Pubblicato il 22 luglio 2009, nella seduta n. 241
Note: testo 2
RANUCCI , FINOCCHIARO , ZANDA , LATORRE , ADAMO , AGOSTINI , ANDRIA , ANTEZZA , ARMATO , BARBOLINI , BASSOLI , BERTUZZI , BIANCO , BIONDELLI , BLAZINA , BOSONE , BUBBICO , CARLONI , CAROFIGLIO , CASSON , CECCANTI , CERUTI , CHITI , CHIURAZZI , DEL VECCHIO , DELLA MONICA , DELLA SETA , DI GIOVAN PAOLO , DONAGGIO , FILIPPI Marco , FIORONI , FONTANA , GARAVAGLIA Mariapia , GARRAFFA , GHEDINI , GIARETTA , GRANAIOLA , INCOSTANTE , LEDDI , LEGNINI , LIVI BACCI , MAGISTRELLI , MARCUCCI , MARINARO , MARINO Mauro Maria , MERCATALI , MONGIELLO , MORANDO , MORRI , MUSI , NEGRI , NEROZZI , PAPANIA , PASSONI , PEGORER , PERDUCA , PIGNEDOLI , PORETTI , PROCACCI , ROILO , ROSSI Paolo , SCANU , SIRCANA , STRADIOTTO , TOMASELLI , TONINI , TREU , VIMERCATI , VITA , VITALI
Il Senato,
premesso che:
in questo momento la drammatica crisi economica e finanziaria sta indebolendo l'economia del nostro Paese con un forte impatto negativo sull'economia reale, sui posti di lavoro, sui redditi delle famiglie, sulle imprese;
la crescita economica, insieme alla tenuta dei conti pubblici, rappresenta per l'Italia un obiettivo prioritario da perseguire per invertire una tendenza che altrimenti vedrebbe aggravare la situazione di stagnazione e recessione del nostro Paese nel corso dei prossimi anni, con possibili gravi ricadute non solo sulla competitività complessiva del Paese ma anche sul percorso di rientro del debito pubblico;
dopo la difficile operazione che ha consentito nel corso degli ultimi mesi di raggiungere l'obiettivo del riequilibrio dell'andamento dei conti pubblici e l'allontanamento dello spettro del default, occorre pertanto adottare urgenti misure di sostegno alla crescita, in linea con le recenti posizioni emergenti in seno all'Unione europea espresse dalla lettera sottoscritta da 12 leaders di Paesi membri UE e dallo stesso Presidente della Commissione europea Barroso;
a tale scopo, i Comuni e le Province possono svolgere nel nostro Paese un ruolo fondamentale, utilizzando le risorse a loro disposizione per riattivare il circuito delle spese per investimenti e dei pagamenti alle imprese;
considerato che:
le ultime manovre governative hanno sottoposto i Comuni e le Province a tagli, vincoli e restrizioni, con un effetto netto cumulato nel periodo 2007-2013 di 12,677 miliardi di euro, riducendo in misura considerevole la loro autonomia finanziaria e ampliando le situazioni di disagio delle comunità locali;
l'analisi dell'andamento della spesa dei singoli comparti del settore pubblico dimostra che in questi ultimi anni i Comuni hanno meritevolmente tenuto sotto controllo la spesa corrente e, per raggiungere gli stringenti obiettivi di finanza pubblica, hanno dovuto sacrificare la spesa in conto capitale;
sulla base di recenti rilevazioni dell'Istat, emerge in tutta evidenza una riduzione della spesa degli enti locali per investimenti del 16,5 per cento nel periodo compreso tra il 2009 e il 2010, mentre nel 2012 è prevista una riduzione pari almeno al 18 per cento, con effetti inevitabilmente recessivi per le economie locali e complessivamente per l'intera economia nazionale;
come si ricava da un recente rapporto dell'Associazione nazionale dei costruttori edili (ANCE), la spesa per infrastrutture, ed in particolare per le piccole opere, è diminuita del 34 per cento nel corso dell'ultimo triennio. In tale ambito, la spesa per la costruzione e la manutenzione delle strade, soprattutto quelle urbane, ha raggiunto livelli riconducibili ad oltre 20 anni fa;
nonostante i tagli subiti e gli stringenti vincoli di finanza pubblica, molti Comuni e numerose Province risultano in regola con i vincoli del patto di stabilità ed hanno a disposizione risorse economiche libere ed utilizzabili per finanziare opere già progettate, cantierabili o già cantierate;
tuttavia, i limiti, posti dal patto di stabilità, non consentono ai Comuni e alle Province di poter legittimamente utilizzare tali risorse proprie (avanzi di amministrazione, oneri di urbanizzazione riscossi, entrate da alienazioni patrimoniali dell'ente, eccetera) per effettuare gli investimenti economici e infrastrutturali necessari sul territorio;
l'Associazione nazionale dei Comuni italiani (ANCI), consapevole della gravità della situazione generale nella quale versavano i Comuni e a garanzia delle popolazioni amministrate, ha più volte richiesto al Governo, nei mesi scorsi, una serie di interventi urgenti per consentire, in deroga al patto di stabilità interno, la possibilità di utilizzare i residui passivi, gli avanzi di amministrazione per la spesa in conto capitale, nonché i proventi derivanti dalla vendita del patrimonio per finanziare la spesa per investimenti;
