Atto n. 4-02309

Pubblicato il 24 novembre 2009
Seduta n. 288

D'ALIA - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -

Premesso che:

con decreto-legge n. 112 del 2008 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008 si istituisce la cosiddetta social card. Essa funziona come un normale bancomat utilizzabile, tra le altre cose, per la spesa alimentare e sanitaria e per il pagamento delle bollette di luce e gas. La carta acquisti vale 40 euro al mese e viene caricata ogni due mesi con 80 euro sulla base degli stanziamenti via via disponibili;

la stessa misura entra in vigore a partire dal 1° dicembre 2008. Essa si indirizza, in qualità di beneficiari, a pensionati e coppie con figli al di sotto dei tre anni. In particolare si prevede per la sua erogazione una serie stringente di requisiti, tra gli altri: avere un reddito inferiore a 6.000 euro l’anno o 8.000 euro per chi ha un’età pari o superiore a 70 anni; avere un indicatore della situazione economica equivalente (ISEE) inferiore a 6.000 euro; non essere intestatario di più di un'utenza elettrica domestica e del gas; non essere proprietario di più di un autoveicolo; non detenere una quota superiore al 10 cento degli immobili ad uso non abitativo;

il 26 novembre 2008 nel corso di una conferenza stampa di presentazione a Palazzo Chigi il Ministro dell’economia e delle finanze, onorevole Giulio Tremonti, dichiara che i possibili beneficiari sarebbero stati 1.300.000 persone e che la social card sarebbe costata allo Stato 450 milioni di euro;

sin dall’inizio, l’uso della social card a quanto risulta all'interrogante ha presentato delle problematiche dovute all’esiguità di negozi convenzionati e al ritardo nelle ricariche, alla metà di gennaio 2009 una carta su tre risultava senza ricarica;

ad un anno dalla sua istituzione è possibile tracciare un primo bilancio soprattutto alla luce dei dati resi pubblici in data 20 novembre 2009 dallo stesso Ministero dell’economia. A fronte di 830.000 richieste ricevute ne sono state accolte 627.000, di queste 364.000 riguardano pensionati ultrasessantacinquenni e 263.000 genitori con figli con meno di tre anni. I beneficiari attuali risultano essere però solo 450.000, i soldi erogati per la ricarica delle carte 306 milioni, di cui sono stati spesi 240 milioni di euro, per un totale di 9 milioni e mezzo di acquisti;

dai dati resi noti dal Ministero competente si evince una forte discrepanza nella distribuzione su base regionale delle carte. La maggior parte di esse sono state erogate a beneficiari siciliani. Alla luce di questo dato merita di essere presa in considerazione la denuncia della CISL del Veneto che rileva una penalizzazione di alcune regioni dovuta ad avviso del sindacato anche ai rigidi criteri per l'accesso al sostegno. Il mancato riconoscimento del diritto alla misura assistenziale va per lo più imputato alla titolarità in capo al soggetto richiedente magari di un piccolo appezzamento destinato ad orto per il consumo familiare o di una piccola proprietà immobiliare quale una cantina. A supporto di questa denuncia che evidenza una discriminazione su base regionale, la CISL del Veneto segnala come a fronte di 180.000 domande di soggetti per lo più pensionati al di sotto della soglia di reddito dei 6.000 euro, nella regione a gennaio erano state rilasciate solo 12.000 carte a fronte delle 100.000 attivate in Campania ove i pensionati aventi diritto sarebbero 140.000;

le maggiori sigle sindacali denunciano il fallimento della social card imputabile al complicato funzionamento e alla rigidità dei criteri di accesso che limitano la platea di beneficiari in condizioni di povertà che risulterebbe assai più ampia;

a giudizio dell'interrogante e non solo, basti vedere le dichiarazioni pubblicate di recente sulla stampa formulate dalla Spi-CGIL su "la Repubblica" del 21 novembre 2009, questa misura di sostegno al reddito si è dimostrata alquanto inefficace e costosa. Inefficace in quanto i beneficiari, ad un anno dall’attivazione, risultano meno della metà dei previsti e di gran lunga meno rispetto alla platea dei possibili beneficiari in quanto in condizione di “bisogno assoluto”, esosa perché la carta ha dei costi di gestione e perché il credito viene sospeso ogni volta che il pensionato non rinnova il certificato ISEE che ha scadenza annuale. Più semplice ed efficace, a giudizio dell’interrogante, sarebbe stato il riconoscimento di un importo a sostegno alle spese da accreditare direttamente sulla pensione;

secondo l'Istat, nel 2008 complessivamente sono 8.078.000 gli individui poveri, il 13,6 per cento dell’intera popolazione. Le famiglie che si trovano in condizioni di povertà relativa sono stimate in 2.737.000 e rappresentano l’11,3 per cento delle famiglie residenti, 1.126.000 sono invece quelle famiglie (il 4,6 per cento delle famiglie residenti) che risultano in condizione di povertà assoluta per un totale di 2.893.000 individui, il 4,9 per cento dell’intera popolazione. La povertà è direttamente correlata al numero dei componenti, aumenta in caso di più figli e/o anziani, e si concentra soprattutto nel sud d'Italia;

a giudizio dell'interrogante i provvedimenti finanziari per gli anni 2010-2012 si contraddistinguono per la mancanza di misure a sostegno dei bisogni delle famiglie, nessuno strumento di protezione sociale o di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale è contemplato; non predisporre una adeguata rete di protezione sociale significa non riconoscere il diritto dell’individuo ad una vita dignitosa e ad un ruolo attivo nella società, non prestare attenzione alle necessità della famiglia significa non riconoscere il ruolo insostituibile che essa svolge a servizio dell'intera società,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo, preso atto dell’inefficacia e dei costi della social card, non intenda ripensare questa misura di sostegno ai fini di potenziarne l’efficienza e l'efficacia e al fine di raggiungere l’effettiva platea di beneficiari in condizioni di bisogno assoluto;

se non ritenga opportuno avviare, piuttosto che contenute misure di carattere sostanzialmente caritatevole, una seria ed organica politica di contrasto alla povertà e all’esclusione sociale approntando un'efficace rete di protezione sociale;

se e quali misure intenda adottare per sostenere il reddito delle famiglie bisognose visto che nessuna misura a tal fine è stata prevista nei provvedimenti di carattere finanziario per il 2009-2012 attualmente all’esame del Parlamento.