Atto n. 3-00988

Pubblicato il 20 ottobre 2009, nella seduta n. 267
Svolto nella seduta n. 356 dell'Assemblea (07/04/2010)

FONTANA - Al Ministro dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

il Piano cave della Provincia di Bergamo elaborato nel 2003 prevedeva, tra l’altro, la realizzazione di un nuovo ambito estrattivo (ATE g38) in località Caravaggio, appena ad ovest della cascina Le Volte e a nord delle Cascinazze, con una superficie di escavazione pari a 13 ettari ed una produzione di materiale da asportare pari a 2.400.000 metri cubi;

la località individuata si trova a ridosso di Capralba (Cremona), di alcuni paesi del circondario cremasco e del comune di Mozzanica (Bergamo), ossia si trova all'interno di un’area molto importante dal punto di vista agricolo, ricca di fontanili e con una soggiacenza di falda pari a un metro;

il progetto di escavazione ATE g38 prevede una profondità pari a 25 metri dal piano campagna; ciò comporterà la formazione di celle con trasmissività e porosità molto alta e causerà la modificazione freatimetrica della falda con la relativa variazione dei livelli di falda in corrispondenza delle teste di fontanile e del fondo di queste ultime;

inoltre, la presenza della cava in falda determinerà un abbassamento calcolato di circa 50 centimetri al limite di monte e di 5 centimetri nei pressi del fontanile “Campo dei Fiori”, con una perdita di capacità dell’acquifero pari al 10-15 per cento;

una riduzione così importate di acqua danneggerebbe inevitabilmente i comprensori irrigui a valle della cava - serviti dalle rogge Guadazzola e Molinara per un territorio agricolo di oltre 650 ettari - con un evidente danno per il reddito agricolo della zona;

secondo quanto risulta da uno studio idrogeologico-agronomico e dalla verifica di compatibilità ambientale della localizzazione ATE g38 effettuato da esperti del settore per conto del Comune di Mozzanica, la realizzazione della cava sarebbe dannosa sotto vari profili in quanto: a) distrugge i suoli migliori del comprensorio agricolo; b) interferisce sulle portate della Roggia Rino e Guadazzolo, drenando le acque di questi canali; c) determina l’abbassamento della falda a monte dell’intervento, diminuendo le portate dei fontanili “Campo dei Fiori” e “Fontanine”, obbligando i rispettivi consorzi a dotarsi di impianti idrovori;

inoltre, la realizzazione di tale intervento è stata determinata da quanto disposto dall'articolo 14 della legge della Regione Lombardia n. 7 del 16 giugno 2003 laddove si impegna la Giunta regionale a predisporre un apposito progetto fontanili finalizzato alla loro conservazione e valorizzazione, e da quanto previsto dal protocollo d’intesa tra la Provincia di Bergamo e il consorzio di bonifica della Media Pianura Bergamasca del 21 ottobre 2004 in ordine alla previsione di iniziative per la salvaguardia dei fontanili;

alla luce di tali considerazioni, il previsto Piano cave della Provincia di Bergamo ha provocato una forte protesta da parte dell'allora Giunta di Cremona, dei Sindaci di tutti comuni cremaschi e bergamaschi, delle categorie economiche rappresentanti gli agricoltori, dei consorzi di irrigazione e di bonifica, nonché delle rappresentanze sociali e delle stesse diocesi di Crema e Cremona che, nel maggio 2008, hanno testualmente chiesto “alla Regione un totale ripensamento della scelta (…) chiedendo soluzioni alternative a quelle individuate, con lo scopo di salvaguardare la falda sotterranea che reca acqua al Sacro Fonte del Santuario di Caravaggio”;

a seguito di tale iniziativa, il Piano cave è stato discusso in Consiglio regionale lombardo il 14 maggio 2008 e, nella medesima sede, con un voto trasversale alle rappresentanze politiche, è stato deliberato lo stralcio e la cancellazione del sito ATE g38 di Caravaggio, con grande soddisfazione dei territori interessati;

