Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00457

Atto n. 4-00457

Pubblicato il 25 settembre 2001
Seduta n. 40

PERUZZOTTI, MORO. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e delle attività produttive. -

Premesso:

           che con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 15 settembre 1992 è stato istituito l’Osservatorio per la piccola e media impresa, coordinato da un ex parlamentare;

            che il Presidente del Consiglio pro tempore, on. Massimo D’Alema, con decreto 2 dicembre 1998 confermava la suddetta istituzione e, successivamente, con decreto 26 marzo 1999 ne ridefiniva il ruolo e la composizione, conferendo a un dipendente di un noto istituto bancario nazionale, distaccato da 8 anni presso la Presidenza del Consiglio, la responsabilità e il coordinamento della struttura tecnica dell’Osservatorio, nonché confermando un ex parlamentare, quale Presidente dell’Osservatorio, con l’incarico di conseguire i seguenti obiettivi:

            coordinamento degli strumenti necessari per rafforzare l’insieme delle politiche industriali, creditizie e fiscali a favore della piccola e media impresa;

            interazione con gli organismi atti a favorire la localizzazione delle piccole e medie imprese nelle aree del Mezzogiorno al fine di conseguire anche obiettivi sul piano occupazionale;

            partecipazione alle iniziative intraprese dai cosiddetti Distretti industriali, volte a garantire alle piccole e medie imprese condizioni di sostegno e di sviluppo sia nelle realtà nazionali, sia in quelle internazionali;

        considerato:

            che, sebbene l’articolo 29 della legge n.  400 del 1988 preveda che il Presidente del Consiglio dei ministri possa avvalersi di consulenti e costituire comitati di consulenza, di studio e di ricerca, fissando il relativo compenso di concerto con il Ministro del tesoro, non si capisce come sia stato possibile istituire con provvedimento «amministrativo» un organismo a carattere permanente, per il quale si sarebbe dovuto ricorrere allo «strumento legislativo o regolamentare», anche in considerazione della continuità delle spese connesse al suo funzionamento;

            che si vocifera che l’Osservatorio sia gestito a livello «familiare», dal suo Presidente e dal coordinatore tecnico, dal momento che l’Osservatorio in parola e i suoi membri (Organizzazioni delle piccole e medie imprese, Ministeri ed Enti pubblici) si sarebbero riuniti in gruppi di lavoro, in maniera veramente sporadica;

            che la presunta attività di monitoraggio socio – economico, fiscale, creditizio, industriale, ambientale ed occupazionale non sarebbe suffragata da ricerche mirate, né da studi specialistici, né tantomeno da incontri pubblici e/o bilaterali con gli organismi interessati;

            che, in definitiva, le attività per le quali è stato istituito l’Osservatorio della piccola e media impresa sarebbero state svolte in maniera quasi «virtuale»;

            che l’ex parlamentare in parola (assunto nel 1992 come consulente, in seguito collocato in posizione di comando per il periodo aprile 1995 – marzo 1996 e immediatamente dopo collocato a riposo, per dimissioni volontarie) sarebbe stato riconfermato nel suo incarico di coordinatore, in deroga al divieto contemplato dal comma 1 dell’articolo 25 della legge n.  724 del 1994,

        gli interroganti chiedono di sapere se quanto espresso nel considerato corrisponda al vero e, nel caso:

            se non si ritenga che sarebbe opportuno fare chiarezza anche su altri elementi, quali:

            i costi reali connessi al funzionamento dell’Osservatorio (consulenze, attività, missioni);

            se, per la riconferma dell’ex parlamentare, in qualità di coordinatore dell’Osservatorio, la deroga al divieto previsto al comma 1 della legge n.  724 del 1994, in base al quale ai dipendenti pubblici, che cessano volontariamente dal lavoro, non possono essere conferiti incarichi di provenienza o di amministrazioni con le quali abbiano intrattenuto rapporti di lavoro nei cinque anni precedenti a quello di cessazione dal servizio, sia stata consentita a seguito di una «reale ed effettiva» interruzione di continuità dell’incarico anche dopo il collocamento a riposo;

            data l’esiguità dei dipendenti dell’Osservatorio in parola, che si dice essere appena quattro (un funzionario di ruolo della Presidenza del Consiglio e tre addetti alla segreteria), come mai esso continui ad avvalersi di personale «estraneo all’amministrazione», distaccato e fuori ruolo, dal momento che gli orientamenti della legge n.  400 del 1988 prevedono l’impiego di personale di ruolo;

            se corrisponda al vero che l’ex parlamentare, al quale sarebbe scaduto il mandato a giugno 2001, continui a svolgere il ruolo di Presidente dell’Osservatorio, usufruendo dei vantaggi concessi per lo svolgimento di missioni di lavoro;

            se, infine, non si ritengano che sarebbe più proficuo trasformare l’Osservatorio in Ufficio o Servizio del Dipartimento degli Affari economici o del Dipartimento per lo sviluppo delle economie territoriali, in considerazione della verosimiglianza degli obiettivi e delle tematiche che questi hanno con l’Osservatorio della piccola e media impresa, nonché allo scopo di evitare spreco inutile ed eccessivo di denaro pubblico.