Pubblicato il 25 luglio 2007
Seduta n. 202
QUAGLIARIELLO , AMATO , ANTONIONE , ASCIUTTI , BIANCONI , BIONDI , BONFRISCO , BURANI PROCACCINI , CARRARA , CASOLI , CICOLANI , COLLI , COSTA , DIVINA , FAZZONE , GENTILE , GIULIANO , IANNUZZI , LORUSSO , LUNARDI , MALAN , MALVANO , MARINI Giulio , MASSIDDA , MAURO , NESSA , NOVI , PASTORE , PIANETTA , PICCONE , POSSA , REBUZZI , SARO , TADDEI , VICECONTE , ZANETTIN - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione. -
Premesso che:
l’articolo 46, comma 3, del decreto legislativo n. 165 del 2001 prevede che l’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni (ARAN) trasmetta ogni tre mesi al Parlamento, al Governo ed ai comitati di settore un rapporto sull’andamento delle retribuzioni di fatto dei pubblici dipendenti;
tale rapporto rappresenta un strumento di conoscenza indispensabile soprattutto nelle fasi di definizione delle strategie politiche in materia di rinnovo dei contratti collettivi pubblici;
a partire dalla legge finanziaria per il 2007 si è registrato un susseguirsi di accordi con i sindacati prima annunciati e poi smentiti, che hanno determinato una progressiva crescita delle risorse destinate al rinnovo dei contratti nazionali;
durante tutto questo periodo il Parlamento non è stato in grado di conoscere i dati ufficiali sugli aumenti retributivi riconosciuti ai dipendenti pubblici negli anni precedenti;
l’ARAN ha disatteso l’obbligo di legge, omettendo di presentare l’ultimo rapporto del 2006 ed il primo del 2007 alle scadenze previste;
oltre quaranta Senatori del principale Gruppo di opposizione hanno presentato un’interpellanza al Governo, in data 15 marzo 2007, sollecitando la presentazione del rapporto, senza ricevere alcuna congruente spiegazione del ritardo né assicurazione sui tempi dell’invio;
il Presidente del Gruppo di Forza Italia si è, quindi rivolto al Presidente del Senato, chiedendo un suo intervento presso il Governo a tutela delle prerogative del Parlamento;
considerato che:
a tutt’oggi il rapporto trimestrale non è stato formalmente trasmesso al Parlamento, mentre risulta sia stato irritualmente pubblicato a partire dalla fine del mese di giugno sul sito Internet dell’Agenzia, quando ormai la vertenza sindacale del pubblico impiego si era conclusa con l’accoglimento integrale delle pretese avanzate dai sindacati;
il suddetto rapporto oltre che tardivo, irrituale nelle modalità di trasmissione, appare anche gravemente lacunoso nei contenuti. Il rapporto, infatti, non fornisce i dati sull’andamento delle retribuzioni di fatto relative al 2006, nonostante sin dai primi dieci giorni di giugno l’Istat avesse pubblicato le proprie rilevazioni statistiche in proposito;
a tal fine, appare irrilevante, ed anzi costituisce un’implicita ammissione di colpa, l’indicazione - contenuta nel rapporto - secondo la quale il medesimo si riferisce ai dati disponibili alla data del 30 aprile 2007, non comprendendosi come mai un rapporto trasmesso a fine giugno sia aggiornato con dati di aprile;
il rapporto appare inoltre lacunoso rispetto ai due rapporti della precedente gestione, considerato che non fornisce il dato comparato dell’andamento delle retribuzioni di fatto del settore privato, il quale costituisce viceversa un elemento essenziale per individuare la presenza di eventuali fattori distorsivi nelle politiche del pubblico impiego;
proprio l’andamento delle retribuzioni di fatto, che incorporano anche gli aumenti riconosciuti dalle singole amministrazioni in sede decentrata, rappresenta l’elemento di maggiore criticità del settore pubblico, e che soprattutto grave appare la divaricazione fra tassi di aumento retributivo del settore pubblico e del settore privato;
tale grave situazione è stata anche evidenziata di recente dalla BCE, il cui bollettino economico del giungo 2007, segnala come negli ultimi sette anni l’Italia presenti tassi di aumento della retribuzione pro capite del settore pubblico (+36%) più che doppi rispetto ai tassi di incremento del retribuzioni pro capite del settore privato (+ 14,8%), del tutto fuori linea rispetto alla media dei Paesi che hanno adottato l’euro,
si chiede di sapere:
quali siano i tassi di aumento delle retribuzioni di fatto del settore pubblico al 31 dicembre 2006, complessivamente considerato ed articolato per i singoli comparti e le singole aree di contrattazione, a confronto con l’andamento delle retribuzioni di fatto del settore privato (settore industriale e settore dei servizi);
se il Governo, considerate le gravi inadempienze registratesi negli ultimi sei mesi, non ritenga opportuno che venga affidato all’Istituto nazionale di statistica, che già oggi rileva sistematicamente l’andamento delle retribuzioni contrattuali e di fatto del settore pubblico e di quelli privati, la formale predisposizione di un rapporto sull’andamento delle retribuzioni dei pubblici dipendenti, anche in considerazione della maggiore autorevolezza e della maggiore autonomia dalle pressioni sindacali del suddetto istituto.