Atto n. 4-00574

Pubblicato il 1 ottobre 2008
Seduta n. 62

PICHETTO FRATIN - Al Ministro dello sviluppo economico. -

Premesso che:

da più mesi gli abitanti di diversi comuni del biellese non possono utilizzare i servizi Telecom Italia a causa di imprecisati disservizi o guasti alle linee;

gli utenti hanno più volte segnalato ad uno sportello telefonico i guasti e i disservizi patiti senza, tuttavia, avere risposte certe circa i tempi e i modi di soluzione dei problemi; al contrario hanno ricevuto dai diversi operatori, dislocati in aree diverse della penisola e del tutto ignari del problema, risposte del tutto vaghe e insoddisfacenti;

i tecnici dell’azienda Telecom Italia, nonostante le diverse sollecitazioni ricevute sia dai singoli utenti che dal Consorzio dei Comuni, ad oggi non hanno risolto i problemi alle linee telefoniche;

detta situazione, oltre agli evidenti disagi causati ai cittadini, soprattutto agli anziani, sta provocando danni anche all’economia del territorio: in particolare alcuni ristoranti della zona, ubicati in luoghi isolati (vedi Graglia e Valle Cervo), non potendo ricevere più le prenotazioni via telefono, sono praticamente in “fermo attività” con conseguenti serie difficoltà finanziarie;

considerato che:

la società Telecom Italia negli ultimi anni ha ridotto il numero degli addetti presenti nel biellese determinando gravi problemi a livello occupazionale e riducendo i livelli qualitativi dei servizi offerti;

in aggiunta, ad oggi, vaste aree del territorio in provincia di Biella non sono ancora provviste del servizio ADSL,

l’interrogante chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo sia a conoscenza di quanto esposto in premessa;

se e con quali atti di propria competenza intenda intervenire al fine di tutelare i diritti di tutti quei cittadini utenti di Telecom Italia, compresi i residenti nel biellese, garantendo la fruibilità dei servizi offerti e per i quali riscuote regolarmente il canone di abbonamento;

se, stante lo stallo della situazione descritta in premessa, non ritenga di dover valutare l’opportunità di introdurre radicali modifiche al sistema di concessioni per tutti quei servizi che, oggi, nella società moderna, sono unanimemente considerati indispensabili per lo sviluppo e necessari per il vivere civile.