Pubblicato il 23 settembre 2009
Seduta n. 256
LATRONICO - Ai Ministri dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare e dell'interno. -
Premesso che:
il 12 settembre 2009 è stato ritrovato un relitto di nave nei fondali delle coste tirreniche a 14 miglia dalla costa di Cetraro (Cosenza);
dalle dichiarazioni di un pentito della 'ndrangheta la nave inabissata lungo le coste calabresi conterrebbe fusti pieni di fanghi radioattivi;
se la presenza di detti fusti trovasse conferma si aprirebbero scenari inquietanti anche in Basilicata;
il citato collaboratore di giustizia ha riferito anche di una nave contenente rifiuti nocivi fatta affondare nel 1992 a largo di Maratea (Potenza) ed a 100 bidoni, di 220 litri ciascuno, contenenti scorie radioattive, seppelliti in territorio di Pisticci (Matera);
il fenomeno dello smaltimento illegale dei rifiuti pericolosi, che assume dimensioni sempre più preoccupanti e mette in allarme le popolazioni, potrebbe coinvolgere, oltre alla Calabria, anche altre regioni, Basilicata in testa, e probabilmente tutto il bacino del Mediterraneo;
considerato che:
il ritrovamento della nave è un fatto grave che deve portare ad affrontare con nuovo vigore le inchieste relative ad affondamenti di navi cariche di materiali nocivi nei fondali del Mediterraneo e conferma l’esigenza di un duro contrasto alle ecomafie;
è necessario un impegno coordinato di tutte le forze per un sollecito accertamento dei fatti e una programmazione degli interventi necessari per la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica;
in particolare è doveroso verificare, nell’immediato, anche la situazione della Basilicata e avviare un monitoraggio per verificare se nel mare lungo le coste lucane siano presenti anomalie riconducibili alla presenza di rifiuti tossici,
l'interrogante chiede di sapere:
se e quali azioni i Ministri in indirizzo, ciascuno per quanto di propria competenza, intendano porre in essere per un sollecito accertamento dei fatti descritti in premessa e per programmare gli interventi necessari per la salvaguardia dell’ambiente e della salute pubblica;
se ritengano doveroso avviare una campagna di monitoraggio dei siti sui quali, presumibilmente, sarebbe avvenuto lo smaltimento illegale dei rifiuti e, in particolare, verificare lo stato dei territori lucani.