Atto n. 3-00590

Pubblicato il 4 marzo 2009
Seduta n. 164

Titolo: Sui "Tremonti bond"

RANUCCI - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e dello sviluppo economico. -

Premesso che:

in questo momento il Parlamento europeo e i Parlamenti degli Stati membri hanno all’ordine del giorno il tema della drammatica crisi finanziaria, che sta attanagliando l’economia globale, per capire quali iniziative concrete debbano essere attuate per ridurre l’impatto di tale crisi sull’economia reale, sui posti di lavoro, sui redditi delle famiglie, sulle imprese;

l'Istat ha rivelato che nel 2008 il prodotto interno lordo (Pil) in Italia è calato dell'1 per cento rispetto all'anno precedente (solo trentaquattro anni fa si era registrato un dato peggiore), mentre l'ultima stima ufficiale del Governo, contenuta nell'aggiornamento del Programma di stabilità, prevedeva nel 2008 una diminuzione del Pil dello 0,6 per cento;

anche il rapporto deficit-Pil peggiora attestandosi per il 2008 al 2,7 per cento contrariamente alle previsioni del Governo del 2,6 per cento;

per fronteggiare il rischio incombente della recessione e la fragilità patrimoniale del sistema bancario italiano, il Governo ha mobilitato i cosiddetti "Tremonti-bond": prestiti a scadenza pluriennale, assistiti da obbligazioni con un tasso medio dell'8 per cento, a favore del Tesoro che li sottoscriverà;

lo Stato, per effetto delle obbligazioni “Tremonti-bond”, compra denaro dei cittadini emettendo Bot, Cct e altri titoli pubblici con tassi che sono ora intorno al 1,5 per cento e lo vende al 7,5–8 per cento, con il rischio ad avviso dell'interrogante che gli istituti bancari, nella prima fase, faranno ricadere i costi sui clienti e le imprese (ad esempio aumentando le spread sull’Euribor) e successivamente, visto che non c'è una scadenza delle obbligazioni e con la previsione che i tassi arriveranno a circa il 9,5 per cento nel tempo, ci sarà l’impossibilità da parte delle banche di rimborsarle, e quindi lo Stato sarà costretto a trasformare le “obbligazioni” in “azioni”;

i "Tremonti-bond", in realtà, invece di dare ossigeno ai cittadini e alle piccole imprese, consentiranno alle banche, che non hanno ancora “lanciato” tutti i titoli tossici, di non traballare sui bilanci;

a giudizio dell'interrogante risulta difficile ipotizzare che le aziende di credito, che in tempi di prosperità non si sono mai fatte carico di alcun impegno di carattere sociale, possano farlo oggi che si trovano in evidente stato di difficoltà;

considerato che le previsioni economiche per il 2009 registrano un progressivo peggioramento a fronte del quale le azioni del Governo risultano praticamente inefficaci,

si chiede di sapere:

se e quali provvedimenti i Ministri in indirizzo intendano attuare per garantire che il sistema bancario italiano adotti regole certe al fine di esercitare comportamenti di correttezza, trasparenza e lealtà nei confronti dello Stato e delle imprese, a sostegno delle famiglie e dei lavoratori e a salvaguardia dell'interesse generale del Paese;

se il Governo possa escludere che alla fine non siano i cittadini a finanziare le banche possa prendere l'impegno che le obbligazioni non verranno trasformate in azioni bancarie e che quindi questa operazione non nasconda una nazionalizzazione degli istituti bancari camuffata;

qual è l'importo massimo, che il Governo ha certamente preventivato, per ogni eventuale singola sottoscrizione e qual è il totale dell'impegno economico previsto per l'intera operazione.