Pubblicato il 27 gennaio 2009
Seduta n. 134
SBARBATI - Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. -
Premesso che:
nell'atto di sindacato ispettivo 3-00231, pubblicato il 24 settembre 2008, seduta n. 59, al quale ad oggi non è stata data risposta, l'interrogante ha indicato le diverse cause alle quali ricondurre la moria delle api nel nostro Paese. Fra queste: le onde radio ed elettromagnetiche, i cambiamenti climatici, l'inasprimento delle infezioni da virus, l'inquinamento da fitofarmaci. Legittime quindi le preoccupazioni degli operatori del settore che sono impotenti rispetto a una riduzione stimata fra il 40 e il 50 per cento della popolazione dei loro alveari nell'anno 2008;
secondo un recente studio condotto all'Università di Padova, un ulteriore elemento di preoccupazione diviene la "guttazione" prodotta dalle piante di mais che, attraverso le foglie, trasudano neonicotinoidi capaci in 2-10 minuti di provocare la morte delle api, che ne succhiano la linfa, e quella di altri insetti "utili";
l'effetto micidiale di questi neonicotinoidi in sospensione per la loro azione sistemica e per l'inquinamento di nettare e polline era già noto, ma oggi il problema si estende anche alla rugiada e alle "gutte" (sudorazione delle foglie);
l'uso in agricoltura di queste molecole a effetto neurologico sistemico, vietato in alcuni Paesi europei, ma consentito in Italia, ha trasformato le piante in insetticidi perenni;
considerato che il problema non si risolverebbe né con la modifica delle seminatrici, né con il miglioramento delle tecniche di concia,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo intenda assumere decisioni urgenti a salvaguardia del patrimonio apistico italiano, visto che questo comparto concorre positivamente all'economia del nostro Paese e ha effetti sull'equilibrio dell'ecosistema;
se, come per i danni agricoli derivanti da calamità naturali, ritenga di destinare fondi straordinari agli apicoltori a parziale risarcimento delle perdite subite in ragione della moria delle api e della riduzione della produzione che la moria stessa comporta.