Pubblicato il 13 gennaio 2009
Seduta n. 122
PALMIZIO , BETTAMIO - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
nella giornata di sabato 3 gennaio 2009 si sono svolte in numerose piazze italiane diverse manifestazioni di protesta delle varie comunità islamiche in Italia in risposta alla richiesta di mobilitazione (chiamata più specificamente "giorno dell'ira" dagli stessi promotori di Hamas) contro le manovre militari messe in essere dallo Stato di Israele per far cessare il costante lancio di missili su insediamenti civili israeliani e per rispondere alla costante minaccia terroristica messa in atto dall'organizzazione di Hamas che ha il controllo sul territorio della Striscia di Gaza;
tali manifestazioni si sono svolte nelle zone più centrali delle nostre città senza che la popolazione fosse adeguatamente informata di quanto sarebbe accaduto;
tali manifestazioni hanno avuto svariati risvolti violenti nei confronti dello Stato di Israele e degli ebrei in generale come il bruciare la bandiera israeliana e paragonare la stella di David alla svastica nazista;
tali manifestazioni sono sfociate quasi tutte in momenti di preghiera di fronte alle più importanti e rappresentative chiese cattoliche delle città interessate e, come nel caso di Bologna, davanti alla Basilica di San Petronio che è posta sotto sorveglianza in quanto rappresenta obiettivo sensibile a rischio di atti di terrorismo di matrice islamica;
le manifestazioni svolte dalle comunità islamiche italiane sono in risposta all'invito dell'Unione delle comunità ed organizzazioni islamiche (UCOII) la quale si riconosce nella sigla "Fratellanza Musulmana" di cui Hamas (che nel suo statuto ha non solo la cancellazione dello Stato di Israele ma l'annientamento di tutti gli ebrei) è la componente palestinese,
si chiede di sapere:
se il Ministro in indirizzo sia stato informato preventivamente ed in che modo si sono svolte tali manifestazioni;
se le autorità preposte alle attività informative abbiano preventivamente messo in guardia sui risvolti che queste manifestazioni avrebbero potuto avere (come è accaduto puntualmente);
quali siano stati i dispositivi di sicurezza messi in atto per tentare di prevenire quanto accaduto;
perché, come nel caso di Bologna, si sia potuta svolgere una preghiera collettiva di fronte ad un obiettivo protetto da minacce terroristiche di stampo islamico;
perché le forze di polizia non siano intervenute per bloccare le manifestazioni quando queste sono sfociate in veri e propri atti di violenza contro lo Stato di Israele e contro gli ebrei in genere;
come si ritenga di agire in futuro di fronte alle eventuali richieste dell'UCOII, atteso che questa organizzazione da tempo fatica a rapportarsi alle più elementari regole di rispetto, legalità e di convivenza democratica che richiede lo Stato italiano e che non fa mistero delle sue simpatie, come recentemente dichiarato da esponenti del centro islamico di Bologna, nei confronti di organizzazioni internazionali che propugnano l'odio razziale e che sono considerate, come nel caso di Hamas, organizzazioni terroristiche internazionali da molti Paesi dell'Unione europea.