Atto n. 4-03149

Pubblicato il 4 dicembre 2007
Seduta n. 260

BULGARELLI - Al Ministro della salute. -

Premesso che:

l'emittente Rainews24 ha mandato in onda il 28 novembre 2007 un servizio dal titolo "Uranio impoverito. I conti non tornano"; nell'ambito di tale servizio è stata realizzata un'intervista al prof. Martin Fleischmann, scienziato che da tempo si occupa di processi nucleari non convenzionali, al quale sono stati posti dei quesiti in merito ad alcune affermazioni contenute nella relazione al Presidente del Senato sulle risultanze delle indagini svolte dalla Commissione parlamentare di inchiesta sull'uranio impoverito, approvata dalla Commissione nella seduta del 1º marzo 2006, nella quale si legge che: "leghe di uranio impoverito vengono impiegate come componenti inerti dei proiettili per la capacità di penetrare nella corazza dei carri armati; tale capacità deriva sia dalla elevata densità (...) che dal suo potere piroforico"; i curatori del servizio si chiedono come può un materiale inerte provocare una temperatura all'impatto di 3.000 o 4.000 gradi, sostenendo che l'aggettivo "piroforico", cioè “portatore di fuoco”, non spiegherebbe la produzione di questa altissima temperatura; gli stessi giornalisti, rilevano che nella medesima relazione viene affermato che a una distanza di circa cento metri dai luoghi dell'esplosione sono stati rinvenuti composti a base di stronzio, carbonio, zolfo, ferro, silicio, piombo e particelle a base di oro, argento e mercurio, polveri con una composizione chimica nuova rispetto al materiale esistente, chiedendosi come sia possibile che siano presenti nel luogo dell'esplosione sostanze prima non presenti;

il prof. Fleischmann, rispondendo ai quesiti che gli sono stati posti, ha affermato testualmente che "sembra impossibile spiegare l'altissima temperatura che viene raggiunta dentro lo spazio chiuso dei tanks, nei termini dell'esplosione dei materiali già esistenti. Questa è un punto. E sono ora disponibili informazioni sufficienti che indicano che ci sono strani prodotti, prodotti minori delle esplosioni, che penso siano impossibili da spiegare solo con l'esplosione dei materiali esistenti. Sarebbe pertanto sensato pensare a un processo di tipo nucleare", aggiungendo subito dopo che "i materiali osservati nell'utilizzo dell'uranio impoverito possano essere spiegati in termini di fissione, fissione dell'uranio impoverito" e che "l'osservazione dei materiali è coerente con l'esistenza di un doppio cratere, cioè di una doppia esplosione (per fissione e per fusione). Quindi se si produce stronzio, si deve produrre sempre qualche prodotto con un peso atomico che sia complementare con quello dello stronzio. Sia che la distribuzione dei materiali in un cratere sia in accordo con quello che ci si aspetta, sia che non lo sia";

la presenza dello stronzio può essere spiegata dal processo di fissione dell'atomo dell'uranio (peso atomico 92) che da una parte viene diviso in stronzio (che ha peso atomico 38) e dall'altra in Xenom, gas di peso atomico 54, liberando altissimi livelli di energia;

il giornalista Maurizio Torrealta chiede a questo punto al prof. Fleischmann: "Se la sua ipotesi fosse vera, avremmo un nuovo processo nucleare. Le conseguenze sulle persone, sui militari e sulle persone nell'area, sarebbero provocate più dal processo nucleare che dal materiale, il cosiddetto uranio impoverito. È possibile?"; Fleischmann risponde: "Sì. Ci è sembrato che le operazioni con armi all'uranio impoverito sollevino molte domande. E queste domande impongono delle investigazioni prima che queste armi vengano impiegate"; alla domanda di Torrealta: "Pensa che i militari che producono e utilizzano questo tipo di armi siano consapevoli delle proprietà fisiche o siano informati solo sugli effetti che queste armi provocano?", Fleischmann risponde che a suo avviso i militari non siano adeguatamente informati e che comunque si pongano domande limitatamente agli effetti dell'uranio impoverito sotto il profilo dell'efficacia bellica, concludendo che, a suo avviso, "sia innanzitutto fondamentale stabilire la distribuzione degli strani materiali prodotti dalla reazione e poi determinare la distribuzione nello spazio e nel tempo di tali materiali e infine pensare a che cosa può essere stato all'origine di tale distribuzione",

si chiede di sapere se il Ministro in indirizzo, in considerazione della chiara fama internazionale del prof. Fleischman, non ritenga opportuno approfondire in sede scientifica le ipotesi avanzate dallo scienziato inglese che, qualora avessero ulteriori riscontri, indurrebbero a rivedere le stime di nocività connesse all'utilizzo dell'uranio impoverito, i cui effetti andrebbero assimilati in tutto e per tutto a quelli di un processo nucleare.