Pubblicato il 5 novembre 2009
Seduta n. 275
LEGNINI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'interno e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -
Premesso che, a quanto consta all'interrogante:
l'allegato F del Piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico della Regione Abruzzo all'articolo 2 stabilisce che "sono definite scarpate le rotture naturali del pendio di qualsiasi origine e litologia con angolo (a) maggiore di 45° e altezza (h) maggiore di 2 metri, detti limiti di inclinazione ed altezza non valgono per le scarpate di frana attive o quiescenti (di cui al punto 3 del presente allegato F). Non sono considerate scarpate le pareti artificiali di cava, comprese quelle storiche o dismesse, gli sbancamenti stradali eccetera";
nello stesso allegato si stabilisce inoltre che a monte e a valle delle scarpate è vietato costruire entro una determinata distanza, a seconda dell'altezza della scarpata stessa;
in data 13 giugno 2008 la Giunta municipale di Atessa (Chieti) affidava al geologo dottor Nicola Tulio l'incarico di verificare l'eventuale presenza sul territorio comunale di ulteriori scarpate oltre a quelle già individuate dai tecnici incaricati dalla Regione Abruzzo;
in ordine a tale questione, in sede di Consiglio comunale il Gruppo di minoranza del Partito democratico (PD) sollecitava l'amministrazione comunale a verificare l'esistenza di eventuali scarpate presso l'area di colle San Cristoforo, in particolare sul versante che insiste su viale delle Rimembranze;
nel giugno 2008 la stessa Giunta, a seguito di bando pubblico, autorizzava l'impresa De Francesco Costruzioni a realizzare nell'area di colle San Cristoforo 26 appartamenti, locali commerciali di circa 1.700 metri, locali direzionali di circa 700 metri e una sala polivalente di circa 700 metri;
il geologo consulente della suddetta impresa, il dottor Nicola Tulio, in data 8 settembre 2008 rimetteva al Comune di Atessa una relazione con la quale dichiarava che «le pendenze maggiori si riscontrano nel tratto di versante che dal colle San Cristoforo, l'attuale Villa Comunale, scende su Viale delle Rimembranze. Tale versante, che originariamente aveva una pendenza di circa 42°, risulta attualmente profondamente modificato dall'azione antropica e che pertanto tale versante non può essere considerato "scarpata"»;
contrariamente a tale parere, l'ingegner Antonio Rossi, nella sua relazione tecnica geologica redatta su incarico del Gruppo di minoranza del PD al Consiglio comunale di Atessa, rilevava presso l'area di colle San Cristoforo, precisamente nell'area in cui è in progetto la realizzazione del grande complesso edilizio da parte dell'impresa De Francesco, l'esistenza di scarpate con le caratteristiche di cui al citato allegato F;
sulla base di tale relazione, nonché di ulteriori rilievi effettuati in data 11 marzo 2009, il Gruppo di minoranza del PD, composto da 7 consiglieri comunali su 20, chiedeva la convocazione del Consiglio comunale per discutere il seguente punto: "individuazione di nuove scarpate multiple del versante sud-est del Colle San Cristoforo e riconoscimento della pericolosità dello stesso, così come agli articoli 2 e 6 allegato F del Piano stralcio di bacino per l'assetto idrogeologico della Regione Abruzzo";
a tale richiesta veniva allegata una relazione tecnica contenete rilievi, sezioni e fotografie attestanti l'esistenza di scarpate presso l'area di colle San Cristoforo;
il 31 marzo 2009, il Presidente del Consiglio comunale comunicava al Presidente del Gruppo del PD che l'argomento richiesto dal Gruppo stesso sarebbe stato inserito «all'ordine del giorno del Consiglio comunale non appena completata l'istruttoria da parte dei competenti uffici»;
in data 21 maggio 2009, il geologo dottor Nicola Tulio presentava una nuova relazione, in cui sostanzialmente confermava quanto già sostenuto nella sua relazione precedente;
alla luce di ciò, con una nota del 16 giugno 2009, inviata per conoscenza anche al dirigente comunale responsabile di tale settore e al Prefetto di Chieti, il Presidente del Gruppo PD sollecitava nuovamente il Presidente del Consiglio comunale a convocare il Consiglio comunale per discutere di tale questione;
con determinazione n. 906 del 12 giugno 2009 il responsabile del VII Settore urbanistico e territorio del Comune di Atessa, su disposizione della Giunta comunale, affidava alla geologa dottoressa Adele Agnelli l'incarico per verificare l'esistenza presso l'area di colle San Cristoforo di scarpate con le caratteristiche di cui all'allegato F;
il 16 giugno 2009 il Presidente del Gruppo consiliare del PD inviava al Comune di Atessa una seconda relazione tecnica redatta del geologo dottor Bruno Gigante contenente un parere tecnico sugli aspetti geomorfologici del versante sud-ovest della Villa Comunale (viale delle Rimembranze - discesa Santa Maria, colle San Cristoforo); in particolare, il geologo dottor Gigante concludeva tale relazione dichiarando che la scarpata in esame, quindi, rientra a pieno titolo tra le scarpate naturali, con pendenza massima superiore a 45 gradi, e va inclusa negli elementi geomorfologici generanti pericolosità, così come previsto nelle finalità del Piano per l'assetto idrogeologico;
in data 3 luglio 2009 il Presidente del Consiglio comunale comunicava al Presidente del Gruppo PD che la Giunta comunale stava seguendo l'iter procedurale per la corretta trasposizione delle scarpate e che lo stesso iter era momentaneamente sospeso in attesa della relazione tecnica affidata alla dottoressa Agnelli;
