Pubblicato il 9 ottobre 2008
Seduta n. 70
D'ALIA - Al Ministro dell'interno. -
Premesso che:
i giudici del Tribunale amministrativo regionale della Lombardia, con un’ordinanza del 27 agosto 2008, hanno ordinato alla Prefettura di sospendere il rilascio dei permessi di soggiorno per l’assunzione di colf e operai in seguito ad un ricorso della Cisl milanese che, nel dicembre 2007, denunciò gravi falle nel sistema informatico che gestiva la spedizione delle domande in occasione dell’ultimo decreto flussi (170.000 i posti, oltre 700.000 le domande in tutto il Paese);
qualcosa, infatti, non ha funzionato quando centinaia di migliaia di datori di lavoro italiani si sono messi al computer per partecipare alla corsa per ottenere l’autorizzazione ad assumere lavoratori extracomunitari. I computer si sono spesso bloccati quando hanno dovuto leggere nomi e cognomi troppo lunghi (in particolare quelli di lavoratori dello Sri Lanka) con grave danno non solo dei cingalesi stessi, ma anche di tutti coloro che, a causa del blocco, non hanno potuto inserire la propria domanda; i posti, infatti, sono andati esauriti dopo pochi minuti dall’inizio della procedura, cominciata alle ore 8 del 15 dicembre 2007;
il Tribunale amministrativo regionale della Lombardia ha ritenuto plausibile che il sistema informatico non abbia funzionato ed ha ordinato alla Prefettura di spiegare esattamente cosa sia accaduto ed ha pertanto sospeso il rilascio di ulteriori nulla osta in relazione alle istanze spedite il 15 dicembre per evitare ulteriori danni ai datori di lavoro e ai lavoratori che hanno subito il blocco;
le stesse difficoltà in ordine alla procedura informatica si sono verificate in quasi tutte le altre regioni italiane,
si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo non ritenga opportuno intervenire in merito a tale vicenda, e se non ritenga questi avvenimenti una prova dell’irrazionalità del sistema delle quote, così come oggi è strutturato, che danneggia non solo gli stranieri che aspirano a lavorare regolarmente in Italia, ma anche i datori di lavoro, e se non ritenga pertanto opportuno, per quanto di competenza, sollecitare una rapida modifica della normativa in questione.