Legislatura 14 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-00091

Atto n. 4-00091

Pubblicato il 28 giugno 2001
Seduta n. 9

BALBONI. - Ai Ministri della salute e per la funzione pubblica e per il coordinamento dei Servizi di informazione e sicurezza. -

Premesso:

            che in data 24.2.96 il direttore generale dell’ASL di Ferrara licenziava «per gravi motivi» il direttore amministrativo dr. Bruno Verderosa;

            che il dr. Verderosa presentava ricorso al TAR dell’Emilia Romagna, che con sentenza n. 443 del 3.6.99 (depositata in data 15.10.99) accoglieva il ricorso e annullava gli atti gravati;

            che in merito alle eccezioni svolte dell’ASL il TAR osservava che «il ricorrente è portatore di un interesse patrimoniale, corrispondente agli emolumenti non percepiti» e che «... l’esecuzione del giudicato con effetti retroattivi imporrebbe all’Amministrazione, in primo luogo, di rimuovere il provvedimento impugnato e gli atti conseguenti» con conseguente reintegra nel rapporto contrattuale;

            che avverso la predetta sentenza del TAR il direttore generale proponeva appello al Consiglio di Stato, che con ordinanza del 7.3.2000 rigettava l’istanza dell’ASL di sospensione dell’esecutività della sentenza del TAR;

            che con sentenza n. 47 del 16.3.2001 – esecutiva ex lege – il Tribunale di Ferrara, Giudice del lavoro, condannava l’ASL di Ferrara a risarcire al dott. Verderosa la somma di lire 552.762.988 (oltre interessi legali e rivalutazione monetaria) a titolo di emolumenti non percepiti e, riconosciuta la natura ingiuriosa del licenziamento, l’ulteriore somma di lire 100.000.000, oltre alla rifusione delle spese legali liquidate in lire 35.583.915 oltre accessori;

            che nella predetta sentenza il Giudice del lavoro osservava, tra l’altro, che «è emersa con assoluta evidenza la insussistenza e la pretestuosità degli addebiti disciplinari contestati al dr. Verderosa «(pag.3) ... « ma che l’attività del dr. Verderosa è stata sempre assolutamente proficua...» (ivi);

            che il Giudice del lavoro osservava inoltre che il danno subito dal ricorrente ed indennizzabile sarebbe ancora maggiore rispetto a quanto richiesto dallo stesso ricorrente perché «occorrerebbe valutare anche la perdita di chance collegate al rinnovo alla prima scadenza, che è assai probabile se non automatico, in presenza di risultati positivi come quelli evidenziati dalla istruttoria testimoniale» (pag. 4);

            che il Giudice del lavoro dichiarava tuttavia di astenersi dalla liquidazione del predetto danno non essendo oggetto della controversia. Come noto, infatti, nessun Giudice può andare «ultra petitum»;

            che resta comunque aperta la possibilità per il dr. Verderosa di un’ulteriore azione giudiziaria volta ad ottenere anche questo ulteriore risarcimento, con ovvio aggravio di costi a carico dell’ASL;

            che a questo punto il direttore generale dell’ASL, di fronte ad un tale disastro giudiziario, che dovrebbe costare quasi un miliardo di lire all’Azienda, anziché tentare una vantaggiosa transazione, nell’interesse della pubblica amministrazione, con il dr. Verderosa, che anche a mezzo della stampa ribadiva che unico suo interesse era e rimaneva quello di tornare al proprio posto di lavoro, decideva di resistere anche alle legittime azioni esecutive intraprese dal dr. Verderosa per ottenere il pagamento di quanto riconosciutogli dall’Autorità Giudiziaria, gravando l’Azienda di ulteriori spese legali;

            che l’ASL iniziava così una lunga schermaglia fatta di atti di opposizione alla esecuzione e agli atti esecutivi;

            che il Tribunale di Ferrara dava ancora una volta torto all’Azienda con sentenza in data 18.5.01, con la quale respingeva l’opposizione al precetto notificato dal dr. Verderosa in data 26.3.01;

            che, non contento, il direttore generale proponeva ulteriore opposizione agli atti esecutivi, attualmente ancora sub iudice;

            che l’atteggiamento dilatorio, defatigatorio e discriminatorio protrattosi per oltre cinque anni nei confronti dei legittimi diritti vantati dal dr. Verderosa, atteggiamento ormai ampiamente travalicato in una vera e propria «guerra privata» del direttore generale contro il dr. Verderosa, «guerra» il cui costo viene tuttavia sopportato interamente dai contribuenti, oltre a nuocere pesantemente all’immagine di trasparenza, imparzialità e correttezza della pubblica amministrazione, rappresenta un incredibile esempio di spreco di risorse pubbliche, a cominciare da parcelle esorbitanti liquidate in questi anni ai legali di fiducia dell’ASL, ovviamente tutti rigorosamente schierati politicamente in maniera omogenea rispetto alla maggioranza che governa la Regione Emilia Romagna,

        l’interrogante chiede di sapere:

            quale giudizio diano i Ministri in indirizzo sulla vicenda;

            quali iniziative intendano assumere per porre fine alla palese persecuzione di cui è vittima il dr. Verderosa facendo sì che gli siano finalmente riconosciuti i diritti sulla base di quanto legittimamente accertato dall’autorità giudiziaria;

            a quanto ammontino le spese legali e processuali sinora sostenute dall’ASL e se le parcelle liquidate agli avvocati dell’Azienda siano o meno state opinate dal competente Ordine Professionale.