Atto n. 4-01666

Pubblicato il 30 marzo 2007
Seduta n. 134

BULGARELLI - Al Ministro della difesa. -

Risulta all'interrogante che:

il Caporale Maggiore dell'Esercito italiano, Giovanni Stagni, nato a Latina il 14 gennaio 1979, è un giovane militare che, dopo aver prestato servizio in Kosovo nell'anno 2000, manifesta segni di una grave patologia - adenoma del retto trattato chirurgicamente con linfoadenopatia inguinale sx di tipo sostitutivo - ed è costretto a congedarsi dall'esercito per potersi curare; a seguito di pressanti richieste, ottiene una pensione di invalidità civile dell'importo di meno di 300 euro ed avvia le pratiche per poter ottenere una pensione privilegiata dalle Forze armate; presenta dunque domanda di riconoscimento in data 27 gennaio 2004 presso il Distretto militare di Roma, Ufficio documentazione e Matricola-Pratiche medico-legali; la legge prevede per tale iter un termine massimo di 90 giorni dalla presentazione per giudicare la dipendenza o meno della patologia da causa di servizio ma, inspiegabilmente, nel caso di Giovanni Stagni, trascorrono circa tre anni prima che gli organi preposti si pronuncino sulla sua domanda, emettendo parere negativo al riconoscimento della dipendenza, n. 20743, emesso in data 3 novembre 2006 dal Comitato di Verifica per le cause di servizio; senza alcun tipo di sostegno economico, il militare cerca di sensibilizzare, con varie interviste, l'opinione pubblica sulla sua condizione ma immediatamente dopo un servizio realizzato sul suo caso dalla trasmissione televisiva "Le Iene" in data 5 marzo 2007, gli viene negato anche il riconoscimento della causa di servizio, che preclude l'accesso al diritto di percepire una pensione privilegiata;

da una relazione stilata dal C.le Stagni risulta che al tempo della missione in Kosovo -partenza 8 marzo 2000- non gli fu impartita alcuna preparazione e gli fu consegnata una maschera antigas priva di filtro; una volta in Kosovo, in una base nei pressi di Pec, venne a sapere che alla mensa venivano serviti cibi del luogo (pane, frutta, verdura); dopo alcuni mesi gli furono riscontrati dei linfonodi, che gli furono asportati chirurgicamente, senza che però gli fosse comunicata l'esatta diagnosi; fu rassicurato sullo stato di salute complessivo e gli fu raccomandato soltanto di fare dei controlli periodici; sempre dalla ricostruzione dello Stagni, si evince che negli ultimi due mesi di permanenza in Kosovo ai militari fu concesso di acquistare animali (pecore e maiali) del luogo, gli stessi che venivano cucinati “alla piastra” e serviti anche alla mensa;

per quanto riguarda i fattori di rischio cui è stato esposto il militare, va segnalato che egli fu costretto a operare in continua e costante esposizione al locale inquinamento atmosferico, alle contaminazioni tossiche provocate dalla combustione e ossidazione dei metalli pesanti causate dall'impatto ed esplosione delle munizioni all'uranio impoverito sui bersagli, tra i quali depositi petroliferi e di altri carburanti e fabbriche chimiche presenti in loco, sulle superfici dure, alle esalazioni dei gas di scarico degli automezzi bellici e a quelle dei solventi chimici per la pulizia delle armi; lo Stagni operò sempre sprovvisto di qualsivoglia idonea protezione ed indebolito nelle difese immunitarie a causa dei vaccini continuamente somministratigli a cura dell'amministrazione di appartenenza, senza rispettare neppure gli intervalli di tempo previsti dai protocolli medici;

dalla perizia archiviata presso il Reparto di anatomia e istologia patologica dell'istituto Regina Elena di Roma, risulta che lo Stagni fu sottoposto a una tecnica innovativa di microscopia elettronica a scansione, onde verificare la presenza di polveri estranee al corpo umano e di microanalisi ai raggi X per valutarne la composizione chimica; la relazione conclusiva della dott.ssa Gatti, stilata in data 29 luglio 2004, evidenzia la presenza nel reperto di molti corpi estranei, anche nanodimensionati, di natura metallica, come il composto di rame, e di natura ceramica, come gli aghetti di calcio e fosforo, oltre a detriti nanodimensionati di calcio, titanio e zirconio;

dalla perizia della dott.ssa Gatti si evince che i fattori di rischio innanzi specificati hanno svolto i loro effetti dannosi sulla salute del militare attraverso la continua respirazione dell'aria contaminata del luogo in cui era stato comandato a operare, sprovvisto, come si è detto, di ogni idonea protezione, e attraverso l'ingestione di cibi acquistati in loco e, pertanto, soggetti alla stessa contaminazione ambientale,

si chiede di sapere:

quali siano i motivi per i quali, nonostante le evidenze scaturite dagli esami cui lo Stagni è stato sottoposto, non gli è stata riconosciuta la causa di servizio;

se il Ministro in indirizzo non ritenga che nel caso del caporale Stagni e di altri militari che abbiano contratto patologie nell'ambito della loro partecipazione a missioni militari all'estero, non sia opportuno utilizzare lo stanziamento di 10 milioni di euro per l'assistenza del personale civile e militare operante nei teatri di guerra e nei poligoni di tiro previsto dall'emendamento approvato, a firma dell'interrogante, alla legge finanziaria per l'anno 2007.