Atto n. 4-00090

Pubblicato il 4 giugno 2008
Seduta n. 13

COMPAGNA , FASANO , PARAVIA , SIBILIA - Ai Ministri per i rapporti con le Regioni e delle infrastrutture e trasporti. -

Premesso che:

il protrarsi ultradecennale dei lavori sul tratto autostradale Salerno-Reggio Calabria, la finora mancata entrata in attività dell'aeroporto di Pontecagnano, la continuità di insediamenti abitati lungo le strade provinciali costiere del Cilento e le conseguenti pesanti difficoltà del traffico e della viabilità da Battipaglia a Sapri hanno fatto venir meno in questi anni i maggiori fattori infrastrutturali presentati in passato come irrinunciabili allo sviluppo e alla valorizzazione turistica dell'area del Cilento;

un certo respiro, se non una forma di compensazione, era stata offerta, rispetto a tale situazione, dalle "vie del mare" regionali realizzate per quasi metà del 2007 e del 2008, invece, ristrette ai mesi di luglio e di agosto, stando ad una recente decisione della Giunta regionale della Campania;

contro tale decisione, che penalizza specificamente la costiera cilentana nel confronto con quella amalfitana, hanno protestato i sindaci di Agropoli, Capaccio, Casal Velino, Castellabate, Montecorice, San Mauro Cilento e Sapri, i quali hanno rilevato come da parte della Regione Campania, in tema di politica dei trasporti, venga attuata sul territorio una forma di neo-centralismo regionale sugli enti locali e come le esigenze della provincia di Napoli siano sempre prioritarie su ogni altra provincia;

proprio la possibilità di fare attraccare aliscafi e catamarani aveva indotto a portare a termine rilevanti opere di ristrutturazione nei porti cilentani;

quanto al rapporto fra flussi turistici effettivi e potenziali, esso non può venire considerato nei termini angustamente limitati di "luglio-agosto", come argomentato dalla Regione Campania;

considerato che:

l'esercizio di prerogative e poteri istituzionali, in tema di trasporti, da parte di ogni singola Regione non implica di dover prescindere dalle implicazioni nazionali ed internazionali di una politica dei trasporti e delle infrastrutture che non può ritenersi "corpo separato" di una vera e seria politica di sviluppo e valorizzazione del turismo;

aver fatto crescere, ed alimentato, nei comuni e nelle popolazioni della costiera cilentana e della costiera amalfitana un sentimento di appartenenza competitiva a serie B o a serie A di torneo delle costiere rivela, da parte della Regione Campania, una visione distorta di quella dimensione di programmazione regionale, non di mera gestione, che definisce il proprio ruolo istituzionale;

proprio al compito di programmazione, di legislazione, di indirizzo regionale delle proprie scelte in materia di trasporti la Regione Campania sembra essere venuta meno, con riferimento al Cilento,

gli interroganti chiedono di sapere se e come i Ministri in indirizzo intendano intervenire per dettare, in termini di politica nazionale delle infrastrutture e del turismo, criteri che correggano quella oggettiva penalizzazione e quella soggettiva sensazione di marginalità dei propri diritti che il Cilento ha sofferto e soffre, per quanto sopra rilevato, in seno alla regione Campania.