Atto n. 2-00142

Pubblicato il 9 dicembre 2009
Seduta n. 298

BONINO , PERDUCA , PORETTI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dello sviluppo economico e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

da notizie stampa risulta che l’Enel avrebbe trasmesso al Governo una mappa in cui avrebbe individuato 8 località idonee alla realizzazione di centrali nucleari, quattro delle quali ospitano centrali nucleari dismesse: Borgo Sabotino (Latina), Garigliano (Caserta), Trino Vercellese (Vercelli), Caorso (Piacenza) a cui si aggiungerebbero le località di Montalto di Castro (Viterbo), Oristano, Palma (Agrigento) e Monfalcone (Gorizia);

il Sottosegretario allo Sviluppo economico Stefano Saglia in un’intervista del 9 dicembre 2009 al quotidiano il Tempo ha affermato: “La mappa dei siti delle future centrali non esiste e il Governo non ha ricevuto nessuna richiesta dalle imprese per la costruzione per il semplice fatto che non è ancora possibile fare richieste perché non c’è un’architettura normativa. Mancano ancora alcuni passaggi normativi”;

tali passaggi normativi si dovrebbero sostanziare, secondo il Sottosegretario Saglia, nella istituzione dell’Agenzia per la sicurezza del nucleare; nell’adozione, entro il 15 febbraio 2010 dei decreti per la localizzazione dei siti, per la definizioni delle compensazioni ambientali ai territori che ospitano le centrali, nell’individuazione del deposito delle scorie ed infine con delibera del CIPE nella scelta della tecnologia;

tuttavia, lo stesso amministratore delegato dell’Enel Fulvio Conti in un’intervista a La7 del 5 dicembre 2009 aveva dichiarato: "I siti dove sorgeranno le centrali nucleari in Italia li abbiamo già individuati ma non li dico neanche sotto tortura. Aspettiamo l’imprimatur del Governo”;

inoltre, il 24 febbraio 2009, prima ancora fosse approvato il disegno di legge sul rientro nel nucleare, a Roma i Presidenti Berlusconi e Sarkozy hanno stretto un accordo con il coinvolgimento di Enel ed EDF, che di fatto delineerebbero come tecnologia di riferimento per la costruzione in Italia di almeno quattro centrali entro il 2020, i reattori di terza generazione EPR;

un lancio di agenzia Apcom del 9 dicembre 2009, conferma che Enel pensa a 4 impianti del tipo Epr di terza generazione. In Italia, quindi, Enel punta a costruire 4 reattori modello Flamanville, con un investimento di circa 4-4,5 miliardi di euro a impianto per una durata di 60 anni; reattori che serviranno a coprire la metà del 25 per cento del fabbisogno energetico da nucleare cui punta il Governo per diversificare il mix energetico;

secondo autorevoli fonti francesi tale reattore costituisce una tecnologia fallimentare da un punto di vista industriale e della sicurezza. Da un articolo pubblicato su Mediapart.fr il 4 dicembre si apprende che “Areva ha dovuto riconoscere che il cantiere finlandese (dove è in corso di realizzazione un reattore EPR) si traduce in questa fase in una perdita di 2,7 miliardi di euro, vale a dire quasi il costo di vendita (3 miliardi di euro) del reattore. Inoltre, tra le questioni aperte con il cliente finlandese, il gruppo ha dovuto riconoscere dei nuovi ritardi, che porteranno alla realizzazione del reattore nel 2012 anziché nel 2009…” senza contare che le tre autorità per la sicurezza francese, inglese e finlandese in un recente comunicato congiunto hanno affermato che “il disegno dell’EPR, nel modo in cui esso è stato originariamente proposto dai licenziatari e dal produttore Areva, non rispetta il principio di indipendenza” tra i sistemi di sicurezza e quelli di controllo, che costituisce un principio basilare della sicurezza e hanno quindi chiesto una revisione completa del sistema;

altre fonti stampa parlano inoltre della tecnologia americana Ap 1000;

in Gran Bretagna, dove il Governo ha deciso all’inizio del 2008 di rilanciare la costruzione di centrali nucleari per sostituire i reattori vecchi, il 27 novembre 2009 la Direzione sanità e sicurezza britannica (HSE) ha avvertito che potrebbe non approvare i progetti di nuovi reattori nucleari dei gruppi francesi EDF e Areva e il reattore AP1000 dell’americana Westinghouse qualora non rispondano alle riserve espresse in tema di sicurezza;

l’articolo 7 del decreto-legge 25 luglio 2008 n. 112 convertito, con modificazioni, dalla legge 6 agosto 2008 n. 133, stabiliva che ai fini della elaborazione della «Strategia energetica nazionale», il Ministro dello sviluppo economico avrebbe dovuto convocare, d'intesa con il Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, entro sei mesi dall’entrata in vigore del decreto legge, la Conferenza nazionale dell'energia e dell'ambiente,

si chiede di sapere:

se il Governo abbia mai ricevuto da Enel una mappa delle possibili località idonee alla realizzazione delle centrali nucleari in attesa dell’imprimatur per la costruzione come ha affermato l’amministratore delegato di Enel Fulvio Conti;

se negli accordi franco-italiani del 24 febbraio 2009 si sia effettivamente già scelta la tecnologia EPR per la realizzazione delle centrali nucleari senza quindi attendere la delibera CIPE oltre agli altri adempimenti normativi;

se i Ministri in indirizzo siano al corrente dell’esito fallimentare, da un punto di vista industriale e della sicurezza, del reattore francese Epr e delle riserve in tema di sicurezza che la Direzione sanità e sicurezza britannica ha espresso oltre che nei confronti dei nuovi reattori nucleari dei gruppi francesi EDF e Areva anche del reattore AP1000 dell’americana Westinghouse;

se il Governo ritienga di essere in grado di adottare i decreti menzionati in premessa entro il 15 febbraio 2010 tenuto conto che finora non ha rispettato né la scadenza della convocazione della Conferenza nazionale sull’energia, né quella per l’istituzione dell’Agenzia per la sicurezza nucleare che doveva avvenire entro novembre.