Pubblicato il 29 settembre 2009
Seduta n. 259
BAIO , BASSOLI , ADAMO , RUSCONI - Al Ministro della giustizia. -
Premesso che:
in data 27 settembre 2009, un agente di Polizia penitenziaria, di 38 anni, si è tolto la vita, sparandosi con la pistola di ordinanza, nella caserma presso la casa circondariale di Monza, in cui prestava servizio;
la prematura morte dell'agente ha evidenziato nuovamente il fenomeno dei suicidi in carcere, da parte sia della popolazione carceraria sia del personale di Polizia penitenziaria, e delle condizioni degli istituti restrittivi di pena;
secondo i dati del Dipartimento dell'amministrazione penitenziaria (DAP), ad elaborazione del Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria, nella casa circondariale di Monza, la pianta organica prevede il dispiego di 462 agenti, ma quelli effettivamente in servizio sono 342, quindi 120 in meno, rispetto ad un totale di 809 detenuti, nonostante la capienza regolamentare ne preveda 420, e quella tollerabile 741, di cui 257 condannati definitivamente e gli altri in attesa di giudizio, con una percentuale di stranieri pari al 47,61 per cento;
in Lombardia sono presenti 8.732 detenuti, a fronte di una capienza regolamentare di 5.506 e di una tollerabilità di 8.518, ovvero 214 persone in più, mentre il personale penitenziario è pari a 4.144 unità, quello necessario dovrebbe essere di 5.353 agenti, conseguentemente viene coperto solo il 77 per cento dell'organico, inferiore anche alla media nazionale che vede una copertura dell'85 per cento, comportando quindi condizioni di lavoro stressanti per la Polizia penitenziaria in servizio negli istituti lombardi;
la popolazione carceraria italiana è pari a 64.609 detenuti, di cui 23.951 stranieri, pari al 37,07 per cento, a fronte della capienza regolamentare pari a 43.074 e tollerabile pari a 64.111, secondo i dati del DAP, aggiornati al 21 settembre 2009;
tale situazione genera un disagio per la popolazione carceraria, infatti dal 1990 al 31 agosto 2009, secondo dati di stampa, i suicidi sarebbero stati 1.003, ovvero una media pari a 10,20 ogni 10.000 detenuti e i tentativi di suicidio pari a 13.980, pari ad un tasso del 150,48 ogni 10.000 detenuti;
nel periodo considerato, il tasso dei suicidi nella popolazione italiana è stato dello 0,51 ogni 10.000 abitanti, mentre in carcere la frequenza è circa 20 volte superiore;
i dati del DAP dimostrano che non solo i detenuti, ma anche il personale penitenziario soffre il disagio delle condizioni psicofisiche dell'ambiente lavorativo e della mancanza di supporti psicologici. I suicidi dello stesso personale, nel periodo 1997-2007, sono stati 64, nel solo 2008 si sono verificati 8 casi, con una media superiore alle 6 unità annue, su un organico di 38.549 unità;
il fenomeno è comune a tutte le Forze di polizia, mediamente 20 casi all'anno nell'Arma dei Carabinieri (su 118.000 appartenenti); poco più di 7 casi ogni anno nella Guardia di finanza (su un organico di circa 68.000 unità), poco più di 10 casi all'anno nella Polizia di Stato (su 110.000 unità di personale);
considerato che:
il 23 aprile 2008, è stata emanata una circolare da parte del Capo del DAP pro tempore, dottor Ettore Ferrara, dal titolo "Contrastare il disagio lavorativo del personale di Polizia penitenziaria e stimolare la professionalità tramite condivisione, ascolto e solidarietà: linee di intervento”, nel quale si evidenziava la difficile situazione presente nelle carceri italiane;
il dottor Ferrara, nello stesso documento, esortava i Provveditori regionali e i Dirigenti degli Uffici di diretta collaborazione con il DAP affinché ponessero in essere le iniziative citate, volte a supportare il personale nell'attività lavorativa, considerando essenziale il principio della centralità della persona, del dialogo e di un ambiente lavorativo adeguato;
nonostante la pluralità di progetti illustrati nella circolare, ad oggi, risulta che siano poche e di ridotto impatto le iniziative poste in essere per fronteggiare il disagio lavorativo del personale penitenziario,
si chiede di sapere:
in quale modo sia stata applicata la circolare del 23 aprile 2008 nelle diverse articolazioni periferiche, al fine di sostenere psicologicamente il personale della Polizia penitenziaria, quali interventi siano stati realizzati, in quante realtà e quale efficacia abbiano comportato;
a seguito della tragica morte, se e cosa si intenda aggiungere alle misure previste nella circolare del 23 aprile 2008, in termini di monitoraggio e di prevenzione, in modo da evitare gesti estremi.