Atto n. 3-00713

Pubblicato il 6 giugno 2007
Seduta n. 161

IOVENE , SALVI , ANGIUS , BATTAGLIA Giovanni , BELLINI , BRUTTI Paolo , DI SIENA , GALARDI , MELE , MONTALBANO , PISA - Al Presidente del Consiglio dei ministri e ai Ministri dell'economia e delle finanze e dell'interno. -

Premesso che:

nei giorni scorsi l'imprenditore calabrese Antonino De Masi ha inviato una lettera aperta al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro della giustizia, al Ministro dello sviluppo economico e al Vice Ministro dell’interno, alla delegazione parlamentare calabrese nonché ai massimi vertici della Regione Calabria nella quale racconta come da anni sta portando avanti una dura battaglia nei confronti del sistema bancario che al Sud fa pagare il denaro con tassi che vanno in molti casi dal 25 al 35%;

a seguito dell'esposto dell'imprenditore De Masi, nel quale si denunciava che i tassi di interesse pagati divenivano superiori ai limiti consentiti con l'applicazione della commissione del massimo scoperto, sono stati rinviati a giudizio con l'accusa di usura dal GUP del Tribunale di Palmi il Presidente di Capitalia, il Presidente di BNL, e l'ex Presidente della Banca Antonveneta, insieme ad altri otto funzionari e dirigenti dei tre istituti di credito;

nel corso delle udienze, cominciate nell'ottobre 2005, è stata depositata una relazione tecnica, da parte del perito nominato dal Tribunale, in cui si accertava il superamento, per ben 15 trimestri del tasso di interesse soglia, fissato in base alla legge 108/1996;

il costo del denaro raddoppia nel Sud d'Italia e si triplica in molte aree della Calabria;

tale vicenda mette in luce la drammatica situazione in cui sono costretti ad operare gli imprenditori nel Mezzogiorno;

tale situazione in una regione come la Calabria, a forte presenza e condizionamento mafioso, soffoca ogni possibile iniziativa di sviluppo e limita le potenzialità imprenditoriali;

il gruppo De Masi è una realtà imprenditoriale che opera in Calabria da oltre 52 anni, esporta in tutto il mondo, e occupa nella regione oltre 280 addetti;

la Regione Calabria ha deciso, in virtù del rinvio a giudizio, di costituirsi parte civile contro i tre istituti di credito;

sono trascorsi dieci anni dall'entrata in vigore della legge contro l'usura, la 108/1996, ma il fenomeno, soprattutto nel Mezzogiorno, continua a dilagare;

la legge 108/1996 stabilisce che scatta l'usura quando il tasso supera del 50% il tasso medio rilevato ufficialmente ogni trimestre e pubblicato nella Gazzetta Ufficiale;

la Calabria è una delle regioni italiane che soffre maggiormente del fenomeno dello "strozzinaggio";

l'elevato costo del denaro incide negativamente sullo sviluppo economico della regione e sull'occupazione;

vi sono depositati in Parlamento progetti di legge finalizzati alla depenalizzazione del reato di usura bancaria;

il quinto Rapporto annuale sul credito provinciale del 2005 realizzato da Unioncamere, in collaborazione con l'Istituto Tagliacarne, ha evidenziato come la riduzione del costo del denaro che negli ultimi anni ha favorito la crescita di prestiti e mutui, ha però inciso in modo negativo sulla "forbice" che da sempre divide il Nord dal Sud, che si è allargata in modo incisivo. Nell'87,4% delle province (90 province su 103, di cui 29 del Mezzogiorno), il costo del denaro si è ridotto rispetto al 2004, mentre nel 12,6% (13 province su 103, di cui 7 del Sud) è ulteriormente aumentato. E' il caso di Cosenza (0,79 punti percentuali in più rispetto al 2004), Reggio Calabria (+0,74%), Catanzaro (+0,70%), Crotone (+0,33%) e Napoli (+0,21%);

l'ampliamento della forbice del costo del denaro tra Nord e Sud è un campanello di allarme che va ascoltato perché l'accessibilità al credito, in particolare al Sud, è ancora un vincolo forte all'attività d'impresa,

si chiede di sapere:

se non si ritenga di intervenire per tutelare gli imprenditori onesti della Calabria, esposti al rischio dell'usura oltre che a quello della criminalità organizzata, e salvaguardare la libertà di impresa e l'occupazione nella regione;

se non si ritenga necessario convocare i vertici degli istituti di credito coinvolti e tutti quelli operanti in Calabria affinché, pur nel rispetto dell'autonomia decisionale, prevedano una riduzione del costo del denaro in Calabria, e nel Mezzogiorno, al fine di dare maggiore vigore allo sviluppo del Sud d'Italia e dell'intero Paese.