in data 13 luglio 2009 il Presidente del Gruppo del PD sollecitava nuovamente la convocazione del Consiglio comunale già richiesta in data 11 marzo 2009 precisando che: «Al Presidente del Consiglio spetta soltanto la verifica formale che la richiesta provenga dal prescritto numero di soggetti legittimati, mentre non può sindacarne l'oggetto poiché spetta allo stesso Consiglio, nella sua totalità, la verifica circa la legalità della convocazione e l'ammissibilità delle questioni da trattare (...) In altre parole sarà il Consiglio comunale, a dover decidere, eventualmente in via pregiudiziale, se procedere o meno all'esame della questione proposta dai Consiglieri di minoranza»; inoltre, il Presidente del Gruppo PD concludeva che: «Tale diritto di iniziativa, è tutelato in modo specifico dalla legge con la previsione, severa ed eccezionale, della modificazione dell'ordine delle competenze mediante intervento sostitutorio del Prefetto (che legge per conoscenza) in caso di mancata convocazione del Consiglio comunale nel termine emblematicamente breve (venti giorni) (TAR Puglia, Sez. I, 25 luglio 2001 n. 4278). Al riguardo, si rammenta che la richiesta di convocazione è pervenuta al protocollo dell'Ente in data 26 marzo 2009»;
in data 18 agosto 2009, la Prefettura sollecitava il Presidente del Consiglio comunale a convocare il Consiglio così come richiesto dal Gruppo del PD il 1° marzo 2009 e «in caso di inadempimento il Prefetto avrebbe provveduto secondo quanto previsto dal comma 5 del citato articolo 39»;
in data 20 agosto 2009 la geologa dottoressa Agnelli rimetteva al Comune di Atessa la relazione richiesta nella quale sosteneva che le scarpate esistenti nel versante sud di colle San Cristoforo sono di origine antropica e, comunque, non rientrano tra quelle di cui all'allegato F;
in data 25 agosto 2009 il Presidente del Consiglio comunale comunicava al Prefetto che il Consiglio «non può essere ancora convocato per deliberare la proposta in oggetto della richiesta in quanto l'istruttoria della predetta proposta è ad oggi in corso»;
il Presidente del Gruppo del PD il giorno 24 settembre 2009 veniva sentito dai carabinieri del comando di Atessa in merito alla mancata convocazione del Consiglio comunale;
considerato che:
nonostante continue sollecitazioni, a tutt'oggi, dopo oltre sei mesi dalla prima richiesta di convocazione, il Consiglio comunale di Atessa non è stato ancora convocato;
l'art. 39, comma 2, del Testo unico delle norme riguardanti gli enti locali di cui al decreto legislativo n. 267 del 2000 stabilisce che: «Il presidente del consiglio comunale o provinciale è tenuto a riunire il Consiglio, in un termine non superiore ai venti giorni, quando lo richiedano un quinto dei consiglieri, o il sindaco (...) inserendo all'ordine del giorno le questioni richieste» e il comma 5 dello stesso articolo recita testualmente: «In caso di inosservanza degli obblighi di convocazione del consiglio, previa diffida, provvede il prefetto»;
inoltre l'articolo 24, comma 1, del regolamento del Consiglio comunale di Atessa stabilisce che « il Presidente del Consiglio comunale è tenuto a riunire il Consiglio comunale in un termine non superiore a 20 giorni quando lo richieda almeno un quinto dei consiglieri in carica, inserendo all'ordine del giorno gli argomenti dagli stessi richiesti»,
si chiede di sapere:
se le strutture del Ministero dell'interno preposte al controllo della regolarità e delle attività degli enti locali siano già a conoscenza di quanto esposto ovvero se si intenda attivare la procedura di verifica e di controllo, prevista dalla legge, sugli organi del Comune di Atessa in ordine alla mancata convocazione del Consiglio comunale da parte del Presidente del Consiglio stesso;
se sia lecito e legale che il Presidente del Consiglio comunale di Atessa (Chieti) entri nel merito dell'oggetto della richiesta di convocazione del Consiglio e, a sua discrezione, decida di dar seguito o meno alla richiesta stessa;
se non si ritenga opportuno attivare tutte le iniziative di competenza al fine di consentire l'immediata convocazione del Consiglio comunale di Atessa;
se non si intenda accertare il motivo per cui la Giunta municipale Atessa e il dirigente del Settore urbanistico dello stesso Comune, pur avendo a disposizione tre relazioni geologiche, una fatta redigere dalla stessa Giunta e due dal Gruppo di minoranza, hanno ritenuto necessario incaricare un quarto geologo;
se non si intenda accertare se anche il secondo tecnico incaricato nella persona della dottoressa Agnelli abbia interesse ai fini della realizzazione dell'opera nell'area del colle San Cristoforo, come è risultato essere interessato il geologo Nicola Tulio;
se non si intenda accertare se vi siano ragioni tali da far ritenere che la dottoressa Agnelli, professionista operante a L'Aquila, si ponga eventualmente in una situazione di conflitto di interessi in relazione ai suoi rapporti con i tecnici dell'Autorità di bacino che dovranno accertare e decidere se le scarpate esistenti su colle San Cristoforo siano o meno di origine antropica;
se non si intenda accertare se le lungaggini del Presidente del Consiglio comunale, della Giunta e del tecnico interessato siano finalizzate a fare in modo che possano iniziare i lavori dell'opera che in quell'area si intende realizzare e, quindi, mettere il Gruppo del PD e i cittadini di fronte al fatto compiuto.