Pubblicato il 20 gennaio 2010
Seduta n. 317
BIANCONI , CARRARA , SARO - Al Ministro della salute. -
Premesso che:
la libertà di espressione e di opinione sono garantite a tutti i cittadini dalla Costituzione italiana così come dal diritto internazionale, e non possono essere causa del mancato riconoscimento dei propri diritti individuali ad ogni persona;
il senatore Ignazio Marino ancor prima che esponente del Partito Democratico è un cittadino italiano al quale questi diritti devono essere garantiti;
da quanto riportato il 20 gennaio 2010 sul quotidiano “Corriere della Sera”, risulta da alcune intercettazioni telefoniche relative ad un’inchiesta giudiziaria calabrese che l’attività di chirurgo del professor Ignazio Marino sia stata ostacolata a causa delle decisioni da lui assunte relativamente alla sua attività politica;
la Procura di Bologna - riferisce l’articolo del Corriere della Sera - ha un fascicolo aperto contro ignoti, per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, in merito a quanto emerso da queste intercettazioni, in cui dirigenti del Servizio sanitario regionale avrebbero boicottato il senatore Marino, noto chirurgo dei trapianti di fegato, che aveva raggiunto nei mesi scorsi un’intesa con il policlinico universitario Sant’Orsola-Malpighi di Bologna (ne avevano parlato anche i giornali della città alla fine del mese di aprile 2009), con l’approvazione dell’Assessore regionale alla sanità, ma la sua candidatura, a luglio, alle elezioni primarie del Partito Democratico avrebbe fatto annullare la nomina;
in particolare al senatore Ignazio Marino non sarebbero stati perfezionati i contratti che lo avrebbero legato, quale chirurgo, al policlinico Sant’Orsola di Bologna, per essersi contrapposto all’onorevole Pierluigi Bersani nella corsa all’elezione di segretario del Partito Democratico,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo non ritenga urgente interpellare l’Assessore regionale alla sanità dell’Emilia-Romagna affinché chiarisca la sua posizione e quella dei dirigenti del Servizio sanitario regionale in merito ai fatti sopra esposti;
se non consideri lesivo per i pazienti in attesa di intervento chirurgico che il proprio medico non possa operarli in quanto le strutture bolognesi hanno su di lui un pregiudizio ideologico, non certamente in merito alle sue capacità professionali;
se non ritenga di dover intervenire con un’indagine ministeriale, in virtù della grave violazione al diritto del paziente di vedersi garantita la migliore cura attraverso la libera scelta del medico professionista.