Atto n. 4-00671

Pubblicato il 15 ottobre 2008
Seduta n. 73

PORETTI , PERDUCA , CHIAROMONTE , POLI BORTONE - Ai Ministri delle politiche agricole alimentari e forestali e dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. -

Premesso che:

l'articolo 35 della legge n. 157 dell'11 febbraio del 1992, tuttora vigente, recante norme a tutela della fauna selvatica e disciplina dell'attività venatoria stabilisce che al termine dell'annata venatoria 1994/1995 si sarebbe dovuto procedere alla stesura della prima relazione sullo stato di attuazione della legge;

dopo ben 13 anni da quella scadenza e a 16 anni dall'emanazione della legge ciò non risulta ancora essere avvenuto. Nessuna seria relazione sullo stato di applicazione della legge è mai stata prodotta;

si tratta di una mancanza assolutamente determinante rispetto ad ogni pretesa di comprensione della norma, della sua effettiva applicazione, del modo in cui essa ha potuto concretamente svolgere le funzioni prioritarie di conservazione della fauna selvatica e gestione del territorio;

considerato che ad oggi:

non si dispone di alcuna effettiva conoscenza del numero di capi di fauna selvatica che ogni anno sono abbattuti in Italia;

non si conosce lo stato di conservazione delle specie cacciabili e le eventuali minacce cui esse sono sottoposte;

non si dispone di un quadro chiaro sul fenomeno del bracconaggio, che pure risulta ancora molto diffuso in varie zone del Paese e del quale si ha notizia tramite le continue operazioni del Corpo forestale dello Stato;

non si conosce quali effetti abbia l'esercizio dell'attività venatoria sul territorio, ad esempio sotto il profilo della dispersione di piombo nelle aree umide e non, questione posta da una legge nazionale, la n. 66 del 2006, e dall'Accordo internazionale AEWA (African-Eurasian Waterbird Agreement) di cui tale legge dispone la ratifica;

non ci sono informazioni sufficienti e organizzate sulle attività di conservazione della natura e gestione del territorio che la legge rimanda alle Regioni e che pure risultano decisive riguardo gli obiettivi che il legislatore ha posto;

numerose sono le contestazioni che la Commissione europea ha trasmesso all'Italia tramite il parere motivato alla procedura di infrazione n. 2006/2131, causata dal cattivo o incompleto recepimento di parti persino centrali della direttiva 79/409/CEE;

a tali contestazioni, fatte salve alcune pur importanti eccezioni tra cui il decreto per la tutela delle Zone di protezione speciale, la Repubblica italiana non ha ancora risposto,

si chiede di sapere:

se si intenda dare urgente applicazione ed attuazione ad ogni procedura prevista o che si ritenga necessaria affinché si possa produrre, in tempi brevi e in modo esaustivo, la relazione sullo stato di applicazione della legge n. 157 dell'11 febbraio 1992, secondo quanto disposto dall'articolo 35 della stessa;

come il Governo intenda rispondere alle contestazioni espresse dalla Commissione europea, al fine di evitare che il contenzioso sfoci in una condanna della Repubblica italiana da parte della Corte di Giustizia europea.