi della Montedison, la maggior parte degli impianti del petrolchimico italiano è stata rilevata da Eni che ha diviso la produzione in due grandi entità: Syndial e Polimeri Europa;
il principale cliente di Syndial è sempre stata Ineos, una multinazionale inglese, terza al mondo per la produzione di cvm (cloruro di vinile monomero) e pvc (cloruro di polivinile) presente dal 2005 a Porto Torres (Sassari), Assemini (Cagliari) e Porto Marghera (Venezia);
nel mese di giugno 2008 Ineos, nonostante la dichiarazione di progetti di investimento nel ciclo del cloro soda e derivati (che prevedevano anche l’acquisizione dell’impianto di proprietà Eni non appena ottenute le autorizzazioni), annunciava la propria intenzione di ritirarsi dall’Italia e dalla Sardegna;
il 4 novembre 2008 la multinazionale inglese siglava un protocollo d’intesa con il gruppo Safi finalizzato al suo ingresso nel capitale sociale di Ineos Vinyls Italia, garantendo in questo modo la continuità delle produzioni e lo sviluppo della filiera cloro-cvm-pvc in Italia;
la trattativa per l’ingresso del gruppo Safi chiamava in causa anche Eni, le cui società, Syndial e Polimeri Europa, forniscono le materie prime (l’etilene e il dicloroetano), e con il quale Ineos ha un consistente debito, pari a circa 60 milioni di euro;
il contenzioso sui debiti contratti da Ineos verso Eni rende particolarmente problematica la trattativa, sulla quale è intervenuto anche il Governo, tramite il Ministero dello sviluppo economico;
tra febbraio e marzo 2009, si giungeva ad un accordo fra Ineos e il gruppo Safi che diventava il nuovo proprietario di Ineos Vinyls Italia;
in seguito all’accordo di vendita emergevano rilevanti criticità inerenti ai debiti contratti dalla multinazionale inglese e non onorati e alle nuove forniture di materie prime;
alla fine del mese di aprile 2009, sorgevano nuove problematiche per le difficoltà legate al mancato accordo con Eni sul prezzo di fornitura delle materie prime;
a fine maggio 2009 Ineos Vinyls Italia avanzava al Tribunale di Venezia la richiesta di ammissione all’amministrazione straordinaria in seguito agli elevati prezzi applicati da Eni sulle materie prime;
a giugno 2009 la richiesta veniva accolta e nominati i commissari giudiziari per gli stabilimenti di Porto Torres e Porto Marghera, con il compito di mantenere l’attività degli impianti e individuare rapidamente una soluzione industriale per la continuità aziendale;
considerato che:
il 9 novembre 2009 il Ministero dello sviluppo economico diffondeva un comunicato ufficiale in cui si dichiarava: «Accordo al Ministero dello Sviluppo Economico per il riavvio degli impianti della VINYLS di Ravenna, Porto Marghera e Porto Torres. Sulla base di una intesa definita oggi al ministero di via Veneto tra i commissari di Vinyls e i rappresentanti dell’ENI già domani martedì 10 novembre verrà convocato un incontro tra le parti per concordare in modo conclusivo la data e le modalità di avviamento degli impianti. Il Ministro Claudio Scajola ha detto che “con l’accordo raggiunto oggi ci sono tutte le condizioni per il riavvio degli impianti nella prospettiva di dare un assetto definitivo al ciclo del cloro”»;
il 12 novembre 2009 il Ministero emetteva un nuovo comunicato ufficiale in cui si affermava: “Intesa raggiunta tra Eni e la Vinyls Italia. L’accordo è stato siglato oggi al Ministero dello Sviluppo Economico, nel corso della riunione della task force convocata dal Ministro Claudio Scajola, alla presenza di tutte le parti interessate alla soluzione della vicenda. L’accordo conferma ed amplia l’intesa già raggiunta lo scorso lunedì, risolvendo tutte le difficoltà legate alla fornitura di materie prime, ai servizi ed alle utilities”. “Il risultato raggiunto oggi”, ha dichiarato il Ministro Scajola, “costituisce il riferimento fondamentale per la definizione delle intese sindacali propedeutiche alla riapertura degli impianti. Auspico pertanto che l’incontro tra le organizzazioni sindacali e i commissari della Vinyls, previsto per le prossime ore, si svolga in maniera costruttiva consentendo la conclusione di accordi positivi per la chimica nazionale e i territori coinvolti”;
nel testo dell’accordo siglato il 12 novembre 2009 presso il Ministero è riportato che: “Vynilis ha comunicato che procederà al progressivo riavvio degli impianti a partire dal 15 dicembre”;
rilevato che:
il 15 dicembre 2009 gli impianti non venivano riavviati e detto riavvio sarebbe slittato per la mancanza di garanzie economiche sulla fornitura di materie prime;
il 26 dicembre la Regione Sardegna, attraverso la finanziaria Sfirs, aveva garantito una fideiussione di 20 milioni di euro per la ripresa delle attività, ma il provvedimento è subordinato al parere favorevole della Commissione europea la quale entro due mesi dovrà stabilire se la garanzia fideiussoria debba essere considerata un aiuto di Stato, e quindi bloccata;
i tempi lunghi della decisione potrebbero portare ad un pronunciamento negativo del Tribunale di Venezia con effetti devastanti a cascata per l’intero polo chimico sardo e le conseguenti ricadute in termini occupazionali;
gli accordi sottoscritti hanno sempre condizionato la ripresa produttiva ad aspetti finanziari provocando di fatto un continuo stallo della situazione;
è invece determinate il riavvio immediato degli impianti in grado di generare interesse reale sugli impianti stessi e sulle loro produzioni;
i 140 lavoratori della Vinyls di Porto Torres hanno ripreso la mobilitazione per denunciare il mancato rispetto degli impegni e da più di dieci giorni occupano la Torre aragonese sita sul porto di Porto Torres;
il perdurare della drammatica situazione non appare più sostenibile e in mancanza di novità i commissari saranno costretti ad operare nuove scelte ancora più restrittive,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno convocare con somma urgenza le parti per individuare le cause e i responsabili del mancato rispetto degli impegni già sottoscritti in sede ministeriale;
se non ritenga di dover disporre attraverso i commissari l’immediata e non procrastinabile ripresa produttiva degli impianti di Porto Torres attraverso un intervento diretto con le parti, indicando una dilazione dei tempi di pagamento dei debiti e delle rispettive garanzie ad una data successiva alla ripresa produttiva che garantirebbe la possibile formalizzazione di nuove e più serie offerte di mercato per gli impianti sardi;
se non ritenga di dover intervenire con Eni perché favorisca il riavvio degli impianti di Porto Torres;
se non ritenga di dover intervenire con l’Unione europea al fine di valutare positivamente la compatibilità della proposta fideiussoria avanzata dalla Sfirs che, seppur di durata limitata a sei mesi, consentirebbe una temporanea risoluzione delle questioni finanziarie.