Pubblicato il 15 ottobre 2008, nella seduta n. 73
AMATO - Al Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca. -
Premesso che in data 9 ottobre 2008, per dar corso alle proteste contro l’articolo 16 del decreto-legge n. 112 del 2008, convertito con modificazioni, dalla legge n. 133 del 2008, riguardo alla "facoltà di trasformazione in fondazioni delle università", il Consiglio di facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università degli studi di Firenze ha deliberato a maggioranza la sospensione delle lezioni fino al 31 ottobre;
considerato che:
i responsabili di strutture didattiche possono sospendere l’attività didattica solo in taluni casi, qualora previsti dai singoli regolamenti interni (come, ad esempio, in caso di elezioni studentesche), o per causa di forza maggiore;
in nessun caso il Consiglio di facoltà può permettere uno stato di agitazione ufficiale a completo discapito della didattica, dispensando i docenti dall’assolvere al proprio dovere;
questi ultimi, non avendo dichiarato uno stato di sciopero generale della Facoltà (con conseguenti detrazioni stipendiali), si rifiutano pertanto, in maniera del tutto illegittima dal punto di vista giuridico ed in contrasto con il diritto costituzionale all’istruzione, di svolgere il lavoro per il quale sono retribuiti, al mero scopo di protestare contro un provvedimento legislativo di riforma del sistema universitario che, a giudizio dell'interrogante, va a limitare gli effetti negativi del troppo esteso potere corporativo dei docenti;
ricordato che in considerazione delle gravi decisioni assunte, in data 13 ottobre 2008 il Rettore dell’Università degli studi di Firenze, con una comunicazione al preside di Facoltà, ha convocato per il giorno 15 ottobre un Consiglio di facoltà straordinario per discutere l’illegittimo comportamento del corpo docenti,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga di dover intervenire, individuando le specifiche responsabilità, nei confronti dei componenti del Consiglio di facoltà di scienze matematiche, fisiche e naturali dell’Università degli studi di Firenze che hanno scelto di commettere, in piena consapevolezza, il reato di interruzione di pubblico servizio, arrecando grave danno al corretto svolgimento della didattica e negando altresì agli studenti il diritto all’istruzione costituzionalmente garantito.