Atto n. 4-01704

Pubblicato il 1 luglio 2009
Seduta n. 231

RANUCCI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri della gioventù, dell'istruzione, dell'università e della ricerca e del lavoro, della salute e delle politiche sociali. -

Premesso che:

la Federazione italiana giuoco calcio (FIGC), tra i propri impegni istituzionali promuove, disciplina ed organizza, con finalità tecniche, didattiche e sociali, l'attività dei giovani calciatori in età compresa tra i sei e i sedici anni attraverso un apposito Settore giovanile e scolastico. Per raggiungere questi obiettivi e per seguire ed organizzare tale attività, il Settore si avvale di strutture periferiche che curano l'attività stessa a livello regionale, provinciale e locale;

la Scuola calcio federale dell’Acqua Acetosa di Roma sita presso il Centro Sportivo "G. Onesti", inizia la sua storia circa 40 anni fa; il suo impegno è caratterizzato da una attenta ricerca della didattica e della metodologia di allenamento, sempre al centro di importanti sperimentazioni per lo sviluppo dell'attività giovanile e la formazione del giovane calciatore;

oltre all’indiscusso livello tecnico, il pregio maggiore della scuola è sempre stato quello di dedicare grande attenzione all’educazione sportiva nella sua accezione più alta, in un ambiente quale quello del calcio giovanile troppo spesso inquinato dall’imitazione dei “modelli televisivi” e dall’influenza di prematuri interessi economici;

è notizia di questi giorni che, con una lettera fatta recapitare alle famiglie dei ragazzi iscritti, la FIGC comunicava la decisione di interrompere l’attività della Scuola calcio federale dell’Acqua Acetosa “in quanto non sussisterebbe più la necessità di operare direttamente in una realtà territoriale molto ricca di offerta nel settore”;

alcune dichiarazioni apparse sulla stampa lascerebbero intendere che la chiusura del Centro sarebbe la conseguenza del passaggio del Settore giovanile scolastico sotto il controllo della lega dilettanti, avvenuto circa un anno fa;

considerato che:

la scuola ospita circa 400 bambini tra i 6 e i 12 anni ed è da sempre officina di eventi e attività innovative; per questo è diventata un modello per le 478 scuole calcio sparse su tutto il territorio della regione Lazio;

ad avviso dell'interrogante, la decisione adottata dalla FIGC provocherebbe un trauma al contesto sociale di tutto il territorio ed in particolare, alla sua componente giovanile, privandola di fatto di una risorsa preziosa;

in un contesto di gravi difficoltà sociali, di disoccupazione allargata, di crisi generalizzata, si penalizza lo sport “per tutti” a favore, ancora una volta, dello sport “per pochi”;

in questo particolare momento i risultati del calcio italiano, nell'ambito di tutte le nazionali, non ci portano ad eccellere rispetto agli altri Paesi;

la pratica sportiva è utile soprattutto per le giovani generazioni in quanto strumento idoneo per lo sviluppo dell'amicizia, del senso dell'impegno e della lealtà, oltre ad essere uno strumento fondamentale per prevenire i fenomeni che derivano dal disagio giovanile;

educare i giovani allo sport, attraverso il coinvolgimento delle scuole, anche nell'ottica della salute e nel contesto dell’educazione globale della persona, risulta essere un punto fondante per lo sviluppo e la crescita dei ragazzi; come si evince dall’ultimo rapporto su “sport e società” del Censis, la popolazione italiana è colpita da un grave deficit di attività motoria in una fascia ampia e questo è principalmente imputabile al fatto che la percentuale di persone anziane non ha nel proprio vissuto l’abitudine mentale all’esercizio fisico, pertanto sarebbe paradossale limitare strutture dedite e preposte a questa missione sociale,

si chiede di sapere:

quali iniziative di competenza il Governo intenda promuovere per sospendere la chiusura della Scuola calcio federale dell’Acqua Acetosa che creerebbe un grave nocumento per i bambini e i ragazzi della Città di Roma e della Regione Lazio;

se ritenga di accertare le vere motivazioni che hanno spinto gli organi della FIGC ad assumere una così drastica decisione in conflitto con gli scopi propri statutari e in contrasto con quanto previsto dalla legge n. 53 del 28 marzo 2003 tesa, nel contesto dell'educazione globale della persona, alla valorizzazione e al potenziamento dell'educazione motoria, fisica e sportiva per i bambini dai 6 ai 12 anni.