Pubblicato il 20 ottobre 2009, nella seduta n. 267
VITA , MARCUCCI - Al Ministro per i beni e le attività culturali. -
Premesso che:
la fondazione Giuseppe Di Vittorio, costituita da circa dieci anni, rappresenta la principale sede per conoscere ed approfondire la storia del movimento operaio in Italia e nel mondo, per studiare le tematiche economiche e istituzionali, per comprendere i problemi della ricerca scientifica e della sostenibilità, il confronto tra i modelli di integrazione economica e sociale europea e per approfondire i temi relativi all’informazione e alla comunicazione;
le attività di ricerca e di studio della fondazione sono condotte dagli “Amici della Fondazione”, organismo che raccoglie studiosi ed esperti delle varie aree tematiche cui da tempo fanno riferimento le sezioni e i gruppi di lavoro;
la fondazione Giuseppe Di Vittorio svolge attività di grande rilievo quali convegni, seminari, dibattiti e pubblicazione di libri, materiale audiovisivo e informatico e possiede al suo interno una serie di importanti raccolte di volumi inerenti alla storia del movimento sindacale, alla rappresentanza degli interessi economici, al movimento operaio e contadino italiano ed europeo;
al momento della sua costituzione la biblioteca della fondazione raggiungeva le 2.000 unità bibliografiche, oltre al patrimonio di riviste, opuscoli e letteratura storiografica “minore”, ovvero pubblicazioni interne delle strutture di rappresentanza sindacale territoriale e categoriale delle diverse organizzazioni confederali;
nel corso di questi anni la stessa biblioteca si è arricchita di ulteriori fondi bibliografici di assoluto rilievo;
un primo fondo, denominato “Carlo Costamagna” dal nome dell’esponente teorico del regime fascista, si compone di circa 300 volumi ed opuscoli inerenti alla dottrina, alla politica e all’impostazione corporativa dello Stato italiano negli anni del regime;
un secondo fondo acquisito nel 2003 dall’avvocato Sante Assennato si compone di circa 1.000 volumi compresa una lunga serie di raccolte pressoché complete di riviste e periodici relativi, tutti, agli anni dell’immediato dopoguerra e fino al decennio del boom economico e delle lotte sindacali (1960);
a questi si sono aggiunti i volumi acquisiti per via diretta nel corso della normale ed istituzionale attività della fondazione, oltre quelli acquisiti per scambio con altri fondazioni ed istituti di ricerca sull’Italia contemporanea e con istituzioni nazionali;
tale patrimonio bibliografico è stato oggetto di una prima catalogazione informatica attraverso il programma di catalogazione CDS/ISIS (idoneo ad essere interconnesso con altri sistemi), distribuito dalla DBA per conto dell’Unesco. Le potenzialità del programma prevedono l’utilizzo di un database già strutturato per la descrizione del materiale documentario secondo le regole dell’ISBD (International standard bibliographic description) e le RICA (Regole italiane di catalogazione per autore);
questa fase di catalogazione ad oggi ha riguardato un totale di circa 2.000 volumi. Rimangono da catalogare – ad oggi – completamente gli altri fondi acquisiti, i volumi che giungono seguendo i normali canali di scambio e le monografie di cui via via viene deciso l’acquisto;
è ipotizzabile che tale flusso di nuovi materiali possa proseguire ed aumentare nel corso degli anni, a seguito di donazioni o acquisizioni dirette da parte del comitato scientifico della fondazione stessa;
nel periodo di attività si è sviluppata, e si ha intenzione di continuare in queste nuove accessioni, l’acquisizione di materiale audiovisivo su supporto magnetico e in cd-rom;
la biblioteca della fondazione è attualmente in convenzione con la biblioteca/archivio storico “Luciano Lama” ed è in stabile contatto con l’Archivio audiovisivo del movimento operaio e democratico di Roma e dunque il numero di volumi è decisamente più alto;
la biblioteca è frequentata da ricercatori e studiosi italiani e stranieri, appartenenti alle strutture universitarie ed, in particolare, ai dottorati di ricerca in storia contemporanea attualmente attivi presso i diversi atenei italiani;
la fondazione Giuseppe di Vittorio è stata esclusa dall’elenco delle istituzioni culturali ammesse al contributo ordinario dello Stato per il triennio 2009-2011 e tale scelta è stata motivata da una presunta esiguità del patrimonio bibliografico;
ad opinione degli interroganti tale motivazione appare inesatta alla luce di quanto sopra esposto e pone legittimi sospetti di una discriminazione politica;
a quanto consta agli interroganti sono stati concessi finanziamenti ad istituzioni con minori corrispondenze ai requisiti richiesti,
si chiede di sapere:
considerata l’importanza e l’attività ormai decennale svolta dalla fondazione Giuseppe Di Vittorio, quali siano state le motivazioni che hanno indotto il Ministro in indirizzo ad escludere la suddetta fondazione dai finanziamenti statali, unica fonte che negli anni ha sostenuto la ricerca e l’approfondimento di tematiche fondamentali per il Paese;
se non ritenga opportuno stanziare idonei finanziamenti alla fondazione Giuseppe Di Vittorio, come atto di equità, di congruenza ai requisiti richiesti per accedere a tali dotazioni e di riconoscimento della reale portata culturale della fondazione.