Atto n. 4-00180

Pubblicato il 17 giugno 2008
Seduta n. 21

POLI BORTONE - Ai Ministri degli affari esteri e per le politiche europee. -

Premesso che:

già dal 1998, per la prima volta nella storia europea, nessuno dei quaranta Stati membri del Consiglio d’Europa ha più eseguito pene capitali;

da sempre lo Stato italiano ha assunto posizioni molto chiare e dure nei confronti della pena di morte tanto da farsi promotore della moratoria mondiale contro la pena capitale;

secondo eminenti costituzionalisti, il Trattato di Lisbona, rinviando alcune questioni controverse alle “Spiegazioni della Carta dei Diritti Fondamentali” arriverebbe a legittimare, attraverso rinvii e richiami, la pena di morte e l’omicidio “per reprimere, in modo conforme alla legge, una sommossa o un’insurrezione” e “per atti commessi in tempo di guerra o in caso di pericolo imminente di guerra” (sono ben 14 gli Stati impegnati nella guerra in Iraq);

l’Irlanda è stato l’unico Paese dell’Unione che ha indetto un referendum per decidere se approvare o meno il Trattato di Lisbona;

il verdetto irlandese, con la bocciatura del Trattato, rischia ora di far fallire il progetto europeo o quanto meno di rallentare i processi di unificazione ora in atto;

toccherà ora alla Francia, che inizierà la presidenza di turno dell’UE il prossimo mese di luglio 2008, gestire questa difficile e imprevista situazione,

l'interrogante chiede di sapere se e in quale modo i Ministri in indirizzo intendano intervenire in sede europea per chiarire ed eliminare definitivamente ogni eventuale e residua interpretazione, anche solo dubitativa, della legittimità della pena di morte soprattutto in vista della probabile rielaborazione del Trattato di Lisbona a seguito della bocciatura irlandese.