rilevato che:
un allentamento del patto di stabilità per i Comuni permetterebbe di mettere in moto opere medio-piccole, grazie alle quali verrebbe alimentata la piccola e media impresa italiana, in particolare nel settore dell'edilizia e del suo indotto, con immediati effetti benefici sul piano occupazionale evitando il ricorso agli ammortizzatori sociali;
sulla base dei dati disponibili, se le città metropolitane potessero usufruire di un allentamento dei vincoli del patto di stabilità, e spendere le proprie risorse senza aumentare la leva fiscale, genererebbero una maggior spesa in conto capitale di quasi 3,5 miliardi di euro, che produrrebbe un aumento del PIL dello 0,2 per cento nel breve periodo. L'impatto sulla crescita, stimato in via prudenziale, sarebbe intorno allo 0,4 per cento (7 miliardi di euro circa) se si considerano il resto dei Comuni e delle Province e l'effetto moltiplicatore che tale tipologia di spesa produce sull'economia;
in tutti i Paesi europei, per produrre immediati e positivi effetti economici e sociali si registrano stanziamenti in favore dei Comuni e delle altre istituzioni locali per il finanziamento di interventi nelle infrastrutture. In Germania sono stati stanziati nel corso degli ultimi due anni prestiti in favore dei Comuni per un ammontare superiore a 4 miliardi di euro da destinare esclusivamente al finanziamento di investimenti infrastrutturali locali; la Spagna ha destinato 10 miliardi di euro per i programmi di edilizia popolare; la Francia 10,5 miliardi di euro per l'ammodernamento delle infrastrutture locali;
una deroga mirata, regolata e monitorata, al patto consentirebbe la realizzazione e l'ultimazione di quegli interventi infrastrutturali che possono essere finanziati con risorse già nella disponibilità degli enti, con un forte impatto sul tessuto economico locale e territoriale,
impegna il Governo:
1) ad adottare con sollecitudine le più opportune modifiche alle norme che regolano i vincoli del patto di stabilità interno, allo scopo di rafforzare, nel rispetto dei limiti di bilancio e in linea con le recenti posizioni emerse in sede comunitaria, le iniziative per il sostegno alla crescita economica del Paese;
2) a prevedere, nell'ambito di tale iniziativa, un allentamento dei vincoli del patto di stabilità per gli enti locali virtuosi e le Province in regola con il patto stesso, al fine di consentire l'utilizzo da parte di tali enti delle risorse a disposizione in via prioritaria per promuovere investimenti nelle infrastrutture tecnologiche e nella banda larga, allo scopo di ridurre il digital divide, per investimenti per lo sviluppo territoriale e nelle opere immediatamente cantierabili;
3) a creare una "corsia preferenziale" per l'utilizzo dei fondi residui passivi per la spesa in conto capitale da impegnare nella manutenzione dei luoghi pubblici, con particolare riguardo a scuole, reti idriche, edilizia residenziale pubblica, nella mobilità sostenibile e nella messa in sicurezza del territorio;
4) a prevedere l'esclusione dal patto di stabilità, per gli enti locali virtuosi beneficiari di finanziamenti nazionali ed europei per opere infrastrutturali, della quota di cofinanziamento dell'opera a proprio carico, al fine di sbloccare numerosi programmi di investimento attualmente fermi in ragione dei vincoli di finanza pubblica;
5) a prevedere, nell'ambito dell'iniziativa per il sostegno alla crescita, misure finalizzate a garantire il pagamento dei debiti pregressi da parte degli enti locali nei confronti delle imprese, nonché la semplificazione e la riduzione dei tempi di pagamento;
6) a prevedere misure finalizzate alla semplificazione delle procedure burocratiche degli enti locali, e dei relativi tempi di autorizzazione, per la realizzazione dei progetti di investimento nei territori;
7) a prevedere misure finalizzate a rafforzare il livello di autonomia finanziaria dei Comuni, portando a conclusione la riforma prevista dalla legge n. 42 del 2009 in materia di federalismo fiscale, rivedendo in tale ambito la disciplina vigente e i criteri di distribuzione dell'imposta municipale unica (IMU);
8) al fine di favorire la realizzazione delle richiamate misure a sostegno della finanza locale, a promuovere e a sostenere, in sede comunitaria, le iniziative volte ad escludere, anche parzialmente, dal calcolo del deficit le spese sostenute dai Paesi membri dell'Unione europea per gli investimenti.