Atto n. 3-00477

Pubblicato il 29 maggio 2002
Seduta n. 179

IOVENE, DE ZULUETA. - Al Presidente del Consiglio dei ministri e al Ministro degli affari esteri. -

Premesso:

            che il 23 maggio scorso circa 220 italiani sarebbero dovuti partire per Kisangani, nella Repubblica Democratica del Congo, per partecipare e sostenere un Simposio Internazionale per la Pace in Africa (SIPA2) invitati dal «Comité de pilotage», espressione della società civile e delle confessioni religiose, che avrebbe dovuto svolgersi in quella città dal 23 al 26 maggio;

            che il secondo Simposio Internazionale rivestiva un’importanza notevole perché si situava all’indomani del parziale accordo raggiunto nell’Incontro per il Dialogo Intracongolese a Sun City, al quale hanno partecipato tutte le parti coinvolte nel conflitto (sono nove i paesi africani implicati in questa guerra);

            che il 14 maggio scorso sono avvenuti a Kisangani ulteriori scontri armati che hanno provocato un numero imprecisato di vittime (almeno 200, in gran parte civili);

            che la violenta reazione delle Autorità Amministrative ha creato una situazione tale che ha reso impossibile il Simposio;

            che nella Repubblica Democratica del Congo è in atto «un Olocausto al rallentatore», secondo l’allarme lanciato il 30 gennaio 2002 dalla Organizzazione non governativa statunitense Refugees International;

            che gli studi epidemiologici svolti da Médecins sans Frontiéres e da International Rescue Committee nel 2000 e 2001 dimostrano con dati i numeri di questo «Olocausto»: almeno 2,5 milioni di morti (dati confermati dall’ONU), su una popolazione di poco superiore ai 20 milioni di persone nella parte orientale della Repubblica Democratica del Congo, morti attribuibili alle conseguenze della guerra tra l’agosto 1998 e l’aprile 2001;

            che negli stessi giorni del Simposio la delegazione italiana, impedita a partecipare, si è riunita a Roma nella chiesa della comunità congolese per realizzare in Italia una serie di iniziative di pace per l’Africa e sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni del nostro paese;

            che le risoluzioni dell’ONU relative alla smilitarizzazione della città di Kisangani e più in generale di tutto il territorio congolese sono tuttora disattese e le speranze della popolazione civile per una pace stabile e per l’unità della nazione sono deluse;

        considerato:

            che è stata scelta Kisangani per lo svolgimento del Simposio Internazionale per la Pace in Africa perché città martire, dove tutti gli eserciti si sono scontrati, e perché centro delle contraddizioni di tutte le parti in conflitto;

            che a Moba e a Kalemie, nell’est del paese, il 75% dei bambini muore prima di avere raggiunto i 2 anni;

            che nello scorso anno, 26 febbraio – 1º marzo, a Butembo (Nord Kivu) era stato organizzato il primo Simposio Internazionale per la Pace in Africa (SIPA 1);

            che la presenza al SIPA 1, ed al SIPA 2, della delegazione italiana era finalizzata a sostenere la volontà di pace della popolazione, per favorire il dialogo intercongolese e per sensibilizzare sui problemi africani l’opinione pubblica italiana;

            che il 25 maggio è stata la giornata che le Nazioni Unite dedicano all’Africa,

        si chiede di sapere se il Governo e, in particolare, il Presidente del Consiglio e Ministro degli affari esteri non ritengano di riferire in Parlamento sulla crisi congolese e su quanto il nostro Paese sta facendo nelle sedi internazionali e comunitarie per la soluzione di questo grave conflitto.