Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-02813
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Atto n. 4-02813
Pubblicato il 31 luglio 2002
Seduta n. 227
SALINI. - Al Ministro dell'economia e delle finanze. -
Premesso che:
in data 27 luglio 1996 la signora Anna Pina Cipulli, dopo aver trattato con il signor Ercole De Berardis, marito dell’amministratore unico della società Romana Costruzioni SRL, stipulava un preliminare di vendita, accollandosi una quota parte del mutuo ipotecario pari a 70 milioni di lire concesso alla società dall’Istituto Italiano di Credito Fondiario, avente sede in Roma, in via Piacenza 6; in data 5 marzo 1997, di fronte al notaio De Galitiis di Atri (Teramo), la signora Cipulli stipulava l’atto di compravendita e, versando una somma maggiore rispetto a quella pattuita, l’accollo della quota parte di mutuo veniva ridotto, in quella sede, a 60 milioni di lire; in data 17 marzo 1997 l’atto pubblico veniva registrato presso l’Ufficio del Registro di Atri al n. 172, parte 1V, e trascritto, il giorno successivo, presso la Conservatoria Immobiliare di Teramo al n. 3125 Reg. Gen., nonché al n. 2310 Reg. Part.; in attesa che il mutuo venisse frazionato la signora Cipulli provvedeva a versare al De Berardis, così come gli altri condomini, due quote semestrali dovute alla banca (circa lire 3.600.000 l’una), dietro rilascio di regolare ricevuta; nel gennaio 1998 la banca inviava a tutti gli altri condomini, tranne che alla signora in questione, i bollettini per il pagamento delle successive quote semestrali; successivamente la signora chiedeva spiegazioni all’imprenditore che, dopo aver tergiversato, finiva per ammettere che sulla abitazione gravava in realtà un’ipoteca di 200 milioni di lire, somma così determinata in seguito al frazionamento del mutuo effettuato in data 30 maggio 1997; il notaio rogante, interpellato al riguardo, ammetteva di aver rispettato un ordine dell’imprenditore e di non aver notificato l’atto pubblico all’Istituto bancario; solo dopo molti mesi la signora è riuscita a parlare con il Presidente e il Direttore dell’Istituto, scoprendo che l’ipoteca gravante sulla sua abitazione trovava la sua fonte non nell’atto pubblico regolarmente trascritto, ma semplicemente nella in quello stesso giorno la signora Cipulli chiedeva che l’ipoteca venisse ridotta all’originaria somma convenuta, così come indicata nell’atto trascritto in data 18 marzo 1997, specificando che la trascrizione era comunque avvenuta in data anteriore al frazionamento del mutuo, ma l’Istituto, con nota del 16 marzo 1999, precisava che lo stesso «è, e deve rimanere, estraneo alle convenzioni intercorse fra il mutuatario originario e i suoi aventi causa e che, quindi, è inopponibile all’Istituto quanto pattuitosi in ordine all’accollo o meno di quote di mutuo»; nel frattempo l’Istituto procedeva al pignoramento della abitazione della signora, si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non intenda rivolgersi alla Banca d’Italia al fine di avviare dei controlli sul caso presso l’Istituto Italiano di Credito Fondiario con sede in Via Piacenza 6 a Roma.