Pubblicato il 21 luglio 2009
Seduta n. 239
POLI BORTONE - Al Ministro dello sviluppo economico. -
Premesso che:
in data 27 maggio 2008 presso la sede delle cantine associate di Veglie sca, derivante dalla fusione della Cantina di Veglie sac e della Cantina viticultori associati, in provincia di Lecce, si svolgeva l'assemblea dei soci per discutere e deliberare sul bilancio di esercizio al 31 luglio 2007;
durante l'assemblea, i soci chiedevano il pagamento delle uve conferite per gli anni 2005, 2006 e 2007; il Presidente della cantina, dottor Ferrante, dichiarava che, per l'anno 2006, era prevista la liquidazione di 43-46 centesimi per grado zuccherino medio; somme che sarebbero state liquidate a data da destinarsi;
in data 5 giugno 2008, si teneva l'assemblea per l'approvazione del bilancio della Cantina di Veglie; la relazione del Collegio sindacale aveva evidenziato che il bilancio in alcuni punti non rispettava le norme civilistiche. Si procedeva alla votazione, ma il bilancio non veniva approvato;
il 6 giugno 2008 si teneva l'assemblea illegittimamente convocata per l'approvazione del bilancio della Cantina viticultori associati sca, nonostante i rilievi del collegio sindacale nella relazione, attestano che ”il bilancio, chiuso alla data del 31 agosto 2007, non sia conforme alle norme civilistiche e pertanto non rappresenta del tutto in modo veritiero e corretto la situazione patrimoniale, economica e finanziaria della cooperativa”. Il bilancio veniva approvato;
in data 16 giugno 2008 ed in data 26 giugno 2008, ben 25 soci della Cantine associate di Veglie sca presentavano 2 querele presso la Procura della Repubblica di Lecce. Dopo circa una settimana la Guardia di finanza si recava presso gli uffici della Cantina di via Salice, ponendo sotto sequestro tutta la contabilità degli ultimi tre anni. Dopo un'altra settimana, la Procura notificava due avvisi di garanzia al Presidente dottor Dario Ferrante ed al consigliere (ex Presidente della Cantina viticultori associati) professor Giovanni Rolli;
il 29 gennaio 2009, si svolgeva l'assemblea dei soci, per l'approvazione del bilancio al 31 luglio 2008;
dalla nota integrativa e dalla relazione del collegio sindacale emergono, a quanto risulta all'interrogante, numerose irregolarità e la non conformità del bilancio chiuso al 31 luglio 2008, allo statuto e alle norme civilistiche, ed inoltre dal conto economico si rileva che il risultato di esercizio è pari ad una perdita di 564.067 euro. Il Consiglio di amministrazione si dimetteva;
durante l'assemblea del 29 gennaio 2009 si sono verificati diversi episodi di intimidazioni e minacce, ripetutisi anche in data 23 febbraio 2009, nei confronti di soci firmatari dell'atto di citazione e contestuale istanza di sequestro per il pagamento dei conferimenti. Anche fuori dell'assemblea alcuni soci venivano contattati e intimiditi, avvenimenti cui sono seguite ulteriori querele;
in data 22 marzo 2009, giorno delle elezioni, si verificava un episodio ad avviso dell'interrogante gravissimo di sovvertimento di tutti i principi democratici oltre che contro ogni norma di legge e statutaria o di regolamento: alcuni candidati alle elezioni, insieme ad uno sparuto numero di soci, con il parere favorevole del Collegio sindacale, autoconvocavano un'assemblea irrituale nella quale procedevano a nominare un altro seggio elettorale e procedevano "tra loro" alle elezioni, mentre tutti gli altri soci, circa 1.000, erano all'oscuro di tutto ciò. Veniva così eletto un Consiglio di amministrazione totalmente illegittimo e illegale;
l'8 gennaio 2009 veniva depositato atto di citazione e contestuale istanza di sequestro conservativo dell'immobile sociale;
il 22 maggio 2009, con decreto, il giudice dottor Orlando fissava l'udienza collegiale del 14 luglio 2009 per la discussione del merito della controversia;
a giudizio dell'interrogante, la gravità della ormai irreversibile situazione economica della cooperativa, accompagnata da continui atti di forza da parte di un gruppo di soggetti, rende indispensabile ed estremamente urgente un intervento pubblico;
il mancato pagamento dei conferimenti delle uve ai soci (circa 1.300), da quattro anni, ha comportato la drastica riduzione delle uve conferite che sono passate in poco tempo da oltre 90.000 quintali annui a poco più di 10.000 quintali, con la prospettiva di un totale azzeramento dei conferimenti;
ciò ha comportato l'impoverimento del tessuto economico dei paesi dell'hinterland nord leccese, con decine di ettari di vigneti abbandonati o estirpati e la distruzione di tutte le tradizioni agricole ed enogastronomiche del territorio,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto segnalato in premessa e se, nell'ambito delle proprie competenze, intenda aprire un'inchiesta volta a far luce sugli eventuali interessi di gruppi di potere, che hanno portato, a giudizio dell'interrogante scientificamente, in meno di due anni, al dissesto finanziario delle cooperative, e che intendono acquisire a prezzi fuori mercato gli interi stabilimenti produttivi;
se intenda procedere ad un'ispezione per verificare le numerose irregolarità formali e sostanziali, che hanno comportato gravissimo nocumento alla compagine sociale, e se intenda avviare la procedura di amministrazione controllata al fine di allontanare soggetti dipendenti, e non, che sono gli artefici del depauperamento del patrimonio sociale e dell'intera collettività agricola nord-salentina.