la deliberazione del Consiglio regionale lombardo n. VIII/0619 del 14 maggio 2008 è stata successivamente impugnata (in data 10 ottobre 2008) dai titolari della cava (impresa edile Luigi Cividini SpA di Dalmine - Bergamo, viale Mariano n. 44) davanti al TAR;

in data 14 maggio 2009 il TAR di Milano si è espresso in modo favorevole all’imprenditore, anche perché la Regione Lombardia non ha portato in Camera di consiglio tutte le motivazioni necessarie a confutare le argomentazioni del ricorso, tanto che nel dispositivo del Tribunale amministrativo regionale si parla espressamente di “carenza di motivazione nel ricorso presentato dal legale della stessa Regione”;

nonostante lo richiedessero espressamente tutte le rappresentanze istituzionali, religiose, economiche e sociali dell’intero territorio cremonese e nonostante il Consiglio regionale si fosse espresso chiaramente contro la cava di Caravaggio, la Giunta regionale lombarda non si è appellata avanti al Consiglio di Stato, lasciando cadere la possibilità di un ripensamento e di un parere diverso da parte degli organi di giustizia amministrativa;

di fronte a questo atteggiamento si è mobilitato tutto il territorio interessato anche con una fiaccolata che si è svolta il 3 ottobre 2009, con la partecipazione di centinaia di persone;

considerato che:

i fontanili e il loro bosco sono elementi di strategica importanza nella difesa e salvaguardia di ambienti oramai unici in alcune porzioni della pianura padana e non solo dal punto di vista naturalistico e paesaggistico;

conservarli è un atto di civiltà, al cui mantenimento si deve dedicare lo stesso impegno che viene profuso nella conservazione dei beni culturali;

al di là dell’aspetto ambientale vanno considerate le ricadute negative di carattere economico con una valutazione attenta di tutti i costi indiretti e le diseconomie procurate;

considerato inoltre che:

con deliberazione n. 42 del 26 giugno 2009, pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell'11 agosto 2009, il Comitato interministeriale per la programmazione economica ha approvato il progetto definitivo del collegamento autostradale di connessione tra le città di Brescia, Bergamo e Milano, con annesso il “Piano cave di prestito” collegate all’opera, “con eccezione della cava BG2”;

detta cava era stata anch’essa localizzata nel comune di Caravaggio e, nel prescriverne l’esclusione dal progetto definitivo del “Piano cave di prestito”, il CIPE ha fatto proprie le motivazioni del parere n. 288 del 21 maggio 2009 reso dalla speciale Commissione VIA e trasmesso al Ministero dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare in base al quale “lo stato delle conoscenze non consente di escludere impatti permanenti al regime idrologico e possibile incidenze al sistema di alimentazione del fontanile Brancaleone”;

sebbene si tratti di due ambiti estrattivi diversi, le motivazioni addotte dal CIPE confermano di fatto tutte le considerazioni e le preoccupazioni sopra evidenziate,

si chiede di sapere:

quali iniziative urgenti il Governo intenda intraprendere con la Regione Lombardia, con la Provincia di Bergamo, con il Comune di Caravaggio (Bergamo) al fine di scongiurare l’avvio del piano di escavazione della cava ATE g38 localizzata nello stesso comune tra la cascina Le Volte e Cascinazze;

quali azioni intenda promuovere per salvaguardare il patrimonio idrico dei fontanili, tutelare il reddito agricolo per un'estensione territoriale considerevole, salvare il Sacro Fonte del Santuario di Caravaggio e consolidare un'economia che si basa prioritariamente sull’agricoltura;

se il Ministro in indirizzo non intenda ricorrere alle prerogative previste dal decreto legislativo n. 42 del 2004 (Codice dei beni culturali e del paesaggio) al fine di sottoporre a vincolo paesaggistico l’area dei fontanili e delle risorgive in quanto area di elevato interesse pubblico, come meglio individuata nel Piano territoriale di coordinamento provinciale approvato con delibera n. 66 dell'8 arpile 2009 dal Consiglio provinciale di Cremona.